opera
io sto benissimo
categoria | Video |
soggetto | Politico/Sociale |
tags | |
minuti | 3 |
secondi | 19 |
anno | 2022 |
Una voce sintetizzata coniuga la frase “stare benissimo”. Iniziando dal presente, passando dal passato al futuro, e concludendo con l’imperativo, il senso di “stare benissimo” cambia costantemente significato. L’osservatore è obbligato a chiedersi quando effettivamente la voce sia stata benissimo, ma, in un miscuglio dove il tempo collassa per mezzo di una ripetizione dal carattere quasi ansiogeno, viene il dubbio che non ci sia mai stato, e mai ci sarà, un momento di felicità.
Alla voce meccanica è associato lo spostamento di una sfumatura di colori che, come il cielo di una limpida giornata di sole, passa dall’alba al tramonto. I colori si susseguono emanando una bellezza tale da rendere il confine tra realtà e finzione sempre più labile: come i trompe-l'oeil delle scenografie teatrali, viene infatti da domandarsi se questo splendore sia effettivamente accessibile.
L’opera cita il celebre film "Agente Lemmy Caution: missione Alphaville" di Jean-Luc Godard: agli abitanti di Alphaville viene proibito l’uso di alcune parole (per esempio “piangere” e “amare”) per favorire l’uso esclusivo di poche espressioni quali per esempio “Io sto benissimo, grazie, prego”. Il progetto prende come riferimento una frase esautorata di senso ma che d’altro canto, tramite l’eccessiva ripetizione, può giocare il ruolo di motivatore. L’inquietudine di un orizzonte meccanizzato si alterna alla prospettiva di un mondo dove la libertà è sostituita a una affascinante e desiderabile sicurezza.
Alla voce meccanica è associato lo spostamento di una sfumatura di colori che, come il cielo di una limpida giornata di sole, passa dall’alba al tramonto. I colori si susseguono emanando una bellezza tale da rendere il confine tra realtà e finzione sempre più labile: come i trompe-l'oeil delle scenografie teatrali, viene infatti da domandarsi se questo splendore sia effettivamente accessibile.
L’opera cita il celebre film "Agente Lemmy Caution: missione Alphaville" di Jean-Luc Godard: agli abitanti di Alphaville viene proibito l’uso di alcune parole (per esempio “piangere” e “amare”) per favorire l’uso esclusivo di poche espressioni quali per esempio “Io sto benissimo, grazie, prego”. Il progetto prende come riferimento una frase esautorata di senso ma che d’altro canto, tramite l’eccessiva ripetizione, può giocare il ruolo di motivatore. L’inquietudine di un orizzonte meccanizzato si alterna alla prospettiva di un mondo dove la libertà è sostituita a una affascinante e desiderabile sicurezza.