"Mi interessano il disagio, il punk, il lusso di poter abbandonare e di perdersi, gli interstizi. Il silenzio sulle vette raggiunte a piedi, la generosità di chi mi urta con intelligenza, la trasgressione quando è radicale. Mi attraggono il dubbio sostenuto dalle argomentazioni, l’arte marziale nella pennellata d'acquerello, le provocazioni di chi controlla il sistema dell’arte. Mi infastidiscono l’inutilità delle opere ammiccanti, la grafica pubblicitaria spacciata per arte, la puntualità della propaganda opinionista e giornalistica, il conformismo delle opere grondanti strategia di mercato. Odio me stesso quando non sostengo il mio sguardo riflesso allo specchio. Stimo chi sostiene le conseguenze delle proprie idee."
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Alessandro Pavone (1973, Trento) vive e lavora tra Trento e Milano. Dopo gli studi in fotografia e in grafica pubblicitaria all’Istituto d’arte G. Sello di Udine, si diploma in scenografia all’Accademia di Belle Arti di Venezia. La sua carriera si divide tra l’arte contemporanea e la scenografia teatrale. Ha infatti collaborato con l’architetto, scenografo e regista Robert Wilson a progetti di light design e set design per alcuni dei teatri più importanti al mondo tra cui l’ Opera House e il Lincoln Center di New York, il Teatro alla Scala di Milano, il Chiang Kai-Shek Cultural Center a Taipei (Taiwan) e il Berliner Ensemble di Berlino. Ha curato l’allestimento del padiglione del Lussemburgo per la 49^ e 50^ Biennale di Arti Visive di Venezia. (Leone d’oro come miglior padiglione – opera dell’artista Su Mei Tse). Il suo percorso artistico si consolida nel 2001 partecipando alla residenza artistica al Watermill Center di Long Island di New York. Nel 2005 partecipa alla mostra collettiva Crossing Over Villa Beatrice d’Este a Udine; nello stesso anno espone alcune opere nella biblioteca del Mart di Rovereto. Nel 2010 è protagonista della mostra Supersatura presso la galleria Halfenhalf a Bruxelles e della mostra Crash test nel cubo di Mario Botta a Belluno. Nel 2016 nel Museo studio Francesco Messina a Milano, espone la scultura Armour. Nel 2011 per la città di Bergen in Norvegia crea l’installazione Stochfish. Nel 2010 espone nella sezione Indipendents alla fiera ArtVerona. Nel 2017 partecipa al progetto Open Studio Bronze is Now alla Fonderia Artistica Battaglia a Milano. Nel 2019 espone le sculture in bronzo presso la sala espositiva di Minotti a Milano. Nel 2020 vince il concorso nazionale e realizza la scultura ‘un tempo è stato’ per il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. Proseguendo nella personale ricerca artistica, negli ultimi quindici anni frequenta simposi internazionali di scultura. Sue opere in legno, marmo, granito e bronzo fanno parte di collezioni pubbliche e private in Svizzera, Belgio, Germania, Bulgaria, Polonia, Croazia, Repubblica Ceca, Turchia e Norvegia.
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Cuore del lavoro di Pavone, più importante ancora dell’esito formale ultimo, è lo sviluppo del processo, intellettuale e fisico, di configurazione dell’oggetto artistico. Le sue opere, sia che si tratti di scultura, d’installazione ambientale, di grafica, tendono ad una ricerca di coerenza organica della struttura interna, attraverso il rapporto e l’equilibrio tra le singole componenti, sempre studiate, e reimpiegate, in modo sperimentativo. Ecco dunque che i materiali, le reazioni chimiche, le differenti parti, si amalgamano in composizioni bilanciate, che si riflettono nell’armonia formale esterna.
Gianluca d'Incá Levis
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Alessandro Pavone (1973, Trento) vive e lavora tra Trento e Milano. Dopo gli studi in fotografia e in grafica pubblicitaria all’Istituto d’arte G. Sello di Udine, si diploma in scenografia all’Accademia di Belle Arti di Venezia. La sua carriera si divide tra l’arte contemporanea e la scenografia teatrale. Ha infatti collaborato con l’architetto, scenografo e regista Robert Wilson a progetti di light design e set design per alcuni dei teatri più importanti al mondo tra cui l’ Opera House e il Lincoln Center di New York, il Teatro alla Scala di Milano, il Chiang Kai-Shek Cultural Center a Taipei (Taiwan) e il Berliner Ensemble di Berlino. Ha curato l’allestimento del padiglione del Lussemburgo per la 49^ e 50^ Biennale di Arti Visive di Venezia. (Leone d’oro come miglior padiglione – opera dell’artista Su Mei Tse). Il suo percorso artistico si consolida nel 2001 partecipando alla residenza artistica al Watermill Center di Long Island di New York. Nel 2005 partecipa alla mostra collettiva Crossing Over Villa Beatrice d’Este a Udine; nello stesso anno espone alcune opere nella biblioteca del Mart di Rovereto. Nel 2010 è protagonista della mostra Supersatura presso la galleria Halfenhalf a Bruxelles e della mostra Crash test nel cubo di Mario Botta a Belluno. Nel 2016 nel Museo studio Francesco Messina a Milano, espone la scultura Armour. Nel 2011 per la città di Bergen in Norvegia crea l’installazione Stochfish. Nel 2010 espone nella sezione Indipendents alla fiera ArtVerona. Nel 2017 partecipa al progetto Open Studio Bronze is Now alla Fonderia Artistica Battaglia a Milano. Nel 2019 espone le sculture in bronzo presso la sala espositiva di Minotti a Milano. Nel 2020 vince il concorso nazionale e realizza la scultura ‘un tempo è stato’ per il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. Proseguendo nella personale ricerca artistica, negli ultimi quindici anni frequenta simposi internazionali di scultura. Sue opere in legno, marmo, granito e bronzo fanno parte di collezioni pubbliche e private in Svizzera, Belgio, Germania, Bulgaria, Polonia, Croazia, Repubblica Ceca, Turchia e Norvegia.
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Cuore del lavoro di Pavone, più importante ancora dell’esito formale ultimo, è lo sviluppo del processo, intellettuale e fisico, di configurazione dell’oggetto artistico. Le sue opere, sia che si tratti di scultura, d’installazione ambientale, di grafica, tendono ad una ricerca di coerenza organica della struttura interna, attraverso il rapporto e l’equilibrio tra le singole componenti, sempre studiate, e reimpiegate, in modo sperimentativo. Ecco dunque che i materiali, le reazioni chimiche, le differenti parti, si amalgamano in composizioni bilanciate, che si riflettono nell’armonia formale esterna.
Gianluca d'Incá Levis