Mi chiamo Giovanni Allegri, vivo e lavoro a Bolzano.
Mi occupo di fotografia dagli anni ottanta.
Ho frequentato il corso triennale di fotografia pubblicitaria dello IED di Milano utilizzando macchine di grande formato.
Mi affascinava anche l’immagine in movimento per cui ho frequentato i corsi della scuola di cinema e televisione Zelig di Bolzano.
Ho lavorato in varie televisioni private ed ho realizzato diversi servizi fotografici su commissione.
Poi la svolta, è nata mia figlia ed ho fatto il padre a tempo pieno per sette anni.
In quel periodo il mondo dell’immagine si è trasformato ed in pochi anni si è passati dall’analogico al digitale.
Mi sono costantemente tenuto aggiornato ed ho iniziato un mio personale percorso di ricerca sulla luce intesa come oggetto e non come medium per rivelare altro.
Bolzano, città di “confine” sia fisico sia linguistico e culturale.
Città chiusa in una conca tra le montagne, ricca di possibili incontri data la forte vocazione turistica per la presenza delle Dolomiti.
Ad oggi sto cercando di sperimentare un “confine” tra luci diverse ed ho chiamato la ricerca Borderlight.
Il Progetto di ricerca:
Mi piace la luce perché effimera, impalpabile ed in costante mutazione.
La durata di un particolare momento di luce è variabile e irripetibile.
Concentro la mia ricerca negli spazi che si formano tra due tipi diversi di luce.
Spesso provoco volutamente delle distorsioni o delle pieghe sul materiale in cui la luce si proietta ed ottengo “confini” molto diversi tra loro pur usando la stessa luce.
Sul confine di una o più proiezioni di luce può formarsi del riverbero, oppure un riflesso, una rifrazione o una sovrapposizione ed è a questo spazio che si rivolge la mia ricerca estetica.
Parte dell’idea nasce dalla ricerca sugli spazi del libro di Suzie Lee nella sua “Trilogia del limite” in cui indaga la forma del libro ed in particolare modo lo spazio bianco che si forma nella piegatura della pagina in cui è rilegato.
Allo stesso modo rimango affascinato dalla ricerca pittorica di Mark Rothko sul confine tra un colore e l’altro.
Indago la luce ed il suo opposto, l’ombra.
Mi occupo di fotografia dagli anni ottanta.
Ho frequentato il corso triennale di fotografia pubblicitaria dello IED di Milano utilizzando macchine di grande formato.
Mi affascinava anche l’immagine in movimento per cui ho frequentato i corsi della scuola di cinema e televisione Zelig di Bolzano.
Ho lavorato in varie televisioni private ed ho realizzato diversi servizi fotografici su commissione.
Poi la svolta, è nata mia figlia ed ho fatto il padre a tempo pieno per sette anni.
In quel periodo il mondo dell’immagine si è trasformato ed in pochi anni si è passati dall’analogico al digitale.
Mi sono costantemente tenuto aggiornato ed ho iniziato un mio personale percorso di ricerca sulla luce intesa come oggetto e non come medium per rivelare altro.
Bolzano, città di “confine” sia fisico sia linguistico e culturale.
Città chiusa in una conca tra le montagne, ricca di possibili incontri data la forte vocazione turistica per la presenza delle Dolomiti.
Ad oggi sto cercando di sperimentare un “confine” tra luci diverse ed ho chiamato la ricerca Borderlight.
Il Progetto di ricerca:
Mi piace la luce perché effimera, impalpabile ed in costante mutazione.
La durata di un particolare momento di luce è variabile e irripetibile.
Concentro la mia ricerca negli spazi che si formano tra due tipi diversi di luce.
Spesso provoco volutamente delle distorsioni o delle pieghe sul materiale in cui la luce si proietta ed ottengo “confini” molto diversi tra loro pur usando la stessa luce.
Sul confine di una o più proiezioni di luce può formarsi del riverbero, oppure un riflesso, una rifrazione o una sovrapposizione ed è a questo spazio che si rivolge la mia ricerca estetica.
Parte dell’idea nasce dalla ricerca sugli spazi del libro di Suzie Lee nella sua “Trilogia del limite” in cui indaga la forma del libro ed in particolare modo lo spazio bianco che si forma nella piegatura della pagina in cui è rilegato.
Allo stesso modo rimango affascinato dalla ricerca pittorica di Mark Rothko sul confine tra un colore e l’altro.
Indago la luce ed il suo opposto, l’ombra.