Andrea Scialò, in arte Aldam
Andrea Scialò sperimenta il suo talento artistico già dalle scuole elementari, disegnando avventure di personaggi immaginari. Ancora adolescente, ispirato dalla cultura hip hop, fonda una crew, consolidando il desiderio di dedicarsi ad un percorso artistico-musicale: armato di bombolette e microfono, di parole e dipinti, converte sentimenti come rabbia, frustrazione e tristezza in artwork creativi.
Le tecniche del writing, i graffiti e le azioni di “tagging”, vissute tra clandestinità e adrenalina, diventano il mezzo espressivo attraverso cui dar voce al suo istinto creativo. Raid notturni, velocità d'esecuzione, perfezione del gesto, sono il mix da cui scaturisce il linguaggio e lo stile riconoscibile di Scialò: colori vivaci, tratti decisi ed elementi astratti.
Negli anni successivi si forma, oltre che con gli studi in sociologia, attraverso viaggi che gli aprono la mente. Nel 2011 si trasferisce in Andalusia e segue una compagnia di teatro di strada (Caminando) con la quale attraversa il Paese con uno street show itinerante.
Grazie agli incontri con maestri di strada, musicisti, clochard, globe-trotter, comincia ad esplorare gli spazi del non convenzionale e del grottesco, la poesia del margine e degli ultimi, e si avvicina alla cultura underground e punk, vivendo una vita ai limiti della legalità.
Nel 2008, nella Francia del Sud, intraprende la carriera di musicista con il gruppo Zompa Family (Rock, Reggae, Ska, Punk), attivo fino al 2019.
Nel frattempo studia grafica e illustrazione e crea la serie di illustrazioni digitali dal titolo #Umanimal, con i quali espone per la prima volta in occasione del Festival Croisèe d’Art di Eus (2016). Nello stesso periodo forma l’associazione Creative Division, dedita alla produzione di locandine, cover di dischi e video-clip musicali.
Nel 2015 produce una serie di quadri su tela con acrilici, collage e spray e si riavvicina all’arte urbana disseminando anonimamente paste-up in diverse città europee. Tra il 2018 e il 2019 si fa notare, soprattutto sulla stampa francese, per la serie Don’t Believe. Paste-up che catturano l'attenzione dei passanti con immagini forti e mostruose rivolte contro il sistema economico attuale.
Per una di queste opere viene denunciato dal sindaco di Prades, oggi primo ministro francese, per oltraggio aggravato, costringendolo ad uscire dall’anonimato e a presentarsi in gendarmeria.
Nel dicembre 2019 produce una serie di opere murali per la Galleria de Arte Urbana (GAU) di Lisbona suscitando l’interesse della stampa portoghese.
Nel 2020, trasferitosi a Napoli, sua città natale, si aggiudica il primo posto del Premio IconArt indetto dall’omonima rivista ed esporrà ad una collettiva che si terrà a Salerno. Tale premio, in collaborazione con la casa d’aste Prince Group gli ha permesso di apparire sul catalogo d’arte contemporanea Prince Group 2020 con una prima opera quotata.
I lavori degli ultimi anni trattano la fragilità umana, la politica e l'attualità, le contraddizioni della cultura contemporanea, le storture del sistema globale, spesso con intento satirico.
Opere eseguite con stile diretto ed emozionale, tra irriverenza e delicatezza, capaci di mandare messaggi etici e culturali, che facciano breccia nel cuore dello spettatore.
“A mio parere, l'artista ha non solo il compito di trasfigurare il mondo ma anche quello di rappresentarlo secondo una propria verità, e ciò quasi mai suscita il divertimento della platea e il compiacimento delle élite.”
Se, da una parte, questi lavori riflettono una realtà deturpata e povera di spirito, dall’altra, vi si sottende un messaggio d’amore universale e un invito a riavvicinarsi alla natura, e ad un mondo fondato sulla bellezza, il rispetto e la profondità dei rapporti umani.
Andrea Scialò sperimenta il suo talento artistico già dalle scuole elementari, disegnando avventure di personaggi immaginari. Ancora adolescente, ispirato dalla cultura hip hop, fonda una crew, consolidando il desiderio di dedicarsi ad un percorso artistico-musicale: armato di bombolette e microfono, di parole e dipinti, converte sentimenti come rabbia, frustrazione e tristezza in artwork creativi.
Le tecniche del writing, i graffiti e le azioni di “tagging”, vissute tra clandestinità e adrenalina, diventano il mezzo espressivo attraverso cui dar voce al suo istinto creativo. Raid notturni, velocità d'esecuzione, perfezione del gesto, sono il mix da cui scaturisce il linguaggio e lo stile riconoscibile di Scialò: colori vivaci, tratti decisi ed elementi astratti.
Negli anni successivi si forma, oltre che con gli studi in sociologia, attraverso viaggi che gli aprono la mente. Nel 2011 si trasferisce in Andalusia e segue una compagnia di teatro di strada (Caminando) con la quale attraversa il Paese con uno street show itinerante.
Grazie agli incontri con maestri di strada, musicisti, clochard, globe-trotter, comincia ad esplorare gli spazi del non convenzionale e del grottesco, la poesia del margine e degli ultimi, e si avvicina alla cultura underground e punk, vivendo una vita ai limiti della legalità.
Nel 2008, nella Francia del Sud, intraprende la carriera di musicista con il gruppo Zompa Family (Rock, Reggae, Ska, Punk), attivo fino al 2019.
Nel frattempo studia grafica e illustrazione e crea la serie di illustrazioni digitali dal titolo #Umanimal, con i quali espone per la prima volta in occasione del Festival Croisèe d’Art di Eus (2016). Nello stesso periodo forma l’associazione Creative Division, dedita alla produzione di locandine, cover di dischi e video-clip musicali.
Nel 2015 produce una serie di quadri su tela con acrilici, collage e spray e si riavvicina all’arte urbana disseminando anonimamente paste-up in diverse città europee. Tra il 2018 e il 2019 si fa notare, soprattutto sulla stampa francese, per la serie Don’t Believe. Paste-up che catturano l'attenzione dei passanti con immagini forti e mostruose rivolte contro il sistema economico attuale.
Per una di queste opere viene denunciato dal sindaco di Prades, oggi primo ministro francese, per oltraggio aggravato, costringendolo ad uscire dall’anonimato e a presentarsi in gendarmeria.
Nel dicembre 2019 produce una serie di opere murali per la Galleria de Arte Urbana (GAU) di Lisbona suscitando l’interesse della stampa portoghese.
Nel 2020, trasferitosi a Napoli, sua città natale, si aggiudica il primo posto del Premio IconArt indetto dall’omonima rivista ed esporrà ad una collettiva che si terrà a Salerno. Tale premio, in collaborazione con la casa d’aste Prince Group gli ha permesso di apparire sul catalogo d’arte contemporanea Prince Group 2020 con una prima opera quotata.
I lavori degli ultimi anni trattano la fragilità umana, la politica e l'attualità, le contraddizioni della cultura contemporanea, le storture del sistema globale, spesso con intento satirico.
Opere eseguite con stile diretto ed emozionale, tra irriverenza e delicatezza, capaci di mandare messaggi etici e culturali, che facciano breccia nel cuore dello spettatore.
“A mio parere, l'artista ha non solo il compito di trasfigurare il mondo ma anche quello di rappresentarlo secondo una propria verità, e ciò quasi mai suscita il divertimento della platea e il compiacimento delle élite.”
Se, da una parte, questi lavori riflettono una realtà deturpata e povera di spirito, dall’altra, vi si sottende un messaggio d’amore universale e un invito a riavvicinarsi alla natura, e ad un mondo fondato sulla bellezza, il rispetto e la profondità dei rapporti umani.
