Come ciò che era diventa ciò che è?
Cosa ne resta in noi? Qual è il suo divenire?
Diana Pintaldi sperimenta nei processi sconfinati del divenire.
Ricerca la comunicazione e la manifestazione dell’Essere in un dualismo esistenziale orientato al trascendere.
L’artista, astraendosi nel divenire di punto, compone scritte in codice Morse che ricama, fora, suona e proietta.
Traccia il filo di un percorso che insegue, esplora e interpreta per cercare di comprendere l’evoluzione di ciò che le accade e che la circonda.
Il filo è luce e la luce è filo.
Energia vitale che attraversa lo spazio e la superficie, generando un percorso vorticoso e intermittente, apparentemente asemico, ma portatore di un significato realmente decodificabile: punti e linee in attesa di essere collegati, interpretati e direzionati.
Il punto diventa movimento, la linea diventa percorso.
In questo passaggio il segno si espande e diventa frequenza, continuando a propagarsi anche quando non è più visibile.
Sceglie supporti connessi al tempo e al mutevole, su cui sperimenta quattro azioni che mappano ciò che, per lei, l’Essere compie continuamente:
attraversare, collegare, proiettare, interpretare.
Attraversare il supporto può essere un atto delicatissimo, come quando cuce la carta, oppure violento e drammatico, come quando incide l’alluminio con martello e punteruolo.
Per collegare utilizza il filo — di lana, di cotone o di fil di ferro — o la luce, naturale o generata da corpi illuminanti interrati nell’opera.
Il proiettare si riferisce alla proiezione fisica dell’opera e al suo messaggio, che verrà interpretato.
Il processo si ripete zootropicamente.
Per questo l’artista utilizza spesso palindromi, bifrasici, linee dinamiche, strutture che permettono movimento e mutamento, in attesa di quella sincronicità junghiana, in parte inscritta nello stesso codice Morse, che connette e rivela segni e simboli, permettendo all’Essere di percepirsi in connessione con il Tutto.
I suoi lavori ricercano, manifestano e comunicano l’Essere — in quanto essenza essenziale — attraverso un segno che procede e si addentra nello spazio e nel tempo, come un mantra quasi meditativo, con evoluzioni e rivoluzioni elicoidali che rimandano all’infinito.
In questa sospensione, dove il qui e ora coincidono, i meccanismi dell’Ignoto e dell’Oltre sembrano liberarsi per qualche istante del loro mistero, concedendo di scorgere un futuro potenziale che riattiva il divenire e il processo esplorativo, con un rinnovato stato di energia e consapevolezza.
Bio
Diana Pintaldi (1988, Roma) sviluppa la propria ricerca attraverso pratiche installative e processuali che integrano suono, luce e segno.
Nel 2019 è artista residente presso MACRO – progetto Giorgio de Finis, dove struttura una metodologia di lavoro incentrata sul processo e presentata nel progetto Anima l’istante.
A partire dal 2021 individua nel codice Morse la struttura portante della propria ricerca: un sistema di punti e linee che dà forma ai gesti di cucire, forare, incidere e proiettare, traducendo l’esperienza in segno, luce e suono.
Nel 2025 presenta la mostra bipersonale Omissioni nello spazio sperimentale di Studio GIGA, con due installazioni immersive che interrogano e integrano la voce come frequenza, in suono, luce e codice Morse.
Il suo lavoro è stato riconosciuto in ambito istituzionale attraverso una performance avviata nel 2017 e condivisa con il Maestro Michelangelo Pistoletto nel 2023, e attraverso un dialogo con la Fondazione Pistoletto promosso da Galleria Continua nel 2025.
Il lavoro è stato inoltre presentato in mostre personali e collettive in Italia.
English version
How does what was become what is?
What remains in us? What is its becoming?
Diana Pintaldi experiments with boundless processes of becoming.
Her research seeks the communication and manifestation of Being within an existential dualism oriented toward transcendence.
Abstracting herself into the becoming of a point, the artist composes writings in Morse code that she embroiders, perforates, sounds, and projects.
She traces the thread of a path that pursues, explores, and interprets in order to understand the evolution of what happens to her and what surrounds her.
The thread is light and light is thread.
A vital energy that traverses space and surface, generating a vortex-like and intermittent path, apparently asemic, yet carrying a truly decodable meaning: dots and lines waiting to be connected, interpreted, and directed.
The point becomes movement, the line becomes path.
In this passage, the sign expands and becomes frequency, continuing to propagate even when it is no longer visible.
She chooses supports connected to time and mutability, on which she experiments with four actions that map what, for her, Being continuously performs:
to traverse, to connect, to project, to interpret.
Traversing the support can be an extremely delicate act, such as sewing paper, or a violent and dramatic one, such as incising aluminum with hammer and punch.
To connect, she uses thread—wool, cotton, or metal wire—or light, whether natural or generated by lighting elements embedded in the work.
Projecting refers both to the physical projection of the work and to its message, which is then interpreted.
The process repeats itself zootropically.
For this reason, the artist often employs palindromes, biphrases, dynamic lines, and structures that allow movement and transformation, in anticipation of that Jungian synchronicity—partly inscribed within Morse code itself—which connects and reveals signs and symbols, enabling Being to perceive itself in connection with the Whole.
Her works seek, manifest, and communicate Being—as essential essence—through a sign that advances and penetrates space and time like an almost meditative mantra, with helical evolutions and revolutions that point toward infinity.
In this suspension, where the here and now coincide, the mechanisms of the Unknown and the Beyond seem to free themselves for a moment from their mystery, allowing a glimpse of a potential future that reactivates becoming and the exploratory process with a renewed state of energy and awareness.
Bio
Diana Pintaldi (1988, Rome) develops her research through installative and process-based practices that integrate sound, light, and sign.
In 2019, she was artist-in-residence at MACRO – Giorgio de Finis project, where she structured a working methodology centered on process and presented in the project Anima l’istante.
From 2021 onward, she identified Morse code as the structural core of her research: a system of dots and lines that shapes gestures of sewing, perforating, incising, and projecting, translating experience into sign, light, and sound.
In 2025, she presented the two-person exhibition Omissioni at the experimental space Studio GIGA, featuring two immersive installations that investigate and integrate the voice as frequency, in sound, light, and Morse code.
Her work has been recognized in an institutional context through a performance initiated in 2017 and later shared with Michelangelo Pistoletto in 2023, as well as through a dialogue with the Fondazione Pistoletto, promoted by Galleria Continua in 2025.
Her work has also been presented in solo and group exhibitions in Italy.
Cosa ne resta in noi? Qual è il suo divenire?
Diana Pintaldi sperimenta nei processi sconfinati del divenire.
Ricerca la comunicazione e la manifestazione dell’Essere in un dualismo esistenziale orientato al trascendere.
L’artista, astraendosi nel divenire di punto, compone scritte in codice Morse che ricama, fora, suona e proietta.
Traccia il filo di un percorso che insegue, esplora e interpreta per cercare di comprendere l’evoluzione di ciò che le accade e che la circonda.
Il filo è luce e la luce è filo.
Energia vitale che attraversa lo spazio e la superficie, generando un percorso vorticoso e intermittente, apparentemente asemico, ma portatore di un significato realmente decodificabile: punti e linee in attesa di essere collegati, interpretati e direzionati.
Il punto diventa movimento, la linea diventa percorso.
In questo passaggio il segno si espande e diventa frequenza, continuando a propagarsi anche quando non è più visibile.
Sceglie supporti connessi al tempo e al mutevole, su cui sperimenta quattro azioni che mappano ciò che, per lei, l’Essere compie continuamente:
attraversare, collegare, proiettare, interpretare.
Attraversare il supporto può essere un atto delicatissimo, come quando cuce la carta, oppure violento e drammatico, come quando incide l’alluminio con martello e punteruolo.
Per collegare utilizza il filo — di lana, di cotone o di fil di ferro — o la luce, naturale o generata da corpi illuminanti interrati nell’opera.
Il proiettare si riferisce alla proiezione fisica dell’opera e al suo messaggio, che verrà interpretato.
Il processo si ripete zootropicamente.
Per questo l’artista utilizza spesso palindromi, bifrasici, linee dinamiche, strutture che permettono movimento e mutamento, in attesa di quella sincronicità junghiana, in parte inscritta nello stesso codice Morse, che connette e rivela segni e simboli, permettendo all’Essere di percepirsi in connessione con il Tutto.
I suoi lavori ricercano, manifestano e comunicano l’Essere — in quanto essenza essenziale — attraverso un segno che procede e si addentra nello spazio e nel tempo, come un mantra quasi meditativo, con evoluzioni e rivoluzioni elicoidali che rimandano all’infinito.
In questa sospensione, dove il qui e ora coincidono, i meccanismi dell’Ignoto e dell’Oltre sembrano liberarsi per qualche istante del loro mistero, concedendo di scorgere un futuro potenziale che riattiva il divenire e il processo esplorativo, con un rinnovato stato di energia e consapevolezza.
Bio
Diana Pintaldi (1988, Roma) sviluppa la propria ricerca attraverso pratiche installative e processuali che integrano suono, luce e segno.
Nel 2019 è artista residente presso MACRO – progetto Giorgio de Finis, dove struttura una metodologia di lavoro incentrata sul processo e presentata nel progetto Anima l’istante.
A partire dal 2021 individua nel codice Morse la struttura portante della propria ricerca: un sistema di punti e linee che dà forma ai gesti di cucire, forare, incidere e proiettare, traducendo l’esperienza in segno, luce e suono.
Nel 2025 presenta la mostra bipersonale Omissioni nello spazio sperimentale di Studio GIGA, con due installazioni immersive che interrogano e integrano la voce come frequenza, in suono, luce e codice Morse.
Il suo lavoro è stato riconosciuto in ambito istituzionale attraverso una performance avviata nel 2017 e condivisa con il Maestro Michelangelo Pistoletto nel 2023, e attraverso un dialogo con la Fondazione Pistoletto promosso da Galleria Continua nel 2025.
Il lavoro è stato inoltre presentato in mostre personali e collettive in Italia.
English version
How does what was become what is?
What remains in us? What is its becoming?
Diana Pintaldi experiments with boundless processes of becoming.
Her research seeks the communication and manifestation of Being within an existential dualism oriented toward transcendence.
Abstracting herself into the becoming of a point, the artist composes writings in Morse code that she embroiders, perforates, sounds, and projects.
She traces the thread of a path that pursues, explores, and interprets in order to understand the evolution of what happens to her and what surrounds her.
The thread is light and light is thread.
A vital energy that traverses space and surface, generating a vortex-like and intermittent path, apparently asemic, yet carrying a truly decodable meaning: dots and lines waiting to be connected, interpreted, and directed.
The point becomes movement, the line becomes path.
In this passage, the sign expands and becomes frequency, continuing to propagate even when it is no longer visible.
She chooses supports connected to time and mutability, on which she experiments with four actions that map what, for her, Being continuously performs:
to traverse, to connect, to project, to interpret.
Traversing the support can be an extremely delicate act, such as sewing paper, or a violent and dramatic one, such as incising aluminum with hammer and punch.
To connect, she uses thread—wool, cotton, or metal wire—or light, whether natural or generated by lighting elements embedded in the work.
Projecting refers both to the physical projection of the work and to its message, which is then interpreted.
The process repeats itself zootropically.
For this reason, the artist often employs palindromes, biphrases, dynamic lines, and structures that allow movement and transformation, in anticipation of that Jungian synchronicity—partly inscribed within Morse code itself—which connects and reveals signs and symbols, enabling Being to perceive itself in connection with the Whole.
Her works seek, manifest, and communicate Being—as essential essence—through a sign that advances and penetrates space and time like an almost meditative mantra, with helical evolutions and revolutions that point toward infinity.
In this suspension, where the here and now coincide, the mechanisms of the Unknown and the Beyond seem to free themselves for a moment from their mystery, allowing a glimpse of a potential future that reactivates becoming and the exploratory process with a renewed state of energy and awareness.
Bio
Diana Pintaldi (1988, Rome) develops her research through installative and process-based practices that integrate sound, light, and sign.
In 2019, she was artist-in-residence at MACRO – Giorgio de Finis project, where she structured a working methodology centered on process and presented in the project Anima l’istante.
From 2021 onward, she identified Morse code as the structural core of her research: a system of dots and lines that shapes gestures of sewing, perforating, incising, and projecting, translating experience into sign, light, and sound.
In 2025, she presented the two-person exhibition Omissioni at the experimental space Studio GIGA, featuring two immersive installations that investigate and integrate the voice as frequency, in sound, light, and Morse code.
Her work has been recognized in an institutional context through a performance initiated in 2017 and later shared with Michelangelo Pistoletto in 2023, as well as through a dialogue with the Fondazione Pistoletto, promoted by Galleria Continua in 2025.
Her work has also been presented in solo and group exhibitions in Italy.








