IO, PITTORE DI FIGURA
L’interesse per la pittura di figura si è imposto nelle mie opere già a partire dalla scelta di frequentare il corso di Goffredo Trovarelli, il docente più tradizionale dell’Accademia fiorentina, ciò mi ha portato a dipingere dal vero modelli in posa. Dopo una parentesi di suggestioni kleeiane negli anni 2006/2010, ho recuperato la figura nei suoi valori plastici in riferimento a personaggi e avvenimenti della storia, politica, cronaca e in generale dei media.
(commento dell'autore)
Il pensiero nomade di Minotti
Pur vario nella propria discontinuità, tra insegnamento e ricerca, procede con passione in costante legame con il richiamo della figurazione, sul crinale del percettibile, in dialogo stringente tra realtà e immaginazione.
2011 Sandra Nava
Emilio Minotti riesce a comunicare attraverso le sue opere con l’inconscio collettivo: lo fa utilizzando un vocabolario visivo, raccogliendo le eredità della pop art e del dadaismo, portando anche all’estremo il confine tra linguaggio artistico e cultura popolare. … le opere di Minotti mostrano una sofisticata miscela di kitsch, modernità ed erotismo, infrangendo i tabù non tanto per scandalizzare, ma per trasformare la provocazione in bellezza.
2013 Claudia Sposini
L’iconoclastia di Emilio Minotti
Può un artista dare supremo valore alle immagini e al contempo risultare iconoclasta? Esaltare i personaggi che la società erge a miti e allo stesso tempo metterli in dubbio, farli vacillare, fino a spingerli sull’orlo del precipizio? ..I “Parvuli Hermae” di Minotti, “piccoli busti” con l'epigrafe dei nomi alla base, sono figure che la società ha eretto a simbolo di sé stessa, consacrati nel Pantheon della contemporaneità come le sculture allineate degli dei, ma che, sotto il luccichio della terracotta invetriata, faticano a reggere il confronto con sé stesse. In perenne bilico tra la gloria e l'abisso, le piccole sculture ingannano le apparenze.
2019 Erika Lacava
L’interesse per la pittura di figura si è imposto nelle mie opere già a partire dalla scelta di frequentare il corso di Goffredo Trovarelli, il docente più tradizionale dell’Accademia fiorentina, ciò mi ha portato a dipingere dal vero modelli in posa. Dopo una parentesi di suggestioni kleeiane negli anni 2006/2010, ho recuperato la figura nei suoi valori plastici in riferimento a personaggi e avvenimenti della storia, politica, cronaca e in generale dei media.
(commento dell'autore)
Il pensiero nomade di Minotti
Pur vario nella propria discontinuità, tra insegnamento e ricerca, procede con passione in costante legame con il richiamo della figurazione, sul crinale del percettibile, in dialogo stringente tra realtà e immaginazione.
2011 Sandra Nava
Emilio Minotti riesce a comunicare attraverso le sue opere con l’inconscio collettivo: lo fa utilizzando un vocabolario visivo, raccogliendo le eredità della pop art e del dadaismo, portando anche all’estremo il confine tra linguaggio artistico e cultura popolare. … le opere di Minotti mostrano una sofisticata miscela di kitsch, modernità ed erotismo, infrangendo i tabù non tanto per scandalizzare, ma per trasformare la provocazione in bellezza.
2013 Claudia Sposini
L’iconoclastia di Emilio Minotti
Può un artista dare supremo valore alle immagini e al contempo risultare iconoclasta? Esaltare i personaggi che la società erge a miti e allo stesso tempo metterli in dubbio, farli vacillare, fino a spingerli sull’orlo del precipizio? ..I “Parvuli Hermae” di Minotti, “piccoli busti” con l'epigrafe dei nomi alla base, sono figure che la società ha eretto a simbolo di sé stessa, consacrati nel Pantheon della contemporaneità come le sculture allineate degli dei, ma che, sotto il luccichio della terracotta invetriata, faticano a reggere il confronto con sé stesse. In perenne bilico tra la gloria e l'abisso, le piccole sculture ingannano le apparenze.
2019 Erika Lacava