Emma Scarafiotti

Photographer, Performer, Video artist
Milan
Profile picture of Emma Scarafiotti
Emma Scarafiotti (nata nel 1996) è un’artista italiana di mixed media. La sua pratica si sviluppa all’intersezione tra cinema, installazione e performance.
Inizialmente fotografa e performer, ha poi trovato nelle arti audiovisive la sua forma espressiva più completa. Dopo essersi laureata con lode in Design & Art Direction al London College of Communication, ha conseguito un Master in “Nuove Tecnologie per le Arti Visive”.
Il suo lavoro approfondisce temi legati al genere, al femminismo e al rapporto in evoluzione tra umano e non-umano, esplorando le intersezioni tra specie.
La pratica artistica di Emma Scarafiotti consiste nella sperimentazione con diversi media, che spaziano dal cinema alla fotografia, dal suono alla performance. Queste differenti forme di espressione le permettono di trasmettere lo stesso concetto su più dimensioni, offrendo interpretazioni diverse.
Il fulcro della sua ricerca esplora l’interconnessione tra umano e non-umano. La sua indagine parte dal corpo come luogo di percezione ed esperienza, attraverso il quale esplora gli intrecci interspecie, tessendo connessioni tra comunità umane e non-umane — animali, piante e altri esseri viventi — mettendo al contempo in discussione i confini di genere e di specie. La sua pratica ha spesso coinvolto collaborazioni con danzatori, poiché le sue storie richiedono di essere raccontate attraverso il linguaggio intimo e complesso dei corpi.
Il suo obiettivo è colmare la distanza tra la società umana e l’ambiente naturale, sottolineandone l’intrinseco sostegno reciproco.
È interessata a narrare storie che si collocano ai margini; per questo, i suoi soggetti sono principalmente outsider o creature non ancora identificate, che abitano uno spazio liminale.
I temi ricorrenti nella sua pratica includono la discriminazione di genere, la femminilità, la salute mentale e gli studi interspecie.
Nel suo approccio al mezzo cinematografico, esplora un linguaggio visivo che spesso trae origine dalle tradizioni documentarie e del cinéma vérité, per poi fondersi gradualmente in narrazioni finzionali e rielaborate.
Un filo conduttore centrale nel suo lavoro è l’ibridazione, che si riflette sia nei contenuti che nelle tecniche adottate. Combina frequentemente metodi analogici con tecnologie all’avanguardia, alternando tra organico e virtuale, con l’intento di spingere i confini del mezzo ed estendere i limiti fisici della nostra esistenza verso nuove dimensioni. Le sue opere sono state esposte presso Careof Milano, REA Fair, Fondazione Recontemporary a Torino, Bologna Art Fair, Olimpia Biennale Langhe e in fondazioni o musei internazionali negli Stati Uniti, in Cina e in Sudafrica. I suoi cortometraggi sono stati selezionati per festival nazionali e internazionali di video sperimentale, tra cui PANORAMICA23 (Visualcontainer), Thunderdance Film Festival UK, Cinedans Amsterdam, Aesthetica Prize UK, Video Art and Experimental Film Festival di New York e molti altri.
 
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