fabiopasqualiart

Artist
Reggio Emilia
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Sono nato ad Aosta nel 1963, rimasto presto unico di tre fratelli.

La mia infanzia fu felice, mio papà direttore di uno stabilimento della Montedison e mia mamma casalinga e pittrice sempre paladina di opere benefiche.

Due cani, che adoravo, e lunghe scorribande in quei giardini infiniti di Chatillon…

Del futuro non mi curavo, come è giusto per un bambino di quell’età.

 

Disegnavo spesso, mi piaceva disegnare invece di giocare a calcio o fare cose simili.

 

L’adolescenza fu segnata dalla morte precoce di mia mamma,

poi il mio trasferimento a Reggio Emilia dalla zia, e papà che faceva su e giu da Milano x lavoro.

 

Dopo la scuola, ho passato anch’io del tempo a Milano x frequentare l’Istituto per l’Abbigliamento

Marangoni che fu x me il trampolino di lancio per una fitta carriera nel mondo della moda.

Devo dire che ho passato momenti esaltanti quando sono riuscito a creare una mia organizzazione

giravo il mondo e stavo bene economicamente…ho vissuto i miei quarant’anni a pieno regime.

 

Quando non lavoravo dipingevo e lo facevo soprattutto di notte.

 

Primo matrimonio, primo divorzio poi altra convivenza, figlio, poi fuga ancora…donne, locali,

macchine di lusso…vacanze…

 

Andava tutto bene (forse troppo) ed ecco allora che mi capita una vera e propria tegola in testa.

 

Mio papà decise di togliersi la vita in un estremo tentativo di non far pesare su di me la sua solitudine e bisogno di cure.

 

Da allora fu un po’ più dura….

 

La mia indipendenza (e il dolore) mi portarono ad esagerare con la vita…

 

Parecchi anni a quel ritmo mi trascinarono pian piano giù. I sensi di colpa e la voglia di riscatto si alternarono in una danza frenetica che consuma tutto.

 

Finalmente la svolta: ho conosciuto una donna e mi sono innamorato e sposato.

Lei e la sua bambina hanno cominciato a riempire e colorare sempre più la mia vita ed ho anche recuperato il vero rapporto con mio figlio.

 

Ed ecco che si palesa la crisi economica, la pandemia, la crisi energetica: problemi sul lavoro, scarseggiano i soldi e la pazienza, ti prende l’ansia per il futuro.

 

In questo contesto ho iniziato a vivere nella nostra bellissima casa (disegnata da me) insieme alla mia famiglia (4 persone e 3 cani) e dei simpatici vicini. Non esco più e lavoro da casa per una azienda di abbigliamento che produce in Tunisia.

 

L’arte per me diventa uno sfogo, un modo di sfuggire le banalità e i luoghi comuni, un modo per lasciarmi andare e semplicemente tirare fuori questa voglia di espressione che non mi va più di urlare.

Le mie opere sono esposte alla TD Art Gallery di Crema e Milano Marittima (Italia) e ho partecipato a diverse fiere e mostre del settore in Italia.

Sinceramente lo trovo un logico accoppiamento con il lavoro che svolgo digitalmente.

La voglia di lavorare materialmente su vecchi quadri mi è venuta dopo aver realizzato

su Photoshop l’opera: “SE CARAVAGGIO AVESSE AVUTO UN FIGLIO” e “SEI PERSEO?”.

 

SE CARAVAGGIO AVESSE AVUTO UN FIGLIO

 

 

SEI PERSEO?

 

 

Immagino vecchi quadri barocchi appesi per le strade come cartelli stradali e scarabocchiati dai ragazzini con le loro scritte e i loro stickers adesivi.

 

 

E’ bello stimolante girare per mercatini dell’antiquariato e scoprire dipinti retrò di poco valore con importanti cornici barocche per poi portarle a casa e dargli nuova vita, una

nuova possibilità, reinventare il passato e renderlo più simile al futuro.

 

Penso che magari cent’anni fa quel quadro era appeso alla parete di una casa dell’epoca poi, con il passare del tempo, è stato messo da parte.

Ora vorrei che i figli o i nipoti trovassero attuale una mia opera e la appendessero sui

muri delle loro case senza rendersi conto che “sotto” c’è il quadro della nonna.

 

A volte capita che il quadro di base mi infonda già un’idea per la rielaborazione, a volte lo tengo a lungo nel mio studio, lo fotografo e, con Photoshop, cerco un modo per reinterpretarlo. Solo dopo aver simulato varie soluzioni procedo materialmente.

 

A volte considero l’opera iniziale così “non di mio gusto” che lo ricopro tutto di smalto

acrilico e lo utilizzo come base per un’opera completamente diversa.

Ultimamente trovo fondamentale sottolineare l’enfasi della mia interpretazione aggiungendo al “rettangolo” principale dei piccoli riquadri di legno che simboleggiano

l’intervento esterno all’immagine originale.
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