"Dall'insolito allestimento è possibile apprezzare la coerenza e il rigore della ricerca di Fabrizio Stenti.
La casualità nel trovare il materiale, meticolosamente ricomposto in intarsio di carta, è combinata con l'imprecisione dell'exibhition intenzionale dove i lavori riprendono il loro corso interrotto di deperimento.
L'equilibrio compositivo è caratterizzato da elementi costanti: la presenza di un numero (che è anche il titolo dell'opera).
una tensione verticale in evidenza e un dettaglio protagonista, a volte accompagnato da un significativo dettaglio nascosto.
Una pratica accurata, nata dall'esperienza professionale di un architetto, attraverso la quale l'artista sfida l'omologazione diffusa e introiettata, che da parte impone uno spreco dalla sovrapproduzione e dall'altra richiede modelli di perfezione irraggiungibili.
Fabrizio Stenti esprime così la forza di un sentimento profondamente critico verso un conformismo oppressivo, riassumendolo, al contrario, con l'uso di materiali di scarto accuratamente catalogati e delicatamente assemblati."
Maria Arcidiacono, archeologa, studiosa di arte storica e curatrice, Bruxelles 2019