gianfranco gentile

Performer, Painter
Verona
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Sono nato a Verona nel 1949. Nell’autunno del ‘68 mi trasferisco a Firenze dove mi laureo in Architettura. A metà degli anni ’70 frequento il corso quadriennale di Fonologia e Musica elettronica diretto da Albert Mayr presso il Conservatorio Luigi Cherubini.
Con il gruppo Nuova Musica diretto da Mayr, partecipo a manifestazioni di musica contemporanea in Italia e all’Estero e a performance del movimento artistico Fluxus.
Rimango a Firenze undici anni, fino al 1979, anno in cui mi trasferisco a Roma per collaborare a Finita Infinita, progetto teatrale della cantante e attrice Maria Monti; una lettura per attrice, percussioni e nastro magnetico sulla Nascita del Teatro nella mitologia Vedica.
Dalla metà degli anni '90 inizio il percorso nell'arte pittorica che mi porta ai nostri giorni.
Attraverso l’utilizzo di cartoni da imballaggio riciclati, dipinti a pastello morbido e con l’invenzione di una tecnica basata su un’accurata asportazione della superficie non dipinta, propongo un’operazione sulla memoria, un’archeologia industriale che riflette esteticamente sull’invenzione umana e il suo trascorrere, sui miti arrugginiti del pensiero positivista e sulla seconda bellezza dell’oggetto, non più funzionale, creata dal fluire del tempo con le ossidazioni e corrosioni della materia.
Da alcuni anni, sulla scia di un’importante realizzazione su commissione di opere ispirate alla classicità, ho immaginato contesti di archeologia industriale dove, in una sorta di bolla spazio-temporale, ipotizzo divinità aliene atterrate su una Terra devastata e silente, figure classiche con i corpi dipinti di verde come le nostre fantasie marziane, un divertissement dal sapore pop.
Sensibile alle tematiche ambientaliste già a partire dai miei studi di architettura dei primi anni ’70, utilizzo le possibilità creative del cartone per opere sulla salvaguardia del nostro pianeta. Su iniziativa del Movimento Arte Etica di cui faccio parte, ho realizzato grandi murali di cartone: Octopus Domesticus (m 8,50 x 18,80) e La Danza Macabra delle rane e dei girini (m 4 x 37) sul riciclo della plastica e sull’inquinamento delle acque.
A causa della cecità e disumanità delle politiche anti-immigrazione, nonché delle condizioni di lavoro a cui sono spesso condannati i migranti, una parte consistente del mio lavoro è dedicato a questi temi con opere che integrano la pura pittura con l’installazione e la performance come Visita al Sacro Pomodoro, un'installazione di 7 opere sul lavoro dei braccianti e No-people boat, una performance durante la quale ho cancellato i volti dei migranti di un barcone che avevo dipinto un anno prima.
Ho un ricco curriculum di mostre personali e collettive sia in Italia che all’estero, con partecipazione a biennali in Cina e Brasile.
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