Nel 2019 termina gli studi presso l'Accademia di Belle Arti di Bari.
Durante la sua formazione al corso di Pittura concentra la sua ricerca artistica sulle tecniche della pittura tradizionale e sulla sperimentazione, producendo un ciclo di opere con le quali parteciperà a diversi progetti espositivi sul territorio nazionale e all'estero.
Durante questi anni vi è anche una collaborazione con gli artisti Michelangelo Pistoletto e Juan Sandoval per il progetto "MAR MEDITERRANEO - SEDIE LOVE DIFFERENCE".
La sua prima mostra personale, intitolata" LA PELLE NOMADE DELLA PITTURA", avviene nel 2018 presso la galleria "Nuova Vernice Arte" a Bari.
Seguiranno una serie di mostre e progetti nella stessa città in collaborazione con la "Fondazione Nikolaus" nello "Spazio Murat" e a palazzo Starita in collaborazione con "Fondazione Puglia".
Inoltre nel 2019 partecipa a Roma in una mostra collettiva in collaborazione con "Fondazione Catel" nei "Musei di San Salvatore in Lauro".
Vi saranno numerose altre mostre in Italia tra cui il progetto "TAKE CARE" di "Fondazione 107" a Torino nel 2021 e la mostra collettiva "MUTAMENTI" presso la "Galleria Civica di Taverna" e la sala espositiva del "Parco Nazionale della Sila" nel 2022.
Nel 2022 partecipa alla 59^ edizione della Biennale di Venezia in collaborazione con il "Padiglione Venezia della Biennale" e "MUVE - Musei Civici di Venezia" come ex-aequo al progetto espositivo "ARTEFICI DEL NOSTRO TEMPO" presso il Padiglione 29 di Forte Marghera.
Nel 2023 partecipa alla mostra collettiva "ACCIONS - crisi climàtica art i ciència" presso l' ICGC di Barcellona ed è tra i finalisti dell' "EXIBART PRIZE 2022/23".
Biografia
Giuseppe Marinelli (Castellana Grotte, 1990) è un artista che vive e lavora tra la Puglia e il Trentino.
Da questi luoghi, che gli consentono di essere in stretto rapporto con la natura, trae ispirazione per la realizzazione delle sue opere, infatti la materia organica, come crani e ossa, diventa il suo mezzo di espressione.
Inoltre l'artista utilizza spesso la pelle di serpente, che recupera da questi animali durante la muta, per evocarne la figura o generare l'immagine di nuove creature anguiformi come fossero fossili di esseri mai esistiti.
Così la natura entra a far parte della pittura o della scultura di Giuseppe Marinelli che quasi sostituisce a qualsiasi forma di rappresentazione la presentazione della natura stessa.
Il recupero di questi elementi organici diviene fondamentale poiché sono testimonianze che raccontano una vita trascorsa e che si sottraggono in questo modo al naturale ciclo della trasformazione continua della materia, trovando un nuovo destino nell'arte.
Nel mio lavoro il contatto con gli animali e la natura è fondamentale perché diventa un momento di riflessione che si concretizza durante l'esecuzione delle opere.
Recupero materiali organici regalando loro una nuova vita nell' Arte.
Utilizzo spesso la pelle di serpente in quanto il tessuto epiteliale è il contenitore della vita e il serpente porta con se il concetto del continuo mutamento.
Attraverso la composizione di questi frammenti epidermici cerco di esprimere questo concetto, soprattutto in questo momento, perché viviamo gli effetti del cambiamento climatico.
Lo stesso concetto lo si ritrova nel ciclo di ogni cosa in quanto la materia è in continua trasformazione e quello che spesso ci sembra esaurito diventa risorsa vitale per un nuovo inizio.
Durante la sua formazione al corso di Pittura concentra la sua ricerca artistica sulle tecniche della pittura tradizionale e sulla sperimentazione, producendo un ciclo di opere con le quali parteciperà a diversi progetti espositivi sul territorio nazionale e all'estero.
Durante questi anni vi è anche una collaborazione con gli artisti Michelangelo Pistoletto e Juan Sandoval per il progetto "MAR MEDITERRANEO - SEDIE LOVE DIFFERENCE".
La sua prima mostra personale, intitolata" LA PELLE NOMADE DELLA PITTURA", avviene nel 2018 presso la galleria "Nuova Vernice Arte" a Bari.
Seguiranno una serie di mostre e progetti nella stessa città in collaborazione con la "Fondazione Nikolaus" nello "Spazio Murat" e a palazzo Starita in collaborazione con "Fondazione Puglia".
Inoltre nel 2019 partecipa a Roma in una mostra collettiva in collaborazione con "Fondazione Catel" nei "Musei di San Salvatore in Lauro".
Vi saranno numerose altre mostre in Italia tra cui il progetto "TAKE CARE" di "Fondazione 107" a Torino nel 2021 e la mostra collettiva "MUTAMENTI" presso la "Galleria Civica di Taverna" e la sala espositiva del "Parco Nazionale della Sila" nel 2022.
Nel 2022 partecipa alla 59^ edizione della Biennale di Venezia in collaborazione con il "Padiglione Venezia della Biennale" e "MUVE - Musei Civici di Venezia" come ex-aequo al progetto espositivo "ARTEFICI DEL NOSTRO TEMPO" presso il Padiglione 29 di Forte Marghera.
Nel 2023 partecipa alla mostra collettiva "ACCIONS - crisi climàtica art i ciència" presso l' ICGC di Barcellona ed è tra i finalisti dell' "EXIBART PRIZE 2022/23".
Biografia
Giuseppe Marinelli (Castellana Grotte, 1990) è un artista che vive e lavora tra la Puglia e il Trentino.
Da questi luoghi, che gli consentono di essere in stretto rapporto con la natura, trae ispirazione per la realizzazione delle sue opere, infatti la materia organica, come crani e ossa, diventa il suo mezzo di espressione.
Inoltre l'artista utilizza spesso la pelle di serpente, che recupera da questi animali durante la muta, per evocarne la figura o generare l'immagine di nuove creature anguiformi come fossero fossili di esseri mai esistiti.
Così la natura entra a far parte della pittura o della scultura di Giuseppe Marinelli che quasi sostituisce a qualsiasi forma di rappresentazione la presentazione della natura stessa.
Il recupero di questi elementi organici diviene fondamentale poiché sono testimonianze che raccontano una vita trascorsa e che si sottraggono in questo modo al naturale ciclo della trasformazione continua della materia, trovando un nuovo destino nell'arte.
Nel mio lavoro il contatto con gli animali e la natura è fondamentale perché diventa un momento di riflessione che si concretizza durante l'esecuzione delle opere.
Recupero materiali organici regalando loro una nuova vita nell' Arte.
Utilizzo spesso la pelle di serpente in quanto il tessuto epiteliale è il contenitore della vita e il serpente porta con se il concetto del continuo mutamento.
Attraverso la composizione di questi frammenti epidermici cerco di esprimere questo concetto, soprattutto in questo momento, perché viviamo gli effetti del cambiamento climatico.
Lo stesso concetto lo si ritrova nel ciclo di ogni cosa in quanto la materia è in continua trasformazione e quello che spesso ci sembra esaurito diventa risorsa vitale per un nuovo inizio.