Michele Liparesi

Sculptor
Bologna
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Mi dedico a recuperare e dare nuova esistenza a materiali di scarto. Selezionati, modificati ed

assemblati mi hanno portato alla creazione di una serie di sculture luminose che rimandano ad

elementi naturali o ad elementi architettonici.

In “Agglomerati Urbani” ho riciclato elementi di computer, piccoli e grandi pezzi metallici di

materiali elettrici, elementi di lettori CD, lavatrici, ecc.. Ho inventato architetture urbanistiche

assemblandoli e quando viene accesa la piccola luce all'interno della scultura, l'osservatore può

godersi lo spazio imprevedibile che prende forma intorno a lui.

Tramite il recupero di materiali, ho potuto progettare opere di design per interni realizzando pareti

costituite da elementi assemblati (cassette in plastica, scolapiatti in ferro, buchette della posta in

legno, ecc.) che a secondo della luce solare o artificiale presente, producono anch'esse cangianti

trafori di luci ed ombre.

L' “Interattività” da parte del visitatore è sostanziale nella maggior parte del mio lavoro.

Uno tra i miei più cari lavori è anch'esso al 80 % tutto di recupero, è un prototipo per un lavoro

permanente da piazza : “Monumento Interattivo”. È un opera che ho iniziato a pensare quando

vivevo a Firenze, città coi monumenti recintati, con le basi dei monumenti recintati, dove molte

piazze sono sempre meno un punto di ritrovo quanto invece quotidianamente sono gremite di

turisti e quant'altro di passaggio. Ho pensato a un monumento apparentemente classico ed

efficace alla socialità, nel senso che la base del mio monumento aprendosi permette di “abitare” la

piazza. Le quattro pareti dell'opera sono descrittive, vi sono bassorilievi in colla a caldo che danno

istruzioni di come e di cosa servirsi aprendo una delle “ante”. La base monumentale aperta offre

uno spazio per cucinare, uno spazio dove leggere o studiare, una poltrona e un letto.

Le mie opere di rete metallica sono sculture figurative fortemente evocative, appaiono come

involucri di animali modellati in grandezza naturale (felini, rapaci, primati), formati quasi come una

sintesi digitale; penso che possano suscitare in chi li vede varie e personalissime emozioni, dalla

costrizione, allo stupore, alla libertà. Tra queste, alcune opere sono sculture interattive: vengono

animate dall'azione spontanea dell'osservatore che da “spettatore” lo invito a partecipare, con una

torcia. Queste installazioni consistono in trofei di caccia di cervidi che, disposti in una stanza buia

illuminati di luce fioca, evocano la morte dell'animale fin quando l'osservatore si fa attivo e, con le

torce supplementari a disposizione, li illumina. Così li rianima, interagendoci, perché si producono

sulle pareti disegni prospettici che si muovono; gli animali di rete vengono in questo modo liberati

dalla loro staticità.
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