Sono nata a Rivarolo Canavese, Torino, nel 1966.
Ho sempre amato la matita e i fogli di carta. Disegnare è un atto leggero. Il segno che rimane impresso pare dissolversi improvvisamente eppure rimane, perdura nel tempo.
A volte è come una di quelle asparizioni di Giorgio Caproni. L’intento di fermare qualcosa che per natura è fugace, lascia ampio spazio vuoto e silenzio.
Il disegno è intimo. È come la fotografia in bianco e nero: non urla, non ti sbatte in faccia né il bello, né il brutto, ma ti attira a poco a poco nel suo piccolo mondo, un microcosmo, una piccola visione personalissima.
Sento il legame con la Natura. Quando cammino nei boschi ritrovo il senso delle cose. Tutto è come deve essere. Eternamente. E allora fotografo e disegno rami e vegetazione e roccia e poi case abbandonate, simbolo di impermanenza. Tracce di vita all’interno, ma è solo un ricordo che la natura ha già cancellato.
Ho sempre amato la matita e i fogli di carta. Disegnare è un atto leggero. Il segno che rimane impresso pare dissolversi improvvisamente eppure rimane, perdura nel tempo.
A volte è come una di quelle asparizioni di Giorgio Caproni. L’intento di fermare qualcosa che per natura è fugace, lascia ampio spazio vuoto e silenzio.
Il disegno è intimo. È come la fotografia in bianco e nero: non urla, non ti sbatte in faccia né il bello, né il brutto, ma ti attira a poco a poco nel suo piccolo mondo, un microcosmo, una piccola visione personalissima.
Sento il legame con la Natura. Quando cammino nei boschi ritrovo il senso delle cose. Tutto è come deve essere. Eternamente. E allora fotografo e disegno rami e vegetazione e roccia e poi case abbandonate, simbolo di impermanenza. Tracce di vita all’interno, ma è solo un ricordo che la natura ha già cancellato.