Biografia
Marilena Ramadori nasce nel 1965 a Montegiorgio. Vive e lavora a Velletri. Si laurea in Architettura all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e successivamente frequenta il corso di perfezionamento in “Storia della Progettazione Architettonica”. Nel 2003 consegue il master europeo in “Storia dell’Architettura” all’Università degli Studi “Roma Tre”, completando poi l’iter con un internship presso gli uffici della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Roma.
Nel 2014 si avvicina alla pittura e contemporaneamente sperimenta anche la scultura. Nel 2017 e nel 2018 frequenta i corsi di pittura tenuti dal Prof. Fabrizio dell’Arno presso la RUFA (Rome University of Fine Art) determinanti per continuare, con maggior consapevolezza e conoscenza, il suo percorso artistico. Dal 2015 ha partecipato a numerose mostre collettive e personali, ottenendo vari premi e riconoscimenti. Nel 2020 è tra i finalisti del 14^ Arte Laguna Prize nella sezione pittura. Nel 2021 è finalista in diversi premi d’arte contemporanea: Premio Yicca, Premio Marchionni e Premio Mestre. Nel 2022 è vincitrice del 2° Premio all’international art contest Premio Arte Borgo e finalista alla Mostra Nazionale D’Arte “100 Artisti a Palazzo Fani”, al Premio Accademico Internazionale “Apollo Dionisiaco”, al 24° Premio Vittorio Viviani e al Quarterly Art Review della Circle Foundation for the Arts. Nel 2023 viene selezionata e pubblicata nel catalogo “50 Artist to Watch” da Florence Contemporary Gallery. Nel 2024 è finalista dell'Exibart Prize N4.
Statement
Al centro della sua ricerca artistica c’è l’architettura. Gli edifici accompagnano da sempre l’umanità e indagare sul loro linguaggio espressivo diventa per l'artista un’esigenza alla quale non vuole rinunciare.
Elemento principale del suo lavoro è la ricerca, necessaria per comprendere il soggetto architettonico sul quale intende lavorare. Le immagini architettoniche che affiorano sulle sue tele sono il simbolo di un’architettura essenziale dove non c’è spazio per quelli che l'artista definisce elementi di distrazione.
Osservando la città e i mutamenti che la stessa ha subito, cerca di annotare dove l’opera architettonica ha inciso significativamente sullo skyline e/o sul volto della città stessa. Le architetture urbane che catturano la sua attenzione diventano gli oggetti o meglio i soggetti del suo lavoro. L'interesse dell'artista si è focalizzato non solo su edifici emblematici, che hanno fatto la storia dell’architettura, ma anche su architetture meno referenziali, quelle che si incontrano mentre si cammina e ci si perde nello spazio urbano, soprattutto se si ha la fortuna di vivere in una città come Roma, una sorta di archivio a cielo aperto.
Il disegno è sempre preceduto da un primo step in cui prepara le sue tele con acrilici e/o olio creando le colature che caratterizzano tutti i suoi lavori per avere la visione di uno spazio che ambisce a un'astrazione di fondo, pronta ad accogliere l'architettura in dialogo con essa. Le piace lasciare traccia del disegno, visibile spesso sulla tela, una sorta di testimonianza del passaggio umano in quelle sue vedute di esterni dove la presenza fisica è solo percepibile.
Quelle che vediamo nei suoi lavori sono sempre porzioni di architetture trasposte sulla tela. Di ogni soggetto si vede raffigurata solo una parte, una sezione, che, a ogni modo, pur negando alla vista la totalità dell’immagine, non impedisce di ricondurre al riconoscimento della struttura originale.
Lo studio compositivo dell’opera si sviluppa attorno all'idea di un’inquadratura personale dove il bilanciamento tra pieni e vuoti, tra zone chiare e scure diventa fondamentale per affidare autonomia espressiva e ruolo da protagonista al particolare scelto.
Anche la stesura del colore, per trasparenze, assume un significato preciso: rendere manifeste le diverse stratificazioni del dipinto significa raccontarne le fasi che lo hanno attraversato. All'artista piace l’idea che dentro il suo quadro ci possa essere questa narrazione, a partire dal disegno che reputa fondamentale per il suo lavoro.
Marilena Ramadori nasce nel 1965 a Montegiorgio. Vive e lavora a Velletri. Si laurea in Architettura all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e successivamente frequenta il corso di perfezionamento in “Storia della Progettazione Architettonica”. Nel 2003 consegue il master europeo in “Storia dell’Architettura” all’Università degli Studi “Roma Tre”, completando poi l’iter con un internship presso gli uffici della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Roma.
Nel 2014 si avvicina alla pittura e contemporaneamente sperimenta anche la scultura. Nel 2017 e nel 2018 frequenta i corsi di pittura tenuti dal Prof. Fabrizio dell’Arno presso la RUFA (Rome University of Fine Art) determinanti per continuare, con maggior consapevolezza e conoscenza, il suo percorso artistico. Dal 2015 ha partecipato a numerose mostre collettive e personali, ottenendo vari premi e riconoscimenti. Nel 2020 è tra i finalisti del 14^ Arte Laguna Prize nella sezione pittura. Nel 2021 è finalista in diversi premi d’arte contemporanea: Premio Yicca, Premio Marchionni e Premio Mestre. Nel 2022 è vincitrice del 2° Premio all’international art contest Premio Arte Borgo e finalista alla Mostra Nazionale D’Arte “100 Artisti a Palazzo Fani”, al Premio Accademico Internazionale “Apollo Dionisiaco”, al 24° Premio Vittorio Viviani e al Quarterly Art Review della Circle Foundation for the Arts. Nel 2023 viene selezionata e pubblicata nel catalogo “50 Artist to Watch” da Florence Contemporary Gallery. Nel 2024 è finalista dell'Exibart Prize N4.
Statement
Al centro della sua ricerca artistica c’è l’architettura. Gli edifici accompagnano da sempre l’umanità e indagare sul loro linguaggio espressivo diventa per l'artista un’esigenza alla quale non vuole rinunciare.
Elemento principale del suo lavoro è la ricerca, necessaria per comprendere il soggetto architettonico sul quale intende lavorare. Le immagini architettoniche che affiorano sulle sue tele sono il simbolo di un’architettura essenziale dove non c’è spazio per quelli che l'artista definisce elementi di distrazione.
Osservando la città e i mutamenti che la stessa ha subito, cerca di annotare dove l’opera architettonica ha inciso significativamente sullo skyline e/o sul volto della città stessa. Le architetture urbane che catturano la sua attenzione diventano gli oggetti o meglio i soggetti del suo lavoro. L'interesse dell'artista si è focalizzato non solo su edifici emblematici, che hanno fatto la storia dell’architettura, ma anche su architetture meno referenziali, quelle che si incontrano mentre si cammina e ci si perde nello spazio urbano, soprattutto se si ha la fortuna di vivere in una città come Roma, una sorta di archivio a cielo aperto.
Il disegno è sempre preceduto da un primo step in cui prepara le sue tele con acrilici e/o olio creando le colature che caratterizzano tutti i suoi lavori per avere la visione di uno spazio che ambisce a un'astrazione di fondo, pronta ad accogliere l'architettura in dialogo con essa. Le piace lasciare traccia del disegno, visibile spesso sulla tela, una sorta di testimonianza del passaggio umano in quelle sue vedute di esterni dove la presenza fisica è solo percepibile.
Quelle che vediamo nei suoi lavori sono sempre porzioni di architetture trasposte sulla tela. Di ogni soggetto si vede raffigurata solo una parte, una sezione, che, a ogni modo, pur negando alla vista la totalità dell’immagine, non impedisce di ricondurre al riconoscimento della struttura originale.
Lo studio compositivo dell’opera si sviluppa attorno all'idea di un’inquadratura personale dove il bilanciamento tra pieni e vuoti, tra zone chiare e scure diventa fondamentale per affidare autonomia espressiva e ruolo da protagonista al particolare scelto.
Anche la stesura del colore, per trasparenze, assume un significato preciso: rendere manifeste le diverse stratificazioni del dipinto significa raccontarne le fasi che lo hanno attraversato. All'artista piace l’idea che dentro il suo quadro ci possa essere questa narrazione, a partire dal disegno che reputa fondamentale per il suo lavoro.