Navid Azimi Sajadi è nato nel 1982 a Teheran, dove si è laureato in Pittura presso la Facoltà Architettura della Azad University di Teheran, per poi trasferirsi a Roma e laurearsi all’Accademia di Belle Arti. Nel 2009 ha vinto il Premio Amedeo Modigliani e dopo aver conseguito il Master of Fine Art in MultiMedia Sculpture presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, nel 2013 ha partecipato alla IX Biennale di Shanghai. Nel 2018 ha vinto la IX Edizione del Premio Combat Museum di Giovanni Fattori in disegno e campo grafico e ha partecipato al progetto The Bridge, ambiente 1 al Museo di arte contemporanea di Roma. A maggio 2019 ha vinto il Premio Viero per l’arte contemporanea. Dal 2012 realizza mostre e installazione in vari istituti e musei in Iran, Emirati Arabi, Turchia e Inghilterra.
2018, Eisegesis, Pejman Foundation and Dastan Gallery, Iran - The bridge project, museo Macro, Roma - 2019, Transfiguration Mode, (Stills of peace 2019) Aria Foundation - Scuderie Ducali palazzo Acquaviva, Atri, Italy - 2019, Archway project, Kare Art gallery Istanbul - 2019, The bridge, Galleria Deanesi, Trento- 2019- “TOMES”Williamson Gallery / ArtCenter College of Design, Los Angeles - 2020, Allegorical States, Foundry museum -Dubai , Dubai, UAE - 2020, Oriente e Occidente. Allegorie e simboli della tradizione mediterranea, Complesso monumentale Santa Maria Nuova, MonrealeSerafini della tortura (collezione permanente), Getty center, Los Angeles.
Il mio lavoro riflette la mia esperienza tra due culture, si tratta di codici interculturali. cerco di manipolare e riprodurre costantemente ciò che significano le immagini, le forme ed i ricordi creando un ambiente metaforico in cui gli spettatori possono collegare una vasta gamma di significati, di indicatori di tempo e di spazio. Uno scorcio visivo di un crocevia dove si incontrano storia e mitologia. Nelle mie produzioni uso diversi media, dalla fotografia al disegno all'installazione con un linguaggio estetico minimale e altamente simbolico.
Il corpo del mio lavoro si compone di carte fatte a mano, feltro, legno, smalto, resina e materiali naturali, ma anche di oggetti o immagini che hanno avuto un significato storico e simbolico in diverse culture che ho raccolto e accumulato nel corso degli anni partendo dall- Iran fino agli altri luoghi nei quali ho vissuto. Nel mio processo di ideazione cerco parallelismi tra le culture, per armonizzare il patrimonio dell`arte mediorientale con il mondo occidentale. La letteratura esoterica persiana, i riferimenti religiosi e mitologici, dal mondo antico alla nostra società contemporanea, hanno creato lo spazio metaforico dentro il quale scorre il mio lavoro.
Nelle mie opere sto esplorando il concetto di diversità, culturale o religiosa, orientamento sessuale e socio-politico, le tensioni, i traumi, le paure insite nella nostra società contemporanea, creando un labirinto visivo e lasciando una libera interpretazione da parte dell osservatore. Unione del mio processo di ideazione e la mia pratica in studio, mi portano a creare un pantheon di oggetti e immagini che indicano una molteplicita` di aspetti, una lettura carnevalesca delle due tradizioni : occidentale e mediorientale, cultura antica e contemporanea. La storica giustapposizione tra potere materiale e potere spirituale si manifesta nelle mie opere come stato di contraddizione e da` luogo ad una esposizione della violenza. La sintesi delle agende ideologiche ed estetiche apparentemente opposte e significanti - politica e poetica, mitologico e storico, il concettuale e il barocco, mutaforma e incarnazione santa, armonia e la distruzione, la risurrezione di ombre eterne e degli idoli di Oriente e Occidente contribuisce alla creazione di una sorta di racconto ambiguo. Questo linguaggio visivo polifonico rivela i modi in cui queste nozioni, spesso contraddittorie, e le relazioni modellano i mondi contemporanei.
2018, Eisegesis, Pejman Foundation and Dastan Gallery, Iran - The bridge project, museo Macro, Roma - 2019, Transfiguration Mode, (Stills of peace 2019) Aria Foundation - Scuderie Ducali palazzo Acquaviva, Atri, Italy - 2019, Archway project, Kare Art gallery Istanbul - 2019, The bridge, Galleria Deanesi, Trento- 2019- “TOMES”Williamson Gallery / ArtCenter College of Design, Los Angeles - 2020, Allegorical States, Foundry museum -Dubai , Dubai, UAE - 2020, Oriente e Occidente. Allegorie e simboli della tradizione mediterranea, Complesso monumentale Santa Maria Nuova, MonrealeSerafini della tortura (collezione permanente), Getty center, Los Angeles.
Il mio lavoro riflette la mia esperienza tra due culture, si tratta di codici interculturali. cerco di manipolare e riprodurre costantemente ciò che significano le immagini, le forme ed i ricordi creando un ambiente metaforico in cui gli spettatori possono collegare una vasta gamma di significati, di indicatori di tempo e di spazio. Uno scorcio visivo di un crocevia dove si incontrano storia e mitologia. Nelle mie produzioni uso diversi media, dalla fotografia al disegno all'installazione con un linguaggio estetico minimale e altamente simbolico.
Il corpo del mio lavoro si compone di carte fatte a mano, feltro, legno, smalto, resina e materiali naturali, ma anche di oggetti o immagini che hanno avuto un significato storico e simbolico in diverse culture che ho raccolto e accumulato nel corso degli anni partendo dall- Iran fino agli altri luoghi nei quali ho vissuto. Nel mio processo di ideazione cerco parallelismi tra le culture, per armonizzare il patrimonio dell`arte mediorientale con il mondo occidentale. La letteratura esoterica persiana, i riferimenti religiosi e mitologici, dal mondo antico alla nostra società contemporanea, hanno creato lo spazio metaforico dentro il quale scorre il mio lavoro.
Nelle mie opere sto esplorando il concetto di diversità, culturale o religiosa, orientamento sessuale e socio-politico, le tensioni, i traumi, le paure insite nella nostra società contemporanea, creando un labirinto visivo e lasciando una libera interpretazione da parte dell osservatore. Unione del mio processo di ideazione e la mia pratica in studio, mi portano a creare un pantheon di oggetti e immagini che indicano una molteplicita` di aspetti, una lettura carnevalesca delle due tradizioni : occidentale e mediorientale, cultura antica e contemporanea. La storica giustapposizione tra potere materiale e potere spirituale si manifesta nelle mie opere come stato di contraddizione e da` luogo ad una esposizione della violenza. La sintesi delle agende ideologiche ed estetiche apparentemente opposte e significanti - politica e poetica, mitologico e storico, il concettuale e il barocco, mutaforma e incarnazione santa, armonia e la distruzione, la risurrezione di ombre eterne e degli idoli di Oriente e Occidente contribuisce alla creazione di una sorta di racconto ambiguo. Questo linguaggio visivo polifonico rivela i modi in cui queste nozioni, spesso contraddittorie, e le relazioni modellano i mondi contemporanei.
