Come si fa a impedire alla tecnica che può di non fare ciò che può?
Si deve conoscere tutto ciò che si può conoscere, e fare tutto ciò che si può fare?
Le leggi della Natura non possono essere violate, la natura non può essere posta al servizio dell’uomo se non nel rispetto delle sue leggi. Ora la tecnica è in grado di modificare la Natura. Il potere dell’uomo sulla Natura non è più come una volta, è nullo. La Natura non è più immutabile perché è in ogni suo aspetto manipolabile e modificabile dall’intervento tecnico.
L’etica diventa pat-etica. La mia ricerca parte come indagine del quotidiano, Il colore è la dimensione del secolo in cui viviamo, la figura è solo un pretesto per indagare il colore, le emozioni suscitate dalle immagini che possono sembrare conosciute o riconoscibili.
Valeria è una garbata indagatrice del quotidiano, che ci ripropone filtrato da una spensierata ma critica ironia. Riesce così a restituire una visione analitica del sociale, ma in modo leggero ed accattivante. La sua ricerca parte dal pretesto della figura con lo scopo, però, di indagare il colore e le strutture portanti della forma; alla figura ritorna sempre, perchè questa, con la sua immediata leggibilità, ha la capacità di attrarre il fruitore, di convocarlo a sè. All’osservatore però non sarà svelata la destinazione dell’esperienza , che potrà risolversi nella narrazione di una storia o nell’indagine delle emozioni provocate da immagini che credeva conosciute o riconoscibili. L’artista inoltre procede la sua sperimentazione sui materiali più vari e uno studio sull’uso e sugli effetti percettivi della giustapposizione dei colori. I suoi lavori possiedono il valore aggiunto dato dalla capacità di sintesi e dall’impressione solo apparente della facile lettura.
Il lavoro “Aspettando prima” costituito da piccole tessere, contenenti a loro volta le tessere della nostra società, gli uomini, così simili e troppo spesso in fila ad aspettare qualcosa – sarà forse una legge che bilancia l’entropia cosmica? – presentati nelle pose famigliari della noia, dell’attenzione e del fastidio; questi concittadini si distinguono ormai solo per lo sfavillante “involucro”, mentre la testa è stata vaporizzata in un pois bianco, forse perchè oggi non è più quello il fattore di discrimine nella considerazione dell’altro.
E poi i libri. Affascinante che quegli stessi omini siano usciti dalla tela (aiutati anche dalle ricerche sui materiali svolte per confezionare i loro abitini) e con altre figure, trattate stilisticamente in modo diverso, siano entrati in una storia; anch’essa magari è una storia quotidiana, ma forse più romanzata, non fosse per il fatto di trovarsi in un vero e proprio libro, mezzo per eccellenza del raccontare, e con cui il pubblico può entrare in un rapporto ancor più diretto e famigliare, sfogliandone le pagine.
Dipingere un paradiso a portata di mano, evocare un mondo incantato, ma non onirico. La Natura non è un sogno. Allusioni cromatiche, Natura come concerto di voci, misteriose, impercettibili, forze creative. Le linee, i segni alludono ad un percorso, il tempo che è passato e futuro.
Colore, energia, melodia. L’espressionismo che chiama esplosioni d’animo, luoghi mai visti, immagini fantastiche giustapposizione di colori e suoni.
Natura, suono, colore.
Si deve conoscere tutto ciò che si può conoscere, e fare tutto ciò che si può fare?
Le leggi della Natura non possono essere violate, la natura non può essere posta al servizio dell’uomo se non nel rispetto delle sue leggi. Ora la tecnica è in grado di modificare la Natura. Il potere dell’uomo sulla Natura non è più come una volta, è nullo. La Natura non è più immutabile perché è in ogni suo aspetto manipolabile e modificabile dall’intervento tecnico.
L’etica diventa pat-etica. La mia ricerca parte come indagine del quotidiano, Il colore è la dimensione del secolo in cui viviamo, la figura è solo un pretesto per indagare il colore, le emozioni suscitate dalle immagini che possono sembrare conosciute o riconoscibili.
Valeria è una garbata indagatrice del quotidiano, che ci ripropone filtrato da una spensierata ma critica ironia. Riesce così a restituire una visione analitica del sociale, ma in modo leggero ed accattivante. La sua ricerca parte dal pretesto della figura con lo scopo, però, di indagare il colore e le strutture portanti della forma; alla figura ritorna sempre, perchè questa, con la sua immediata leggibilità, ha la capacità di attrarre il fruitore, di convocarlo a sè. All’osservatore però non sarà svelata la destinazione dell’esperienza , che potrà risolversi nella narrazione di una storia o nell’indagine delle emozioni provocate da immagini che credeva conosciute o riconoscibili. L’artista inoltre procede la sua sperimentazione sui materiali più vari e uno studio sull’uso e sugli effetti percettivi della giustapposizione dei colori. I suoi lavori possiedono il valore aggiunto dato dalla capacità di sintesi e dall’impressione solo apparente della facile lettura.
Il lavoro “Aspettando prima” costituito da piccole tessere, contenenti a loro volta le tessere della nostra società, gli uomini, così simili e troppo spesso in fila ad aspettare qualcosa – sarà forse una legge che bilancia l’entropia cosmica? – presentati nelle pose famigliari della noia, dell’attenzione e del fastidio; questi concittadini si distinguono ormai solo per lo sfavillante “involucro”, mentre la testa è stata vaporizzata in un pois bianco, forse perchè oggi non è più quello il fattore di discrimine nella considerazione dell’altro.
E poi i libri. Affascinante che quegli stessi omini siano usciti dalla tela (aiutati anche dalle ricerche sui materiali svolte per confezionare i loro abitini) e con altre figure, trattate stilisticamente in modo diverso, siano entrati in una storia; anch’essa magari è una storia quotidiana, ma forse più romanzata, non fosse per il fatto di trovarsi in un vero e proprio libro, mezzo per eccellenza del raccontare, e con cui il pubblico può entrare in un rapporto ancor più diretto e famigliare, sfogliandone le pagine.
Dipingere un paradiso a portata di mano, evocare un mondo incantato, ma non onirico. La Natura non è un sogno. Allusioni cromatiche, Natura come concerto di voci, misteriose, impercettibili, forze creative. Le linee, i segni alludono ad un percorso, il tempo che è passato e futuro.
Colore, energia, melodia. L’espressionismo che chiama esplosioni d’animo, luoghi mai visti, immagini fantastiche giustapposizione di colori e suoni.
Natura, suono, colore.