Vincenzo Frattini (Salerno 1978)
Da studente ho frequentato il corso sperimentale “Quartapittura” coordinato dal maestro Ninì Sgambati, l’obiettivo del corso consisteva nell’elaborazione di opere con poetiche riferibili agli eventi di massa, come l’installazione-performance Sogno comune presso la galleria Lia Rumma di Napoli. Durante gli anni di studio,mi sono avvicinato alle sperimentazioni video. La mia ricerca spazia dalla scultura al video, fino alle incursioni nel campo della performance, come “Identità” del 2017 svolta nell’ambito della rassegna Impronte Urbane a Siena, tra le cui strade sono state installate tre opere in maniera permanente. Il gioco fra cromia e forma il leit motiv delle mie opere, per rintracciare lo scorrere della vita umana e delle emozioni che ne derivano. Da sempre mi interessa realizzare delle opere dove sia presente l' attrazione tattile verso l' opera realizzata in modo da catturare tutta l'attenzione dello spettatore fino ad indurlo ad uno stato di meditazione. Questo interesse verso la dimensione oggettuale dell' opera è cresciuto molto negli ultimi tempi in risposta all' eccesso di virtualità che, a mio avviso, ci circonda.
Da studente ho frequentato il corso sperimentale “Quartapittura” coordinato dal maestro Ninì Sgambati, l’obiettivo del corso consisteva nell’elaborazione di opere con poetiche riferibili agli eventi di massa, come l’installazione-performance Sogno comune presso la galleria Lia Rumma di Napoli. Durante gli anni di studio,mi sono avvicinato alle sperimentazioni video. La mia ricerca spazia dalla scultura al video, fino alle incursioni nel campo della performance, come “Identità” del 2017 svolta nell’ambito della rassegna Impronte Urbane a Siena, tra le cui strade sono state installate tre opere in maniera permanente. Il gioco fra cromia e forma il leit motiv delle mie opere, per rintracciare lo scorrere della vita umana e delle emozioni che ne derivano. Da sempre mi interessa realizzare delle opere dove sia presente l' attrazione tattile verso l' opera realizzata in modo da catturare tutta l'attenzione dello spettatore fino ad indurlo ad uno stato di meditazione. Questo interesse verso la dimensione oggettuale dell' opera è cresciuto molto negli ultimi tempi in risposta all' eccesso di virtualità che, a mio avviso, ci circonda.