opera
.- GIOSTRA – opera del Progetto Alimentare
categoria | Installazione |
soggetto | Politico/Sociale |
tags | lollipop, inquinamento, popart |
base | 30 cm |
altezza | 26 cm |
profondità | 30 cm |
anno | 2019 |
L' opera GIOSTRA - fa parte di un progetto chiamato PROGETTO ALIMENTARE.
I leccalecca realizzati in resina con colori sgargianti, estremamente invitanti per adulti e bambini, così come i dolcetti che i più piccoli chiedono per Halloween suonando di casa in casa negli ultimi giorni di Ottobre, diventano invece infidi scherzi.
Il problema non è la superficie, come spesso capita nelle cose della vita; non è quanto sia invitante, come spesso succede guardando il cibo; non è la prima impressione a darci indicazioni utili, come spesso accade conoscendo una persona nuova. Il problema non è il pregiudizio, ma quello che ne consegue.
Approfondire una conoscenza, mangiare, andare oltre l’aspetto esteriore diventa necessario, ed è proprio di fronte allo slancio in questa direzione che , attraverso queste opere, imposto la mia critica al contemporaneo.
Quel leccalecca così colorato e con l’incarto trasparente (non ha niente da nascondere!) cela al suo interno una sorpresa disgustosa, e il solo pensiero di avvicinarlo alla bocca diventa improponibile: ecco pezzi di plastica e di metallo, capelli, chiodi e decine di oggetti che giustamente possiamo definire solo spazzatura. Per citare Ennio Flaiano: “a furia di leccare, qualcosa sulla lingua rimane sempre”.
Il Progetto alimentare affronta diverse direzioni come il problema dell' OGM e delle Muffe.
Il mais e le sue trasformazioni in farina e popcorn diventano ulteriore materia di indagine per l’artista. Come è noto si tratta di una delle piante più sfruttate a livello planetario per la produzione di cibo, oli, bevande, mangimi per animali e bioetanolo a scopi energetici, e la produzione intensiva anche del mais geneticamente modificato per evitare la distruzione dei raccolti da parte degli insetti ha suscitato negli ultimi anni grandi preoccupazioni per la salute pubblica: eppure questa è una realtà accettata nella maggior parte degli Stati.
L’ultimo focus è invece riservato ad un elemento che ovviamente e giustamente rifiutiamo nel cibo: la muffa.
Il naturale cambiamento che gli alimenti hanno è oggi estremamente ritardato dai conservanti utilizzati, soprattutto nel cibo confezionato, nel fast food o nella frutta e nella verdura della grande distribuzione.
Un melone coltivato nell’orto di casa impiega poco tempo a rovinarsi e in alcuni giorni inizia a cambiare colore, forma e consistenza, e quindi a morire staccato dalla pianta e dalla terra. Lo stesso frutto tagliato e confezionato in una macedonia del fast food potrebbe conservarsi in frigo per settimane e rimanere comunque del colore che aveva il primo giorno.
Dati tecnici
GIOSTRA
scultura composta da un espositore di plastica riciclata – n 37 Lecca lecca realizzati con resina epossidica e rifiuti.
Pezzo unico
I leccalecca realizzati in resina con colori sgargianti, estremamente invitanti per adulti e bambini, così come i dolcetti che i più piccoli chiedono per Halloween suonando di casa in casa negli ultimi giorni di Ottobre, diventano invece infidi scherzi.
Il problema non è la superficie, come spesso capita nelle cose della vita; non è quanto sia invitante, come spesso succede guardando il cibo; non è la prima impressione a darci indicazioni utili, come spesso accade conoscendo una persona nuova. Il problema non è il pregiudizio, ma quello che ne consegue.
Approfondire una conoscenza, mangiare, andare oltre l’aspetto esteriore diventa necessario, ed è proprio di fronte allo slancio in questa direzione che , attraverso queste opere, imposto la mia critica al contemporaneo.
Quel leccalecca così colorato e con l’incarto trasparente (non ha niente da nascondere!) cela al suo interno una sorpresa disgustosa, e il solo pensiero di avvicinarlo alla bocca diventa improponibile: ecco pezzi di plastica e di metallo, capelli, chiodi e decine di oggetti che giustamente possiamo definire solo spazzatura. Per citare Ennio Flaiano: “a furia di leccare, qualcosa sulla lingua rimane sempre”.
Il Progetto alimentare affronta diverse direzioni come il problema dell' OGM e delle Muffe.
Il mais e le sue trasformazioni in farina e popcorn diventano ulteriore materia di indagine per l’artista. Come è noto si tratta di una delle piante più sfruttate a livello planetario per la produzione di cibo, oli, bevande, mangimi per animali e bioetanolo a scopi energetici, e la produzione intensiva anche del mais geneticamente modificato per evitare la distruzione dei raccolti da parte degli insetti ha suscitato negli ultimi anni grandi preoccupazioni per la salute pubblica: eppure questa è una realtà accettata nella maggior parte degli Stati.
L’ultimo focus è invece riservato ad un elemento che ovviamente e giustamente rifiutiamo nel cibo: la muffa.
Il naturale cambiamento che gli alimenti hanno è oggi estremamente ritardato dai conservanti utilizzati, soprattutto nel cibo confezionato, nel fast food o nella frutta e nella verdura della grande distribuzione.
Un melone coltivato nell’orto di casa impiega poco tempo a rovinarsi e in alcuni giorni inizia a cambiare colore, forma e consistenza, e quindi a morire staccato dalla pianta e dalla terra. Lo stesso frutto tagliato e confezionato in una macedonia del fast food potrebbe conservarsi in frigo per settimane e rimanere comunque del colore che aveva il primo giorno.
Dati tecnici
GIOSTRA
scultura composta da un espositore di plastica riciclata – n 37 Lecca lecca realizzati con resina epossidica e rifiuti.
Pezzo unico