opera
The Sea Salt Series: Groundless (Part I)
categoria | Installazione |
soggetto | Politico/Sociale |
tags | |
base | 600 cm |
altezza | 300 cm |
profondità | 450 cm |
anno | 2019 |
“ The Sea Salt Series ” (La Serie del Sale Marino) esplora il ruolo del sale nella storia dell’umanita’. Simbolo di potere, la storia del sale e’ una storia di guerre, religione, dominio economico. Conosciuto fin dal Neolitico, l’utilizzo del sale ha rappresentato un momento di svolta nella storia dell’essere umano da quando comincio’ ad essere utilizzato per la conservazione del cibo. In 'Dark Ecology', Timothy Morton introduce agrilogistics, (agrilogistica), ‘ la macchina che e’ l’agricoltura in se’, identificando con l’agricoltura il momento in cui gli esseri umani recisero una linea netta tra il mondo umano e quello non umano. Morton considera l’agrilogistica la prima struttura che ci ha lentamente portati allo sviluppo dell’attuale condizione dell’Antropocene. Puo’ l’utilizzo del sale aver velocizzato il passaggio dall’uomo-cacciatore all’uomo-agricoltore, giocando un ruolo cruciale nello sviluppo dell’agricoltura e contribuendo considerevolmente allo sviluppo dell’attuale sistema capitalistico?
L’installazione ‘Groundless’ ('Senza fondamento’) nasce da un viaggio sulla ‘ Via del Sale ’ in Sicilia, Italia, alla ricerca della storia del sale e del suo utilizzo, passato e presente. Due pezzi di sale grezzo provenienti dal viaggio sono esposti nell’installazione. L’altro materiale utilizzato, la cera, che e' facilmente plasmabile (cambiando velocemente stato, da solido a liquido ) rimanda al concetto di transizione come una condizione di potenzialita’. Una fase di transizione e' spesso sinonimo di un momento di dubbio, di rottura, che a volte si rivela l'unica via che possa portare ad una presa di coscienza nuova, e di conseguenza, ad un cambiamento. Il perfomer osserva, odora, tocca, lecca le mattonelle disposte sul sale, come fossero la prima cosa vista da tanto tempo. Le mattonelle disposte sul sale presentano, al loro interno, forme embrionali, come a voler essere simbolo di questa fase di transizione e rinascita: La performance si contestualizza in una condizione di potenzialita’- di cui il performer vuole farsi portatore, a livello simbolico specialmente nel momento in cui si posiziona la mattonella con il cordone ombelicale sul proprio ombelico.
Nella performance si assiste ad una serie di movimenti lenti, lentissimi, e delicati, in cui il performer ara il terreno fatto di sale, creando una superficie liscia ed ordinata. Nel momento in cui il performer ara via le impronte lasciate dal pubblico sul sale, la performance sembra quasi diventare una forma di redenzione, in cui l’essere umano finalmente si rende conto dei danni fatti e comincia a prendersi cura della terra che lo sostiene, spazzando via le tracce umane che l’hanno ferita, impegnandosi a creare una nuova connessione con il pianeta. ’Groundless’ evidenzia l’importanza che il sale (elemento ormai quotidiano nella dieta occidentale) abbia avuto nella storia dell’umanita’, enfatizzando la potenzialita’ del rapporto tra esseri umani e cibo nel rivoluzionare il nostro futuro: se esistesse una qualsiasi possibilita’ di arginare il sistema capitalistico in cui viviamo oggi (e la conseguente crisi sociale che esso ha portato) attraverso lo sviluppo di una connessione diversa con la Terra- potrebbe questa connessione essere trovata tramite un utilizzo diverso del cibo?
Materiali: 50 mattonelle (Cera vetrata, argilla 'Sculpey'), sale marino (800kg, poi riciclati), tocchi di sale grezzo di Marsala, rastrello, 2 video HD, suono. Performance. Performer : Giuseppe Vincent Giampino.
L’installazione ‘Groundless’ ('Senza fondamento’) nasce da un viaggio sulla ‘ Via del Sale ’ in Sicilia, Italia, alla ricerca della storia del sale e del suo utilizzo, passato e presente. Due pezzi di sale grezzo provenienti dal viaggio sono esposti nell’installazione. L’altro materiale utilizzato, la cera, che e' facilmente plasmabile (cambiando velocemente stato, da solido a liquido ) rimanda al concetto di transizione come una condizione di potenzialita’. Una fase di transizione e' spesso sinonimo di un momento di dubbio, di rottura, che a volte si rivela l'unica via che possa portare ad una presa di coscienza nuova, e di conseguenza, ad un cambiamento. Il perfomer osserva, odora, tocca, lecca le mattonelle disposte sul sale, come fossero la prima cosa vista da tanto tempo. Le mattonelle disposte sul sale presentano, al loro interno, forme embrionali, come a voler essere simbolo di questa fase di transizione e rinascita: La performance si contestualizza in una condizione di potenzialita’- di cui il performer vuole farsi portatore, a livello simbolico specialmente nel momento in cui si posiziona la mattonella con il cordone ombelicale sul proprio ombelico.
Nella performance si assiste ad una serie di movimenti lenti, lentissimi, e delicati, in cui il performer ara il terreno fatto di sale, creando una superficie liscia ed ordinata. Nel momento in cui il performer ara via le impronte lasciate dal pubblico sul sale, la performance sembra quasi diventare una forma di redenzione, in cui l’essere umano finalmente si rende conto dei danni fatti e comincia a prendersi cura della terra che lo sostiene, spazzando via le tracce umane che l’hanno ferita, impegnandosi a creare una nuova connessione con il pianeta. ’Groundless’ evidenzia l’importanza che il sale (elemento ormai quotidiano nella dieta occidentale) abbia avuto nella storia dell’umanita’, enfatizzando la potenzialita’ del rapporto tra esseri umani e cibo nel rivoluzionare il nostro futuro: se esistesse una qualsiasi possibilita’ di arginare il sistema capitalistico in cui viviamo oggi (e la conseguente crisi sociale che esso ha portato) attraverso lo sviluppo di una connessione diversa con la Terra- potrebbe questa connessione essere trovata tramite un utilizzo diverso del cibo?
Materiali: 50 mattonelle (Cera vetrata, argilla 'Sculpey'), sale marino (800kg, poi riciclati), tocchi di sale grezzo di Marsala, rastrello, 2 video HD, suono. Performance. Performer : Giuseppe Vincent Giampino.