opera
Let me live longer
categoria | Installazione |
soggetto | Astratto |
tags | |
base | 200 cm |
altezza | 300 cm |
profondità | 400 cm |
anno | 2015 |
La papaya è nota per avere proprietà ‘di lunga vita’, grazie ai suoi valori nutrizionali. Sono affascinata dal modo in cui il cibo influisce sul nostro corpo e sulla nostra mente, nelle banalita’ del quotidiano - si pensi, per esempio, a quando proviamo una soddisfazione maggiore nel mangiare un alimento specifico perche’ sappiamo che ci sarà di beneficio. Inoltre, dal 2015, deforestazioni nell'Amazzonia peruviana sono state collegate alla coltivazione della papaya; questo fatto ha aumentato il mio interesse nello sviluppare l’installazione. Mentre le immagini nel video ‘ Let me live longer’ (‘Lasciami vivere più a lungo’) - posizionato alla fine del corridoio creato tra i due lightboxes, come fosse un punto di arrivo, quasi un altare- sembrano voler sedurre lo spettatore, mostrando i semi di papaya scorrere nel miele come fossero pietre preziose in un ruscello dorato e divino, il suono nitido, proveniente da uno stomaco umano che lavora, crea un contrasto con quelle immagini piacevoli e rilassanti, come a ricordarci che, forse, dietro l’intimita’ dei nostri corpi che scalpitano nella ricerca di un piacere fisico e mentale, si nasconde una responsabilita’ piu’ grande. Infatti la papaya rientra tra quei frutti tropicali che percorrono migliaia di km per arrivare in Europa, aumentando le emissioni di Co2, per soddisfare i nostri desideri viscerali ed estetici, e le nostre speranze di vivere più a lungo.
La seguente e’ la traduzione dall’inglese dell’articolo scritto da Xanthe Horner, su Cass Art , su ‘ Let me live longer’ :
‘Il lavoro di De Nichilo indaga l'interscambio tra il micro e il macro, utilizzando gli elementi di suono, video e scultura in un'installazione che presenta un'esperienza unica della conoscenza scientifica qualitativa rispetto a quella quantitativa dei sistemi interni del nostro corpo. Da casse posizionate in alto ed a specchio si può sentire il suono distinto di uno stomaco che si agita. All'interno della stanza buia, il bagliore delle scatole luminose parallele illumina sculture in terracotta, modellate in modo complesso, simili alle cellule all'interno del corpo umano, che si librano sulla superficie rigida dei lightboxea. Il confine tra organico e sintetico è messo in discussione da De Nichilo, la cui pratica è un'esplorazione per liberare la sensazione del corpo da fatti scientifici accertati; la singolarità dell'esperienza di un individuo del proprio corpo rispetto alla certezza dei fenomeni osservabili.
Il video funge da punto focale all'interno dell'installazione, un pezzo provocatorio e visivamente sbalorditivo in cui l'artista ha utilizzato cibi ricchi come miele, semi di papaia e olive in uno spettacolo viscerale che suscita il desiderio sia su un registro gutturale che visivo. I semi passano attraverso il miele in un modo simile all'osmosi, il miele come una deliziosa membrana porosa, offrendosi sia come caso di studio che come piacere. Il ribollire dello stomaco all'interno dell'installazione conferisce una qualità intima all'opera, che pone lo spettatore all'interno dello stomaco di De Nichilo, il rumore con un proprio ritmo ipnotico che combinato con il video visivamente saturo, culla lo spettatore in uno stato ricettivo nel registrare le risposte del proprio corpo.De Nichilo ha già lavorato con l'idea del laboratorio e del tapis roulant; le due scatole luminose rimandano infatti allo spazio chiaro e bianco di un laboratorio scientifico, mentre l'orizzontalità richiama alla mente la nozione di tapis roulant, di movimento all'interno di un spazio fisso. De Nichilo sta allertando lo spettatore sul fatto del costante cambiamento e movimento che avvengono all'interno del corpo in ogni momento, mentre la staticità delle sculture in terracotta consente agli spettatori di immaginare questi cambiamenti a livello cellulare nella fisicizzazione dell'artista e nella reimmaginazione di ciò che può essere visto solo attraverso una lente microscopica. Il lavoro di Michela De Nichilo offre una prospettiva contemporanea sul corpo in un'epoca in cui stiamo indagando più a fondo nella comprensione dei fenomeni fisici a livello molecolare. Il lavoro di De Nichilo pone domande su come questa comprensione molecolare del corpo umano modelli l'esperienza cosciente di un individuo e cosa significhi esplorare il soggettivo nello spazio interiore.’ articolo originale: https://www.cassart.co.uk/blog/student-spotlight-goldsmiths.htm
Materiali utilizzati : Plexiglass bianco, casse per suono, HD video, Luci LED, legno MDF
La seguente e’ la traduzione dall’inglese dell’articolo scritto da Xanthe Horner, su Cass Art , su ‘ Let me live longer’ :
‘Il lavoro di De Nichilo indaga l'interscambio tra il micro e il macro, utilizzando gli elementi di suono, video e scultura in un'installazione che presenta un'esperienza unica della conoscenza scientifica qualitativa rispetto a quella quantitativa dei sistemi interni del nostro corpo. Da casse posizionate in alto ed a specchio si può sentire il suono distinto di uno stomaco che si agita. All'interno della stanza buia, il bagliore delle scatole luminose parallele illumina sculture in terracotta, modellate in modo complesso, simili alle cellule all'interno del corpo umano, che si librano sulla superficie rigida dei lightboxea. Il confine tra organico e sintetico è messo in discussione da De Nichilo, la cui pratica è un'esplorazione per liberare la sensazione del corpo da fatti scientifici accertati; la singolarità dell'esperienza di un individuo del proprio corpo rispetto alla certezza dei fenomeni osservabili.
Il video funge da punto focale all'interno dell'installazione, un pezzo provocatorio e visivamente sbalorditivo in cui l'artista ha utilizzato cibi ricchi come miele, semi di papaia e olive in uno spettacolo viscerale che suscita il desiderio sia su un registro gutturale che visivo. I semi passano attraverso il miele in un modo simile all'osmosi, il miele come una deliziosa membrana porosa, offrendosi sia come caso di studio che come piacere. Il ribollire dello stomaco all'interno dell'installazione conferisce una qualità intima all'opera, che pone lo spettatore all'interno dello stomaco di De Nichilo, il rumore con un proprio ritmo ipnotico che combinato con il video visivamente saturo, culla lo spettatore in uno stato ricettivo nel registrare le risposte del proprio corpo.De Nichilo ha già lavorato con l'idea del laboratorio e del tapis roulant; le due scatole luminose rimandano infatti allo spazio chiaro e bianco di un laboratorio scientifico, mentre l'orizzontalità richiama alla mente la nozione di tapis roulant, di movimento all'interno di un spazio fisso. De Nichilo sta allertando lo spettatore sul fatto del costante cambiamento e movimento che avvengono all'interno del corpo in ogni momento, mentre la staticità delle sculture in terracotta consente agli spettatori di immaginare questi cambiamenti a livello cellulare nella fisicizzazione dell'artista e nella reimmaginazione di ciò che può essere visto solo attraverso una lente microscopica. Il lavoro di Michela De Nichilo offre una prospettiva contemporanea sul corpo in un'epoca in cui stiamo indagando più a fondo nella comprensione dei fenomeni fisici a livello molecolare. Il lavoro di De Nichilo pone domande su come questa comprensione molecolare del corpo umano modelli l'esperienza cosciente di un individuo e cosa significhi esplorare il soggettivo nello spazio interiore.’ articolo originale: https://www.cassart.co.uk/blog/student-spotlight-goldsmiths.htm
Materiali utilizzati : Plexiglass bianco, casse per suono, HD video, Luci LED, legno MDF