opera
Non è un buon agricolo se non sa piangere
categoria | Installazione |
soggetto | Politico/Sociale, Paesaggio, Natura |
tags | contadini, lavoro, terra, interviste, frutti, foto, wallpaper, rx, radiografie, stampablueback |
base | 700 cm |
altezza | 700 cm |
profondità | 250 cm |
anno | 2017 |
Installazione sonora interattiva, tre biciclette su cavalletto, radiografie di piante da frutto stampate su carta blue back
Grazia Amendola trasforma l’ARCA in una macchina collettiva, un panorama in quattro dimensioni, inclusa quella fondamentale del tempo. Il tempo è simbolicamente rappresentato dalle biciclette, veicoli di trasporto che i lavoratori stagionali impiegano per raggiungere i campi. Le persone sono infatti invitate a pedalare per completare in opera l’esperienza sensoriale. L’installazione è un omaggio alla campagna, al tempo e all’energia che richiede e al legame tra Saluzzo e il paesaggio agricolo che la circonda. Il meccanismo rotatorio della bicicletta diventa infatti produttore di memoria e di senso e rinvia al ciclo della natura e dell’attività contadina che da secoli scolpisce la campagna. La comunicazione ciclica tra città e territorio agricolo è segnata dalla traccia audio che si attiva pedalando. La composizione sonora funge da richiamo e combina versi e rumori che uomini, animali e macchine emettono per riconoscersi all’interno di un ecosistema comune. Il suono accompagna l’ingresso all’interno dell’ARCA, le cui pareti esterne sono rivestite da una collezione di riproduzioni fotografiche di elementi naturali tipici della coltivazione frutticola locale. Moltiplicati all’infinito come motivo decorativo e al contempo ingigantiti e radiografati, questi elementi compongono una curiosa quadreria. A ben guardare, ciò che ad un primo sguardo potrebbe essere digerito come un paesaggio ripetitivo e famigliare, apre ad una diversità di dettagli che fa del corridoio dell’ARCA un dispositivo ottico che invita alla concentrazione e alla lentezza. Al centro, alcune radici prelevate dai campi e incise dall’artista accolgono chi vuole prendersi il tempo di sentire e ascoltare, mentre altri pedalano affinché la macchina continui a funzionare.
La composizione sonora è realizzata in collaborazione con l’artista e sound designer Fabio Battistetti.
Testo a cura di Michela Sacchetto
Grazia Amendola trasforma l’ARCA in una macchina collettiva, un panorama in quattro dimensioni, inclusa quella fondamentale del tempo. Il tempo è simbolicamente rappresentato dalle biciclette, veicoli di trasporto che i lavoratori stagionali impiegano per raggiungere i campi. Le persone sono infatti invitate a pedalare per completare in opera l’esperienza sensoriale. L’installazione è un omaggio alla campagna, al tempo e all’energia che richiede e al legame tra Saluzzo e il paesaggio agricolo che la circonda. Il meccanismo rotatorio della bicicletta diventa infatti produttore di memoria e di senso e rinvia al ciclo della natura e dell’attività contadina che da secoli scolpisce la campagna. La comunicazione ciclica tra città e territorio agricolo è segnata dalla traccia audio che si attiva pedalando. La composizione sonora funge da richiamo e combina versi e rumori che uomini, animali e macchine emettono per riconoscersi all’interno di un ecosistema comune. Il suono accompagna l’ingresso all’interno dell’ARCA, le cui pareti esterne sono rivestite da una collezione di riproduzioni fotografiche di elementi naturali tipici della coltivazione frutticola locale. Moltiplicati all’infinito come motivo decorativo e al contempo ingigantiti e radiografati, questi elementi compongono una curiosa quadreria. A ben guardare, ciò che ad un primo sguardo potrebbe essere digerito come un paesaggio ripetitivo e famigliare, apre ad una diversità di dettagli che fa del corridoio dell’ARCA un dispositivo ottico che invita alla concentrazione e alla lentezza. Al centro, alcune radici prelevate dai campi e incise dall’artista accolgono chi vuole prendersi il tempo di sentire e ascoltare, mentre altri pedalano affinché la macchina continui a funzionare.
La composizione sonora è realizzata in collaborazione con l’artista e sound designer Fabio Battistetti.
Testo a cura di Michela Sacchetto