opera
Ave Maria – Pan | Palazzo Arti Napoli
categoria | Installazione |
soggetto | Politico/Sociale, Figura umana, Bellezza, Architettura |
tags | luce, light, acqua, remix |
base | 400 cm |
altezza | 200 cm |
profondità | 100 cm |
anno | 2011 |
Divina Commedia presso il PAN di Napoli a cura Largo Baracche Project dove gli artisti coopereranno tra loro dando vita a una trama, che colleghi i lavori di tutti e che travalicando le differenze individuali, produca un effetto finale fluido e coerente. Ogni artista affronterà un canto, gli elementi e i personaggi che lo caratterizano per riproporlo al visitatore attraverso la sua personale chiave di lettura. Il Pan | Palazzo Arti Napoli, è la sede ideale per un evento di questo tipo, perfettamente coerente con l'impegno a lavorare per lo sviluppo della città, e a rendersi testimone dei movimenti culturali di Napoli. La mostra sarà introdotta da una presentazione ufficiale accompagnata da dibattito e sarà documentata attraverso la pubblicazione di un catalogo.
L’opera site specific Salvatore Mauro, si è ispirata al canto del Paradiso che tratta l'incontro di Dante e Beatrice con Dio. “Certo descrivere Dio per un artista non è facile e delle volte si cade nella banalità - spiega - Alla fine ho preso spunto fa da una banconota timbrata da un anonimo che avevo trovato tempo, e sulla quale c’era una frase molto mistica su Dio, espressione che poi ho riportato sul lightbox con l'acqua”. L’installazione di Salvatore Mauro dal titolo “Ave Maria” è, infatti formata da una due box all’interno dei quali, immersi in liquido sgorgante, si trovano una foto digitale di una Eva- Maria che porge una prima mela sospesa nell’aria, e nell’altro una frase. Una costruzione di oggetti che vede dinanzi ai box un grosso inginocchiatoio in ferro battuto e alla sinistra un vecchio giradischi con l’Ave Maria cantata dalla Callas. L’dea di usare la frase è legata al fatto che “Dio non lo puoi cercare, ma ti trova - spiega l’artista - e forse lo fa con un mezzo banale come il denaro che il più delle volte viene visto come uno strumento del diavolo. L'idea era anche di portare all’interno di un museo un anonimo, una persona qualunque che secondo me in maniera involontaria aveva realizzato un opera, e avava la possibilità di mostrare il suo messaggio. Per questo motivo prima della mostra ho realizzato un timbro con gli stessi caratteri ed errori della banconota originale con il quale ho clonato altre banconote da dieci euro. Rappresenta una sorta di diffusione del messaggio originale, alcune le ho firmate altre no. E molte sono state di nuovo spese, rimesse nel circuito commerciale. Una scelta che dipende dall’importanza data alla banconota: se si è deciso di conservarla come opera oppure utilizzarla come semplice denaro. La Banconota originale poi è stata esposta al Pan in una piccola teca di pleixglass come per evidenziare la sua importanza, poi l’ho sostituita con una sua gemelle fotocopia falsa, e rimetterla in circolo. Far tornare l’opera lì da dove era partita, tra la gente comune e non lasciarla in un museo. Penso che con questa operazione il denaro abbia perso il suo reale potere perché ora quella banconota ha acquistato un valore superiore alla sua valuta. Chissà chi sarà il fortunato che la troverà e riconoscerà la sua importanza artistica, anche perché la serie delle altre dieci euro riprodotte è stata numerata dalla banconota originaria”
Installazione interattiva e performativa - ferro, vinile, luce, acqua, banconota, legno, suono
L’opera site specific Salvatore Mauro, si è ispirata al canto del Paradiso che tratta l'incontro di Dante e Beatrice con Dio. “Certo descrivere Dio per un artista non è facile e delle volte si cade nella banalità - spiega - Alla fine ho preso spunto fa da una banconota timbrata da un anonimo che avevo trovato tempo, e sulla quale c’era una frase molto mistica su Dio, espressione che poi ho riportato sul lightbox con l'acqua”. L’installazione di Salvatore Mauro dal titolo “Ave Maria” è, infatti formata da una due box all’interno dei quali, immersi in liquido sgorgante, si trovano una foto digitale di una Eva- Maria che porge una prima mela sospesa nell’aria, e nell’altro una frase. Una costruzione di oggetti che vede dinanzi ai box un grosso inginocchiatoio in ferro battuto e alla sinistra un vecchio giradischi con l’Ave Maria cantata dalla Callas. L’dea di usare la frase è legata al fatto che “Dio non lo puoi cercare, ma ti trova - spiega l’artista - e forse lo fa con un mezzo banale come il denaro che il più delle volte viene visto come uno strumento del diavolo. L'idea era anche di portare all’interno di un museo un anonimo, una persona qualunque che secondo me in maniera involontaria aveva realizzato un opera, e avava la possibilità di mostrare il suo messaggio. Per questo motivo prima della mostra ho realizzato un timbro con gli stessi caratteri ed errori della banconota originale con il quale ho clonato altre banconote da dieci euro. Rappresenta una sorta di diffusione del messaggio originale, alcune le ho firmate altre no. E molte sono state di nuovo spese, rimesse nel circuito commerciale. Una scelta che dipende dall’importanza data alla banconota: se si è deciso di conservarla come opera oppure utilizzarla come semplice denaro. La Banconota originale poi è stata esposta al Pan in una piccola teca di pleixglass come per evidenziare la sua importanza, poi l’ho sostituita con una sua gemelle fotocopia falsa, e rimetterla in circolo. Far tornare l’opera lì da dove era partita, tra la gente comune e non lasciarla in un museo. Penso che con questa operazione il denaro abbia perso il suo reale potere perché ora quella banconota ha acquistato un valore superiore alla sua valuta. Chissà chi sarà il fortunato che la troverà e riconoscerà la sua importanza artistica, anche perché la serie delle altre dieci euro riprodotte è stata numerata dalla banconota originaria”
Installazione interattiva e performativa - ferro, vinile, luce, acqua, banconota, legno, suono