opera
Motu Proprio
categoria | Installazione |
soggetto | Astratto, Bellezza |
tags | installazione, ferro, iron, movimento |
base | 450 cm |
altezza | 100 cm |
profondità | 120 cm |
anno | 2007 |
Motu Proprio - Ferro, polistirolo e plexiglass
Una sfera di metallo si scaglia contro una lastra di ferro.
Alle spalle della sfera, il movimento tracciato da questa in duplice funzione di linea di
movimento e di linea strutturale. Poco importa il punto dal quale viene scagliata la sfera,
ma indagine specifica è il momento esatto dell'impatto.
Congelato, l'impatto crea nella sfoglia di metallo un movimento di luci ed ombre,
irrompendo nella calma piatta di lastra e facendola divenire corpo tridimensionale.
Silenziosamente, la sfera impatta la superficie e crea altro.
Sfera e lastra, artefice ed arte creata, doppio simbolico di riflessione sulla creazione
artistica stessa.
Le opere di Isabella Nurigiani riescono a congelare il movimento come solo la fotografia
riesce meglio, astraendo le forme in linee e curve che mantengono in nuce, nella loro
calma silenziosa, la forza propulsiva del movimento stesso.
Il momento dell'impatto è un momento esatto, in cui la lastra è ancora tale ma in divenire
qualcosa di altro, come dire, regge la botta e mantiene la sua essenza, adagiando però la
superficie della sfera alla propria, abbozzo dunque di nuova sfera.
Valeria Jannetti
Una sfera di metallo si scaglia contro una lastra di ferro.
Alle spalle della sfera, il movimento tracciato da questa in duplice funzione di linea di
movimento e di linea strutturale. Poco importa il punto dal quale viene scagliata la sfera,
ma indagine specifica è il momento esatto dell'impatto.
Congelato, l'impatto crea nella sfoglia di metallo un movimento di luci ed ombre,
irrompendo nella calma piatta di lastra e facendola divenire corpo tridimensionale.
Silenziosamente, la sfera impatta la superficie e crea altro.
Sfera e lastra, artefice ed arte creata, doppio simbolico di riflessione sulla creazione
artistica stessa.
Le opere di Isabella Nurigiani riescono a congelare il movimento come solo la fotografia
riesce meglio, astraendo le forme in linee e curve che mantengono in nuce, nella loro
calma silenziosa, la forza propulsiva del movimento stesso.
Il momento dell'impatto è un momento esatto, in cui la lastra è ancora tale ma in divenire
qualcosa di altro, come dire, regge la botta e mantiene la sua essenza, adagiando però la
superficie della sfera alla propria, abbozzo dunque di nuova sfera.
Valeria Jannetti