opera
Papaveri
categoria | Pittura |
soggetto | Nudo, Figura umana, Astratto |
tags | papaveri, poppies, figlia, daughter, padre, dad, nudo, nude |
base | 80 cm |
altezza | 80 cm |
profondità | 4 cm |
anno | 2022 |
Acrilico su tela
Opera unica
Per me fare arte significa raccontare.
Come quando prima di conoscere l’alfabeto guardiamo le figure, ecco, cosi è la mia pittura: semplice, da osservare anche senza saper leggere. Parla di sogni fatti e di amori traditi, di gioie vere e dolori cupi, di cose successe e cose che potrebbero succedere.
Per raccontare queste emozioni uso i corpi come pagine di un diario da condividere.
Papaveri
Quello del genitore è mestiere non facile, non ci sono corsi o scuole che ti preparino. Ho affrontato questo compito con mia figlia cercando di insegnarle rispetto per il prossimo, umiltà, giustizia, onestà e passione, guidandola con amicizia, complicità ma anche autorevolezza.
Ad un certo punto le ho però lasciato la mano. Mi sono distratto ed è stato un attimo e, come un palloncino che sfugge di mano ad un bimbo, l’ho vista allontanarsi da me. Cercavo di raggiungerla senza riuscirci. La notte attraversavo campi di papaveri, fiore dell’oblio, per scordare quel dolore.
Ora, ho ripreso quel filo, con la punta delle dita, e posso ancora provare a passeggiare conducendola con me, e farle conoscere il mondo. Non sarà per sempre, sta crescendo, ma un po’ di tempo posso ancora averlo. Facendo però molta attenzione, il filo è di lana.
Ho il rammarico di non essere stato come volevo, un buon padre sempre.
Opera unica
Per me fare arte significa raccontare.
Come quando prima di conoscere l’alfabeto guardiamo le figure, ecco, cosi è la mia pittura: semplice, da osservare anche senza saper leggere. Parla di sogni fatti e di amori traditi, di gioie vere e dolori cupi, di cose successe e cose che potrebbero succedere.
Per raccontare queste emozioni uso i corpi come pagine di un diario da condividere.
Papaveri
Quello del genitore è mestiere non facile, non ci sono corsi o scuole che ti preparino. Ho affrontato questo compito con mia figlia cercando di insegnarle rispetto per il prossimo, umiltà, giustizia, onestà e passione, guidandola con amicizia, complicità ma anche autorevolezza.
Ad un certo punto le ho però lasciato la mano. Mi sono distratto ed è stato un attimo e, come un palloncino che sfugge di mano ad un bimbo, l’ho vista allontanarsi da me. Cercavo di raggiungerla senza riuscirci. La notte attraversavo campi di papaveri, fiore dell’oblio, per scordare quel dolore.
Ora, ho ripreso quel filo, con la punta delle dita, e posso ancora provare a passeggiare conducendola con me, e farle conoscere il mondo. Non sarà per sempre, sta crescendo, ma un po’ di tempo posso ancora averlo. Facendo però molta attenzione, il filo è di lana.
Ho il rammarico di non essere stato come volevo, un buon padre sempre.