opera
Tu che ne sai
categoria | Installazione |
soggetto | Astratto |
tags | |
base | 84 cm |
altezza | 190 cm |
profondità | 0 cm |
anno | 2024 |
L’opera nasce all’interno di un ampio progetto installativo realizzato nell’ex carcere Sant’Agostino di Savona e ha utilizzato il richiamo all’esperienza delle persone che hanno vissuto nella condizione di costrizione fisica della prigione per far riflettere sull’importanza della libertà interiore, senza la quale tutte le altre libertà non servono, e per offrire uno stimolo a sfruttare in chiave positiva le situazioni che si presentano, dando la giusta enfasi alle cose sperate, perché i sogni non hanno sbarre.
La ricerca della stabilità interiore viene espressa attraverso una finestra costituita da una griglia molto fitta, che da un lato consente una visione solo frammentata della realtà, ma dall’altro lato, con la sua sequenza di forme regolari quadrate, esprime simmetria, proporzione e solidità. Al fine di esprimere il tentativo dell’uomo di comprendere la realtà inquadrando razionalmente ciò che altrimenti appare solo caos, utilizzo infatti all’interno della mia poetica la metafora della finestra come varco per comprendere la realtà a partire però dal mondo interiore, come confine tra il noto e l’ignoto, tra lo spazio dei ricordi e dei pensieri profondi e il profilo reale di paesaggi e relazioni.
L’elemento che contraddistingue tutta la mia produzione artistica è l’utilizzo del materiale tessile e del nero, in un calibrato contrasto tra pieni e vuoti. Prediligo l’uso del nero perché conferisce alle opere eleganza, incisività, essenzialità e purezza formale; l’uso del nero non vuole creare atmosfere tetre in un’esaltazione delle negatività, bensì intende rappresentare la naturale drammaticità insita nella vita e le paure che troppo spesso imprigionano la bellezza in nere trame di sovrastrutture e muri eretti a difesa del proprio io.
Giulia Nelli, Tu che ne sai, 2024, tecnica mista, collant nero e tessuto, h 190x84 cm.
La ricerca della stabilità interiore viene espressa attraverso una finestra costituita da una griglia molto fitta, che da un lato consente una visione solo frammentata della realtà, ma dall’altro lato, con la sua sequenza di forme regolari quadrate, esprime simmetria, proporzione e solidità. Al fine di esprimere il tentativo dell’uomo di comprendere la realtà inquadrando razionalmente ciò che altrimenti appare solo caos, utilizzo infatti all’interno della mia poetica la metafora della finestra come varco per comprendere la realtà a partire però dal mondo interiore, come confine tra il noto e l’ignoto, tra lo spazio dei ricordi e dei pensieri profondi e il profilo reale di paesaggi e relazioni.
L’elemento che contraddistingue tutta la mia produzione artistica è l’utilizzo del materiale tessile e del nero, in un calibrato contrasto tra pieni e vuoti. Prediligo l’uso del nero perché conferisce alle opere eleganza, incisività, essenzialità e purezza formale; l’uso del nero non vuole creare atmosfere tetre in un’esaltazione delle negatività, bensì intende rappresentare la naturale drammaticità insita nella vita e le paure che troppo spesso imprigionano la bellezza in nere trame di sovrastrutture e muri eretti a difesa del proprio io.
Giulia Nelli, Tu che ne sai, 2024, tecnica mista, collant nero e tessuto, h 190x84 cm.