opera
Oniromachia
categoria | Pittura |
soggetto | Figura umana |
tags | |
base | 100 cm |
altezza | 240 cm |
profondità | 0 cm |
anno | 2023 |
“Oniromachia”
Andrea Nuovo Home Gallery
Oniromachia è il frutto di oltre tre anni di ricerca, che hanno condotto Marianna Sannino
a trasformare un medium espressivo tradizionale qual è la pittura in uno strumento in
grado di consentire la fruizione dello spazio espositivo come un “sistema aperto” di
esperienza visiva. Un sistema può essere considerato “aperto” quando i confini che lo
definiscono, in relazione all’ambiente in cui è inserito, non sono dei limiti invalicabili, ma
permettono una penetrabilità tra ciò che è vi è dentro e ciò che è fuori.
La tecnica che Marianna Sannino ha ideato rende mutevoli i confini tra il soggetto
pittorico e lo sfondo su cui questo si staglia, consentendo uno scambio continuo tra
rappresentazione e vita reale.
L’artista ha creato uno spazio di rappresentazione che potremmo definire
“metapittorico”, in quanto ha lo scopo di mettere in evidenza le ridondanze pragmatiche
dell’interazione comunicativa che si svolge attraverso la pittura. Si tratta tuttavia di uno
spazio vuoto, in cui la pittura è assente, e nel quale emerge la realtà concreta dello spazio
espositivo.
Le sue installazioni concretizzano le possibilità di scambio tra finzione
pittorica e realtà esterna, consentendo alla vita reale di farsi contesto, di penetrare
all’interno del tessuto pittorico, esporlo al caso, alla continua contemporaneità,
rendendolo anche luogo dell’imprevedibile e di possibili apparizioni.
Marco Izzolino
Andrea Nuovo Home Gallery
Oniromachia è il frutto di oltre tre anni di ricerca, che hanno condotto Marianna Sannino
a trasformare un medium espressivo tradizionale qual è la pittura in uno strumento in
grado di consentire la fruizione dello spazio espositivo come un “sistema aperto” di
esperienza visiva. Un sistema può essere considerato “aperto” quando i confini che lo
definiscono, in relazione all’ambiente in cui è inserito, non sono dei limiti invalicabili, ma
permettono una penetrabilità tra ciò che è vi è dentro e ciò che è fuori.
La tecnica che Marianna Sannino ha ideato rende mutevoli i confini tra il soggetto
pittorico e lo sfondo su cui questo si staglia, consentendo uno scambio continuo tra
rappresentazione e vita reale.
L’artista ha creato uno spazio di rappresentazione che potremmo definire
“metapittorico”, in quanto ha lo scopo di mettere in evidenza le ridondanze pragmatiche
dell’interazione comunicativa che si svolge attraverso la pittura. Si tratta tuttavia di uno
spazio vuoto, in cui la pittura è assente, e nel quale emerge la realtà concreta dello spazio
espositivo.
Le sue installazioni concretizzano le possibilità di scambio tra finzione
pittorica e realtà esterna, consentendo alla vita reale di farsi contesto, di penetrare
all’interno del tessuto pittorico, esporlo al caso, alla continua contemporaneità,
rendendolo anche luogo dell’imprevedibile e di possibili apparizioni.
Marco Izzolino