opera
Metamorfosi
categoria | Pittura |
soggetto | Paesaggio, Natura, Astratto, Architettura |
tags | |
base | 81 cm |
altezza | 110 cm |
profondità | 5 cm |
anno | 2024 |
Polvere di marmo, cera d'api, pigmenti naturali, tecnica mista su tavola.
La mia ricerca idealmente condivide molto con il processo alchemico: nell’utopia di cambiare l’organico nel suo opposto e viceversa, di trasfigurare la caducità della materia umana in qualcosa di resiliente.
Ciò si traduce nel tentativo di stabilire un dialogo tra l’intenzionalità del progetto artistico e l’imprevedibilità dei processi naturali, offrendo un’esperienza che abbraccia tempo e trasformazione.
La sedimentazione ritmica della cera d’api e dei pigmenti naturali evoca la mano dell’uomo e la sua capacità di plasmare e modificare il paesaggio, mentre la polvere di marmo, simbolo di monumentalità e memoria, rimanda al linguaggio della natura.
Il tempo gioca un ruolo fondamentale nella percezione e nella fruizione dell’opera: le stratificazioni non si riducono a un mero risultato estetico, ma rappresentano una sedimentazione temporale simile all’orogenesi di un rilievo montuoso.
Così come le tracce di un passato remoto rimangono impresse nel codice genetico del corpo umano, così questi sedimenti riflettono una storia, la loro evoluzione.
In questo modo osserviamo uno spostamento nella visione centralizzata dell’uomo che spazia tra organico e inorganico. Questo processo non è solo un atto intenzionale ma una pratica fisica e metapittorica che si esplicita in una mediazione personale con la materia, suggestioni e interpretazioni che assumono le caratteristiche di un rituale quotidiano.
La mia ricerca idealmente condivide molto con il processo alchemico: nell’utopia di cambiare l’organico nel suo opposto e viceversa, di trasfigurare la caducità della materia umana in qualcosa di resiliente.
Ciò si traduce nel tentativo di stabilire un dialogo tra l’intenzionalità del progetto artistico e l’imprevedibilità dei processi naturali, offrendo un’esperienza che abbraccia tempo e trasformazione.
La sedimentazione ritmica della cera d’api e dei pigmenti naturali evoca la mano dell’uomo e la sua capacità di plasmare e modificare il paesaggio, mentre la polvere di marmo, simbolo di monumentalità e memoria, rimanda al linguaggio della natura.
Il tempo gioca un ruolo fondamentale nella percezione e nella fruizione dell’opera: le stratificazioni non si riducono a un mero risultato estetico, ma rappresentano una sedimentazione temporale simile all’orogenesi di un rilievo montuoso.
Così come le tracce di un passato remoto rimangono impresse nel codice genetico del corpo umano, così questi sedimenti riflettono una storia, la loro evoluzione.
In questo modo osserviamo uno spostamento nella visione centralizzata dell’uomo che spazia tra organico e inorganico. Questo processo non è solo un atto intenzionale ma una pratica fisica e metapittorica che si esplicita in una mediazione personale con la materia, suggestioni e interpretazioni che assumono le caratteristiche di un rituale quotidiano.