opera
Grovigli I
categoria | Pittura |
soggetto | Natura, Figura umana |
tags | immaginazione, connessione, fogliame, natura, anatomia, inconscio, ricerca interiore |
base | 60 cm |
altezza | 60 cm |
profondità | 4 cm |
anno | 2024 |
Acrilico su tela.
In "Grovigli I", l'aspetto centrale del cervello richiama i processi cognitivi e la centralità della mente umana nella creazione del nostro universo percettivo. Tuttavia, l’apparente assenza di ordine logico e la frammentazione degli elementi suggeriscono una rappresentazione dell’inconscio, un flusso di pensieri e sensazioni che non seguono una narrativa lineare. L’occhio funge da metafora della consapevolezza e del controllo, ma la sua posizione dislocata rispetto al cervello può alludere alla disconnessione tra il modo in cui percepiamo il mondo e come lo elaboriamo mentalmente. Si nota anche la dualità razionalità-istinto: il cervello (sede del pensiero) e gli organi sensoriali (occhio, orecchio, bocca) sembrano immersi in un ecosistema che li avvolge, come se il pensiero umano fosse influenzato e plasmato dai sensi e dall'ambiente circostanti. Il tutto vuole richiamare una dimensione psicologica dove prevale l'introspezione e l’esperienza personale
La serie "Grovigli" racconta un viaggio visivo nei meandri dell’inconscio, dove il confine tra umano, naturale e universale si dissolve, creando una rete di simboli che invitano a una riflessione profonda. In questi dipinti vive un intreccio di elementi simbolici, anatomici con forme vegetali, animali, radici, fiori e creature oniriche. Ogni dettaglio racconta una storia di disconnessione dei sensi umani e di connessione primordiale tra l’uomo e il mondo naturale, enfatizzando il ruolo dei sensi e delle emozioni nella costruzione della realtà interiore. Lo sfondo di ciascuna opera, sia esso ricco di oscurità cosmiche e frammenti di luce o multicolorato, simboleggia il mistero dell’inconscio paragonandolo all’immensità dell’universo. È uno spazio dove caos e ordine convivono. I colori, spesso vividi e contrastanti, simboleggiano l’energia, sottolineando il dinamismo e la tensione tra razionalità e istinto, vita e trasformazione. Gli elementi anatomici non sono rappresentati in modo totalmente isolato, ma come parte di un ecosistema fluido e vitale, che suggerisce un messaggio profondo: nonostante ci si possa sentire disconnessi con noi stessi, l’essere umano non è separato dal mondo che lo circonda, ma profondamente radicato in esso.
Ogni elemento, dettaglio, colore e posizione fa parte di un linguaggio simbolico, la cui lettura è influenzata dall’esperienza personale e dall’immaginazione dello spettatore.
In "Grovigli I", l'aspetto centrale del cervello richiama i processi cognitivi e la centralità della mente umana nella creazione del nostro universo percettivo. Tuttavia, l’apparente assenza di ordine logico e la frammentazione degli elementi suggeriscono una rappresentazione dell’inconscio, un flusso di pensieri e sensazioni che non seguono una narrativa lineare. L’occhio funge da metafora della consapevolezza e del controllo, ma la sua posizione dislocata rispetto al cervello può alludere alla disconnessione tra il modo in cui percepiamo il mondo e come lo elaboriamo mentalmente. Si nota anche la dualità razionalità-istinto: il cervello (sede del pensiero) e gli organi sensoriali (occhio, orecchio, bocca) sembrano immersi in un ecosistema che li avvolge, come se il pensiero umano fosse influenzato e plasmato dai sensi e dall'ambiente circostanti. Il tutto vuole richiamare una dimensione psicologica dove prevale l'introspezione e l’esperienza personale
La serie "Grovigli" racconta un viaggio visivo nei meandri dell’inconscio, dove il confine tra umano, naturale e universale si dissolve, creando una rete di simboli che invitano a una riflessione profonda. In questi dipinti vive un intreccio di elementi simbolici, anatomici con forme vegetali, animali, radici, fiori e creature oniriche. Ogni dettaglio racconta una storia di disconnessione dei sensi umani e di connessione primordiale tra l’uomo e il mondo naturale, enfatizzando il ruolo dei sensi e delle emozioni nella costruzione della realtà interiore. Lo sfondo di ciascuna opera, sia esso ricco di oscurità cosmiche e frammenti di luce o multicolorato, simboleggia il mistero dell’inconscio paragonandolo all’immensità dell’universo. È uno spazio dove caos e ordine convivono. I colori, spesso vividi e contrastanti, simboleggiano l’energia, sottolineando il dinamismo e la tensione tra razionalità e istinto, vita e trasformazione. Gli elementi anatomici non sono rappresentati in modo totalmente isolato, ma come parte di un ecosistema fluido e vitale, che suggerisce un messaggio profondo: nonostante ci si possa sentire disconnessi con noi stessi, l’essere umano non è separato dal mondo che lo circonda, ma profondamente radicato in esso.
Ogni elemento, dettaglio, colore e posizione fa parte di un linguaggio simbolico, la cui lettura è influenzata dall’esperienza personale e dall’immaginazione dello spettatore.