opera
Neraria – Herbarium (n. 54, 69, 45, 52, 31, 37, 3, 29, 46, 8)
categoria | Grafica |
soggetto | Paesaggio, Natura, Astratto |
tags | |
base | 20 cm |
altezza | 28 cm |
profondità | 0 cm |
anno | 2024 |
Stampa digitale su cartoncino 300g, tiratura di 10 copie ognuna.
(composizione di 10 stampe)
Neraria-Herbarium è un’opera in divenire, costituita da disegni di piante immaginarie (attualmente un centinaio) di dimensioni costanti accumulatisi nel corso di diversi anni.
I vegetali che ne fanno parte sono frutto di disegni su carta che in seguito sono stati terminati e stampati in digitale.
Il mio erbario immaginario è nato durante la pandemia, in corrispondenza della nascita di mia figlia. I primi fiori dell’erbario nascono dall’esigenza di esorcizzare e trasformare il dolore del parto e la depressione post partum.
Ogni pianta suggerisce organi femminili e/o maschili, oggetti quotidiani, batteri, virus o atomi, e l’innesto di elementi improbabili genera nuove forme autogene che immagino svilupparsi in un futuro in cui l’assenza dell’uomo comporta arricchimento e diversificazioni inimmaginabili.
Sono piante nate all’interno del nostro mondo tecnologizzato, in cui la natura si ibrida con l’artefatto umano.
Queste creazioni sono diventate come una sorta di diario quotidiano, una pratica giornaliera che mi ha portato a focalizzare l’attenzione su dettagli inaspettati, memorie, esperienze personali e stati d’animo.
Questo lungo repertorio di vegetali inesistenti, ibridi, multiformi attraverso la loro duplice natura trasformano il tragico in ludico, il mortifero in vitale, il metallico in organico, ecc.
Questo erbario è stato uno strumento necessario per riflettere anche sul corpo e sull’identità accompagnando la mia rinascita come donna e madre.
I disegni, di una meticolosità quasi scientifica, richiamano piante associate al corpo umano ridisegnandone le forme e stravolgendole attraverso nuove strutture emozionali.
Il corpo si manifesta simbolicamente nella simmetria di molti vegetali, in una costante evocazione della vita naturale organizzata in composizioni multiformi.
Alcune morfologie vegetali richiamano soprattutto la dimensione femminile, nelle sue molteplici ibridazioni, nelle interazioni con l’universo maschile e con l’ambiente circostante.
Si tratta di un’indagine introspettiva ed emotiva che cerca di districarsi tra la natura e l’artificio, tra il simbolico e la narrazione.
Le mie figure mescolano natura e artificio umano, reinterpretando i continui input esterni attraverso un filtro personale, evocando la vita naturale in una realtà immaginaria e complessa.
Semi, radici, fiori, erbe, atomi, organi riproduttivi, ecc... evocano l'imprevedibilità della natura e il timore del suo stravolgimento e della sua deturpazione per mano umana.
(composizione di 10 stampe)
Neraria-Herbarium è un’opera in divenire, costituita da disegni di piante immaginarie (attualmente un centinaio) di dimensioni costanti accumulatisi nel corso di diversi anni.
I vegetali che ne fanno parte sono frutto di disegni su carta che in seguito sono stati terminati e stampati in digitale.
Il mio erbario immaginario è nato durante la pandemia, in corrispondenza della nascita di mia figlia. I primi fiori dell’erbario nascono dall’esigenza di esorcizzare e trasformare il dolore del parto e la depressione post partum.
Ogni pianta suggerisce organi femminili e/o maschili, oggetti quotidiani, batteri, virus o atomi, e l’innesto di elementi improbabili genera nuove forme autogene che immagino svilupparsi in un futuro in cui l’assenza dell’uomo comporta arricchimento e diversificazioni inimmaginabili.
Sono piante nate all’interno del nostro mondo tecnologizzato, in cui la natura si ibrida con l’artefatto umano.
Queste creazioni sono diventate come una sorta di diario quotidiano, una pratica giornaliera che mi ha portato a focalizzare l’attenzione su dettagli inaspettati, memorie, esperienze personali e stati d’animo.
Questo lungo repertorio di vegetali inesistenti, ibridi, multiformi attraverso la loro duplice natura trasformano il tragico in ludico, il mortifero in vitale, il metallico in organico, ecc.
Questo erbario è stato uno strumento necessario per riflettere anche sul corpo e sull’identità accompagnando la mia rinascita come donna e madre.
I disegni, di una meticolosità quasi scientifica, richiamano piante associate al corpo umano ridisegnandone le forme e stravolgendole attraverso nuove strutture emozionali.
Il corpo si manifesta simbolicamente nella simmetria di molti vegetali, in una costante evocazione della vita naturale organizzata in composizioni multiformi.
Alcune morfologie vegetali richiamano soprattutto la dimensione femminile, nelle sue molteplici ibridazioni, nelle interazioni con l’universo maschile e con l’ambiente circostante.
Si tratta di un’indagine introspettiva ed emotiva che cerca di districarsi tra la natura e l’artificio, tra il simbolico e la narrazione.
Le mie figure mescolano natura e artificio umano, reinterpretando i continui input esterni attraverso un filtro personale, evocando la vita naturale in una realtà immaginaria e complessa.
Semi, radici, fiori, erbe, atomi, organi riproduttivi, ecc... evocano l'imprevedibilità della natura e il timore del suo stravolgimento e della sua deturpazione per mano umana.