Sono nata a Sarnico, in provincia di Bergamo, in riva al lago.
Osservo e vivo ciò che mi circonda e lo ritrovo nei lavori che faccio
L’approccio con il fare creativo inizia grazie alle mani che preparano il telaio, tirano la tela, inchiodano, fanno gesti che l’uomo non ha mai smesso di fare, siamo da sempre esseri che per necessità hanno, fatto, costruito, partendo dall’uso sapiente delle mani.
Quando inizio un lavoro pittorico parto da lì dalle origini e mi piace dare valore a ogni cosa, preparo la tela, la imbevo di colla di coniglio, di gesso e attendo che si asciughi contemplando lo spazio candido davanti ai miei occhi.
Poi arriva il gesto come azione dal dentro verso il fuori
Parte dal centro del corpo in un equilibrio energetico creando movimenti armonici, fluidi con il fuori, in quanto dentro e fuori sono un tutt’uno
Così lo spazio esterno diventa palpabile, è vibrante di energia è azione, diviene visibile grazie alla relazione tra corpo e ambiente, tra corpo e altri corpi
Nei primi lavori il gesto, il colore fluido sulla tela, sono il risultato del dialogo tra il mio corpo e il corpo quadro, restano impressi tutti i passaggi, come se quest’ultimo fosse lo specchio dei miei movimenti che poi si manifestano, la mente si spegne e il corpo lavora, sa cosa deve fare.
Ricerco altri punti di vista e di percezione da parte dello spettatore quando guarda l’opera (i miei lavori nascono dall’azione sui tutti 4 i lati, introducendo i lavori tridimensionali) con l’inserimento delle resine affronto il concetto di specchio (anima riflesso spazio) e l’osservatore si ritrova all’interno del quadro.
Sono gli elementi e la loro trasformazione che continuano a ritornare come linguaggio da indagare nei lavori attuali, sempre in relazione con il corpo.
Acqua farina, sale che si trasformano attraverso le mani in materia, nel PANE che NUTRE quello che resta è la carta dove il processo di creazione è stato e dichiara che la vita sta scorrendo, in questo caso LE CARTE sono l’opera hanno anch’esse come le velature e le cromie pittoriche una forma, una struttura e dichiarano il processo di quello che è stato
-NUTRIRE/NOURISH-
Oppure la materia appartenuta al passato che ritorna a vivere sotto nuove sembianze in nuove forme e vesti sempre tramite l’azione del gesto che coinvolge il corpo in un tutt’uno con la mente, realizzando, infinite pieghe tra stoffe e carte, ORIGAMI, nell’infinito processo del divenire, fermandosi trovando una forma propria una resa in un tempo sospeso
-VESTE/ORIGAMI/TRA PASSATO E PRESENTE-
L’informale, l’astrazione, mi permettono di far rivivere la materia seguendo un processo zen, di ascolto quasi scoprendo qualcosa che già c’è, ma non è visibile.
Noi siamo il bagaglio di quello che abbiamo ricevuto nel ventre materno e delle esperienze fatte nei primi anni di vita.
Così indago su me stessa in quello che è il mio modo di percepire la vita, quella parte dell’inconscio che si lega al passato all’origine legato alla ciclicità, alla rigenerazione, alla trasformazione.
Osservo e vivo ciò che mi circonda e lo ritrovo nei lavori che faccio
L’approccio con il fare creativo inizia grazie alle mani che preparano il telaio, tirano la tela, inchiodano, fanno gesti che l’uomo non ha mai smesso di fare, siamo da sempre esseri che per necessità hanno, fatto, costruito, partendo dall’uso sapiente delle mani.
Quando inizio un lavoro pittorico parto da lì dalle origini e mi piace dare valore a ogni cosa, preparo la tela, la imbevo di colla di coniglio, di gesso e attendo che si asciughi contemplando lo spazio candido davanti ai miei occhi.
Poi arriva il gesto come azione dal dentro verso il fuori
Parte dal centro del corpo in un equilibrio energetico creando movimenti armonici, fluidi con il fuori, in quanto dentro e fuori sono un tutt’uno
Così lo spazio esterno diventa palpabile, è vibrante di energia è azione, diviene visibile grazie alla relazione tra corpo e ambiente, tra corpo e altri corpi
Nei primi lavori il gesto, il colore fluido sulla tela, sono il risultato del dialogo tra il mio corpo e il corpo quadro, restano impressi tutti i passaggi, come se quest’ultimo fosse lo specchio dei miei movimenti che poi si manifestano, la mente si spegne e il corpo lavora, sa cosa deve fare.
Ricerco altri punti di vista e di percezione da parte dello spettatore quando guarda l’opera (i miei lavori nascono dall’azione sui tutti 4 i lati, introducendo i lavori tridimensionali) con l’inserimento delle resine affronto il concetto di specchio (anima riflesso spazio) e l’osservatore si ritrova all’interno del quadro.
Sono gli elementi e la loro trasformazione che continuano a ritornare come linguaggio da indagare nei lavori attuali, sempre in relazione con il corpo.
Acqua farina, sale che si trasformano attraverso le mani in materia, nel PANE che NUTRE quello che resta è la carta dove il processo di creazione è stato e dichiara che la vita sta scorrendo, in questo caso LE CARTE sono l’opera hanno anch’esse come le velature e le cromie pittoriche una forma, una struttura e dichiarano il processo di quello che è stato
-NUTRIRE/NOURISH-
Oppure la materia appartenuta al passato che ritorna a vivere sotto nuove sembianze in nuove forme e vesti sempre tramite l’azione del gesto che coinvolge il corpo in un tutt’uno con la mente, realizzando, infinite pieghe tra stoffe e carte, ORIGAMI, nell’infinito processo del divenire, fermandosi trovando una forma propria una resa in un tempo sospeso
-VESTE/ORIGAMI/TRA PASSATO E PRESENTE-
L’informale, l’astrazione, mi permettono di far rivivere la materia seguendo un processo zen, di ascolto quasi scoprendo qualcosa che già c’è, ma non è visibile.
Noi siamo il bagaglio di quello che abbiamo ricevuto nel ventre materno e delle esperienze fatte nei primi anni di vita.
Così indago su me stessa in quello che è il mio modo di percepire la vita, quella parte dell’inconscio che si lega al passato all’origine legato alla ciclicità, alla rigenerazione, alla trasformazione.