Viola Di Massimo

Artista
Roma
Foto del profilo di Viola Di Massimo
Lavoro a Roma, la mia ricerca artistica inizia durante il liceo artistico nel 1986 con lo studio del nudo femminile insieme al concetto di uguaglianza proprio nella diversità: sia nella forma che nell'identità.

Dopo l'Accademia di Belle Arti di Roma (1994) continuo a partecipare a numerose collettive e personali. Dal 1998 apro lo studio alle visite su appuntamento dove è possibile vedere le opere e dedicare tempo al dialogo con il visitatore.
Divengo un artista indipendente per poter avere un rapporto più ampio e diretto con l'osservatore: accogliere aspetti umani che arricchiscano la profondità che penso un artista debba accrescere, approfondire la ricerca tecnica (studio dei pigmenti, supporti, materia, tecniche scultoree con pietra e argilla, incisione), e alimentare la ricerca concettuale. Nonché iniziare ad affrontare direttamente le problematiche del mercato dell'arte. Nel 2007 creo il movimento artistico “Propaganda per la Civilizzazione delle Masse” come verso alla Pubblicità Progresso con l’intento di produrre e promuovere autonomamente spot e campagne artistiche rivolte al sociale come  “Favola per un Silenzio d’Aprile” e “La piccola Sposa Bianca” per la giornata internazionale per i diritti dei bambini, il manifesto “Basta” per la giornata internazionale per la violenza sulle donne, le opere “The Monster in The Box” e le mostre itineranti per promuovere l'arte fra le peersone.

Dal 2011 lo Studio Arte Viola diviene anche spazio aperto al pubblico attraverso eventi organizzati per far sì che l'osservatore possa trovarsi in uno spazio/installazione che lo riesca a coinvolgere completamente, riuscendo a ricreare i salotti di un tempo dove l'arte e i diversi argomenti alimentavano l'animo umano.
Le luci, i pigmenti rossi, le matite su carta, i video, le sculture, le tele e i soffitti inclinati fanno sì che lo studio stesso sia opera-installazione e l'osservatore divenga inconsapevolmente protagonista dell'opera. Tanto da poter comprendere che un'opera è qualcosa che vive oltre la superficie: una finestra per guardare oltre e uno specchio per riflettere se stesso.

Durante la pandemia seguendo l'intimo credo che: l'arte vola sopra ogni cosa, non potendo aprire lo studio al pubblico, le esposizioni personali divengono itineranti. Grazie a sei assidui visitatori che mi hanno accompagnata in questa idea, ho potuto portare le opere realizzando la mia personale, per le strade di Roma (e non solo), in bicicletta: qui una delle edizioni quattro  Mostre Itineranti.

Penso il creare sia un atto di pura alchimia, l’autore si fonde con l’opera che nasce dalla fusione fra: l’intensità delle cromie, la forza delle forme e la potenza del segno. Per quanto un’opera possa avere un termine non smetterà mai di assumere nuovi significati, di essere osservata ma anche di osservare. Di avere addosso occhi ed essenza di infiniti spettatori che ad ogni pensiero la trasformeranno e attraverso di lei, ne saranno trasformati. In un moto che non avrà mai fine
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