Sono Daniele Cabri, uno scultore e pittore che lavora negli ultimi tempi su pelle naturale di animale su cui tramite il fuoco di una fiamma ossidrica ed il calore elettrico di un pirografo disegno e incido e dipingo ombre di oggeti quotidiani, esistenze animali ed umane, involucri di vite passate che diventano il nostro oggi. Parto da vecchie foto da me scattate in un vecchio reportage che poi rielaboro e asciugo e sintetizzo con la linea del disegno. Uso frammenti di cuoio e pelle riferiti al dorso dell'animale sacrificato dagli uomini e lì sopra grazie al lento incedere del fuoco estrapolo lo spiriito rimasto di una esistenza animale ed umana. Ridò la dignità alle esistenze vissute su questo supporto fisico che è la pelle che ci lega in modo parentale e ci accomuna fra uomini ed animali ed ogni essere vivente. Catturo trofei al lavoro corrosivo e disgregante del tempo per lasciarne affiorare lievi ombre uscite dal nostro Ade personale. Sto lavorando a un progetto molto esteso dal titolo"Quando eravamo amabili selvaggi" dove in questo procedimento lascio tracce delle esistenze del mio paese natio, incidendo ritratti di persone, animali e attrezzi di lavoro e cose quotidiane per salvarli dall'oblio del tempo. In più con la prima opera che ho messo su questa piattaforma " Saturno che divora i propi figli" che è un più esteso progetto, sto riflettendo sul rapporto uomo e nuove tecnologie e la loro conseguente intromissioni nelle nostre vite affettive e l'arrivo di questo ignoto virus che ha rivoluzionato questi rapporti come si avvince da questa opera recentissima che ho fatto.