Gaia Terranova nasce a Modica, vive tra Brescia e Bologna. Dal 2019 è studentessa presso l’Accademia di Belle arti di Bologna. Nel 2022, consegue il diploma triennale in pittura con una tesi dal titolo “Ecologia fuzzy: coesistenze tra mito, gioco e magia nelle pratiche artistiche dell’Antropocene” dove approfondisce tematiche relative all’estetica relazionale espansa.
I progetti artistici di Gaia propongono visioni molecolari che intendono suggerire configurazioni dove la materia, chiamata in causa attraverso un continuo solve e coagula, è in continua evoluzione nel (e con il) suo ambiente attraverso una cooperazione simpoietica dai toni alchemici.
Attraverso la semplice e classica tecnica dell’inchiostro su carta l’artista esplora le possibilità degli elementi nel loro ambiente e si propone di giungere alle radici del termine (oggi usato e abusato) Ecologia; questa, nelle sue opere, è intesa come indagine e riflessione sulle relazioni che avvengono all’interno dell’ambiente. La sfida dell’Antropocene consiste infatti nell’acquisizione della consapevolezza di questo tutto connesso che è il mondo e le sue rappresentazioni. Nel suo lavoro gli elementi e le composizioni vacillano tra l’apparire come scenari inconsci, intimi, introspettivi e tra l’acquisizione di sembianze organiche, apparati e molecole che compongono nature e paesaggi sospesi e incerti.
I progetti artistici di Gaia propongono visioni molecolari che intendono suggerire configurazioni dove la materia, chiamata in causa attraverso un continuo solve e coagula, è in continua evoluzione nel (e con il) suo ambiente attraverso una cooperazione simpoietica dai toni alchemici.
Attraverso la semplice e classica tecnica dell’inchiostro su carta l’artista esplora le possibilità degli elementi nel loro ambiente e si propone di giungere alle radici del termine (oggi usato e abusato) Ecologia; questa, nelle sue opere, è intesa come indagine e riflessione sulle relazioni che avvengono all’interno dell’ambiente. La sfida dell’Antropocene consiste infatti nell’acquisizione della consapevolezza di questo tutto connesso che è il mondo e le sue rappresentazioni. Nel suo lavoro gli elementi e le composizioni vacillano tra l’apparire come scenari inconsci, intimi, introspettivi e tra l’acquisizione di sembianze organiche, apparati e molecole che compongono nature e paesaggi sospesi e incerti.