PICCOLA BIOGRAFIA
Nasco nel 1971 in un comune Calabrese: Lamezia Terme. Durante tutta la mia vita ho sempre
coltivato la passione per l’arte e la creatività, anche senza frequentare scuole d’arte.
Mi ritengo un autodidatta, e come tale ho sempre ricercato in autonomia la mia strada.
Ho trascorso l’adolescenza negli anni ottanta col mito dei graffiti americani e della pop art, da qui
nascono le mie prime opere sui muri della città. Negli anni novanta mi trovo nel bel mezzo della
rivoluzione digitale e la nascita di Internet. Grazie alla predisposizione alle nuove tecnologie e
l’amore per l’arte, fondo insieme ad amici una web company con l’incarico di art-director. Nei
continui viaggi negli Stati Uniti consolido definitivamente l’attitudine nel scegliere soggetti
metropolitani per i miei dipinti realistici con richiami a icone pop.
DICHIARAZIONE ARTISTA
Non ho mai frequentato scuole d’arte, la mia vita è sempre stata segnata dal dualismo fra creatività
artistica e capacità imprenditoriale. Mi ritengo un autodidatta, e come tale ho sempre ricercato in
autonomia la mia strada.
Mi definisco un artista realista e come tale dipingo scene comuni di tutti i giorni, scene dei miei
tempi. In qualche modo lascio una testimonianza del mio passaggio.
L’idea è di cogliere il respiro vitale della città attraverso lo scorrere della vita delle persone per le
strade.
Le città che scelgo per il mio progetto, sono città con le quali sono coinvolto. Per così dire i nostri
destini si sono incrociati e ne hanno mutato vicendevolmente il loro corso. Con i miei dipinti,
racconto l’inizio di una storia, lasciando come sempre allo spettatore, la libertà di immaginarne la
continuazione secondo la propria esperienza e il proprio vissuto.
Attraverso l’apprendimento esperienziale del tessuto metropolitano, prendo coscienza e possesso
dello spazio urbano che mi circonda.
Nelle mie inquadrature cinematografiche, non sono solo spettatore, ma anche protagonista:
essendo presente, interagisco attivamente con lo spazio circostante e ne modifico in modo
invisibile il suo compiersi. In definitiva questo racconto coincide con le tappe della mia vita e sotto
questo aspetto, rappresenta la mia vita stessa.
PROCESSO ARTISTICO
Il linguaggio della mia pittura è quello che chiamo Sampled Realism o Realismo Campionato.
Per compierlo al meglio utilizzo un gran numero di stencil, per l’opera al Macro, ad esempio, ne ho
utilizzato più di duecento.
Il Sampled Realism è un modo di tradurre un’idea astratta, uno stato d’animo del mondo reale e
della vita di tutti i giorni, nella rappresentazione artistica, tentando di trovare un corretto
bilanciamento tra scienza a arte.
La resa pittorica è realizzata, inquadrandosi nell’epoca del digitale, con la tecnica del
campionamento. L’esempio classico di campionamento ci è dato dal mondo della musica: l’onda
sonora di uno strumento suonato dal vivo viene percepito come un segnale “continuo”. Nel
momento in cui viene “catturato” digitalmente, avviene un processo di campionamento dove data
una certa frequenza vengono memorizzate le informazioni di quel segnale. In questo modo quel
segnale analogico continuo della realtà diventa un segnale digitale discontinuo, evidentemente
con delle lacune. Ma questo nuovo segnale digitale, che può essere in qualche modo
memorizzato, viene percepito esattamente come quello reale analogico. Nell’era del digitale gran
parte della realtà che viviamo tende ad essere “campionata” e intrappolata in apparati elettronici.
Analogamente nel Sampled Realism l’immagine viene realizzata con processo di semplificazione
dei colori, un “campionamento”. In questa ottica i colori non vengono mescolati ma diventano
macchie, curve fra le quali non vi sono sfumature. Proprio come si vede in topografia con le curve
di livello, o in tomografia dove la resa tridimensionale del corpo è data da campioni a strati. Il salto
più o meno evidente tra una curva ed un’altra nasconde un’omissione. Se vogliamo è un po’ una
metafora della vita moderna digitale. Ogni giorno perdiamo dei pezzi che riteniamo poco
importanti, in ogni caso ad uno sguardo distratto e complessivo non si nota questa perdita. Ecco
perché realismo campionato: ad uno sguardo d’insieme, i dipinti sembrano ricercare il realismo,
ma con uno sguardo più attento, notiamo tutte le manchevolezze segnate dal netto contrasto
cromatico tra una curva ed un’altra.
A differenza dell’iperrealismo che si è contraddistinto per la maniacalità dei dettagli, sotto tutti gli
aspetti esagerata, il Sampled Realism si pone in antitesi laddove tende volutamente a tralasciare
dettagli e si propone di perdere informazioni. Queste lacune rappresentano si le manchevolezze
della nostra vita, ma nello stesso tempo ci danno l’opportunità di ricostruire una nuova realtà
rimodulata sulla nostra conoscenza ed esperienza.
Nasco nel 1971 in un comune Calabrese: Lamezia Terme. Durante tutta la mia vita ho sempre
coltivato la passione per l’arte e la creatività, anche senza frequentare scuole d’arte.
Mi ritengo un autodidatta, e come tale ho sempre ricercato in autonomia la mia strada.
Ho trascorso l’adolescenza negli anni ottanta col mito dei graffiti americani e della pop art, da qui
nascono le mie prime opere sui muri della città. Negli anni novanta mi trovo nel bel mezzo della
rivoluzione digitale e la nascita di Internet. Grazie alla predisposizione alle nuove tecnologie e
l’amore per l’arte, fondo insieme ad amici una web company con l’incarico di art-director. Nei
continui viaggi negli Stati Uniti consolido definitivamente l’attitudine nel scegliere soggetti
metropolitani per i miei dipinti realistici con richiami a icone pop.
DICHIARAZIONE ARTISTA
Non ho mai frequentato scuole d’arte, la mia vita è sempre stata segnata dal dualismo fra creatività
artistica e capacità imprenditoriale. Mi ritengo un autodidatta, e come tale ho sempre ricercato in
autonomia la mia strada.
Mi definisco un artista realista e come tale dipingo scene comuni di tutti i giorni, scene dei miei
tempi. In qualche modo lascio una testimonianza del mio passaggio.
L’idea è di cogliere il respiro vitale della città attraverso lo scorrere della vita delle persone per le
strade.
Le città che scelgo per il mio progetto, sono città con le quali sono coinvolto. Per così dire i nostri
destini si sono incrociati e ne hanno mutato vicendevolmente il loro corso. Con i miei dipinti,
racconto l’inizio di una storia, lasciando come sempre allo spettatore, la libertà di immaginarne la
continuazione secondo la propria esperienza e il proprio vissuto.
Attraverso l’apprendimento esperienziale del tessuto metropolitano, prendo coscienza e possesso
dello spazio urbano che mi circonda.
Nelle mie inquadrature cinematografiche, non sono solo spettatore, ma anche protagonista:
essendo presente, interagisco attivamente con lo spazio circostante e ne modifico in modo
invisibile il suo compiersi. In definitiva questo racconto coincide con le tappe della mia vita e sotto
questo aspetto, rappresenta la mia vita stessa.
PROCESSO ARTISTICO
Il linguaggio della mia pittura è quello che chiamo Sampled Realism o Realismo Campionato.
Per compierlo al meglio utilizzo un gran numero di stencil, per l’opera al Macro, ad esempio, ne ho
utilizzato più di duecento.
Il Sampled Realism è un modo di tradurre un’idea astratta, uno stato d’animo del mondo reale e
della vita di tutti i giorni, nella rappresentazione artistica, tentando di trovare un corretto
bilanciamento tra scienza a arte.
La resa pittorica è realizzata, inquadrandosi nell’epoca del digitale, con la tecnica del
campionamento. L’esempio classico di campionamento ci è dato dal mondo della musica: l’onda
sonora di uno strumento suonato dal vivo viene percepito come un segnale “continuo”. Nel
momento in cui viene “catturato” digitalmente, avviene un processo di campionamento dove data
una certa frequenza vengono memorizzate le informazioni di quel segnale. In questo modo quel
segnale analogico continuo della realtà diventa un segnale digitale discontinuo, evidentemente
con delle lacune. Ma questo nuovo segnale digitale, che può essere in qualche modo
memorizzato, viene percepito esattamente come quello reale analogico. Nell’era del digitale gran
parte della realtà che viviamo tende ad essere “campionata” e intrappolata in apparati elettronici.
Analogamente nel Sampled Realism l’immagine viene realizzata con processo di semplificazione
dei colori, un “campionamento”. In questa ottica i colori non vengono mescolati ma diventano
macchie, curve fra le quali non vi sono sfumature. Proprio come si vede in topografia con le curve
di livello, o in tomografia dove la resa tridimensionale del corpo è data da campioni a strati. Il salto
più o meno evidente tra una curva ed un’altra nasconde un’omissione. Se vogliamo è un po’ una
metafora della vita moderna digitale. Ogni giorno perdiamo dei pezzi che riteniamo poco
importanti, in ogni caso ad uno sguardo distratto e complessivo non si nota questa perdita. Ecco
perché realismo campionato: ad uno sguardo d’insieme, i dipinti sembrano ricercare il realismo,
ma con uno sguardo più attento, notiamo tutte le manchevolezze segnate dal netto contrasto
cromatico tra una curva ed un’altra.
A differenza dell’iperrealismo che si è contraddistinto per la maniacalità dei dettagli, sotto tutti gli
aspetti esagerata, il Sampled Realism si pone in antitesi laddove tende volutamente a tralasciare
dettagli e si propone di perdere informazioni. Queste lacune rappresentano si le manchevolezze
della nostra vita, ma nello stesso tempo ci danno l’opportunità di ricostruire una nuova realtà
rimodulata sulla nostra conoscenza ed esperienza.