Forse è passato ancora troppo poco tempo perché io riesca a descrivere un percorso artistico che mi distingue e a cui io senta di appartenere.
Ho iniziato i miei studi approcciandomi alla scultura, ma è nella pittura che ho riconosciuto me stesso.
È qualcosa che mi libera, mi consente di esprimermi, mi piace, mi diverte e mi fa stare bene. Ci sono mattine in cui mi sveglio e semplicemente sento che è il giorno giusto per dipingere. Sento come l’esigenza.
Quando poi mi trovo davanti alla tela è strano: ho la consapevolezza che sto per disegnare qualcosa, ma ancora non so cosa sia. È un processo creativo che sorprende me per primo ogni volta. Non capita mai che il soggetto corrisponda a un’idea precisa nella mia testa prima di apparire sulla tela, ma quando prendo in mano il pennello, ecco che acquisisce forma, e quasi senza che me ne accorga, è finito.
È come un flusso autonomo, e l’opera si crea man mano.
Potremmo dire, allora, che il punto di partenza del mio percorso è un’inconscia ispirazione, che seguo, ma di cui ho difficoltà a identificare l’origine.
Quel che so per certo è che mi riconosco appieno nell’astrazione. Mi piace esprimermi in maniera astratta, perché non credo si debba per forza trovare una “realtà” nell’arte. Si tratta più di una ricerca della bellezza e dell’emozione, da scoprire nelle forme e nei colori.
Ogni tanto, sì, “inciampo” in qualche lavoro più realistico, quasi per mettermi alla prova, istigato dai molti che, forti di un vacuo “potrei farlo anch’io”, ritengono che la pittura astratta sia la via più facile. A prescindere dai risultati, il cui giudizio è soggettivo, mi rendo conto che non riesco a esprimermi come vorrei nei temi di realtà, e così ogni volta dimostro a me stesso che la mia è una vera e propria scelta, ed è la mia direzione.
All’astrazione si lega senza dubbio la sperimentazione. I miei lavori non si inseriscono in un progetto organico. Non ho un tema o una gamma di colori prediletti, sebbene abbia creato una serie e riproposto alcune variazioni, e soprattutto non ho uno stile univoco. Ci sono alcune tra le mie opere che tra loro si dimostrano più che opposte. Mi piace sperimentare, cambiare i soggetti, utilizzare strumenti e supporti diversi. La mia preferenza di norma va ai colori lucidi, moderni e brillanti degli acrilici su tela, anche se ultimamente sto utilizzando molto la carta e gli acquerelli, più nei toni vivaci che nelle classiche sfumature pastello.
Pittura, ispirazione, astrazione, sperimentazione. Forse non posso ancora identificarmi in un vero percorso artistico, ma riesco a riconoscermi in queste quattro parole.
Ho iniziato i miei studi approcciandomi alla scultura, ma è nella pittura che ho riconosciuto me stesso.
È qualcosa che mi libera, mi consente di esprimermi, mi piace, mi diverte e mi fa stare bene. Ci sono mattine in cui mi sveglio e semplicemente sento che è il giorno giusto per dipingere. Sento come l’esigenza.
Quando poi mi trovo davanti alla tela è strano: ho la consapevolezza che sto per disegnare qualcosa, ma ancora non so cosa sia. È un processo creativo che sorprende me per primo ogni volta. Non capita mai che il soggetto corrisponda a un’idea precisa nella mia testa prima di apparire sulla tela, ma quando prendo in mano il pennello, ecco che acquisisce forma, e quasi senza che me ne accorga, è finito.
È come un flusso autonomo, e l’opera si crea man mano.
Potremmo dire, allora, che il punto di partenza del mio percorso è un’inconscia ispirazione, che seguo, ma di cui ho difficoltà a identificare l’origine.
Quel che so per certo è che mi riconosco appieno nell’astrazione. Mi piace esprimermi in maniera astratta, perché non credo si debba per forza trovare una “realtà” nell’arte. Si tratta più di una ricerca della bellezza e dell’emozione, da scoprire nelle forme e nei colori.
Ogni tanto, sì, “inciampo” in qualche lavoro più realistico, quasi per mettermi alla prova, istigato dai molti che, forti di un vacuo “potrei farlo anch’io”, ritengono che la pittura astratta sia la via più facile. A prescindere dai risultati, il cui giudizio è soggettivo, mi rendo conto che non riesco a esprimermi come vorrei nei temi di realtà, e così ogni volta dimostro a me stesso che la mia è una vera e propria scelta, ed è la mia direzione.
All’astrazione si lega senza dubbio la sperimentazione. I miei lavori non si inseriscono in un progetto organico. Non ho un tema o una gamma di colori prediletti, sebbene abbia creato una serie e riproposto alcune variazioni, e soprattutto non ho uno stile univoco. Ci sono alcune tra le mie opere che tra loro si dimostrano più che opposte. Mi piace sperimentare, cambiare i soggetti, utilizzare strumenti e supporti diversi. La mia preferenza di norma va ai colori lucidi, moderni e brillanti degli acrilici su tela, anche se ultimamente sto utilizzando molto la carta e gli acquerelli, più nei toni vivaci che nelle classiche sfumature pastello.
Pittura, ispirazione, astrazione, sperimentazione. Forse non posso ancora identificarmi in un vero percorso artistico, ma riesco a riconoscermi in queste quattro parole.