nota critico-biografica
Nasce a Guamo di Lucca,frequenta per un breve periodo l'istituto d'arte A.passaglia,sotto la guida dello scultore e incisore fiorentino Vitaliano De Angelis si accosta alle discipline plastiche e studia progettazione. Momento importante e alimento per la formazione dell'artista sono le sue esperienze con gli "ultimi",i campesinos dell'America Latina ,alternando il lavoro della terra con la ricerca artistica.
In Italia ritrovato il maestro De Angelis e Kraczyna si dedica all'incisione ,i suoi soggetti sono gli stecchi,pezzi di legnaccio "usati anche da Giotto per rumare i colori"dice l'artista,si però Giotto per nostra fortuna,dopo l'uso li buttava via " gli risponde il critico d'arte Nicola Micieli,per altro suo estimatore visto che lo ha inserito nel volume "incisione Pisana del 900" da cui :Gianfranco Pacini pone un concetto semplice e a un tempo radicale ,e dunque ricco di portato: che lo "stecco" -il bastoncino con cui si mescolano i colori nei barattoli-per i depositi casuali delle tinte assume un aspetto nuovo,si permuta in segno. Lo stecco immerso nel colore è già pittura.
Con questa affermazione minimalista,in apparenza estemporanea ,Pacini formulava il principio di alterità su cui si fonda il linguaggio.Nel senso che riconosceva una funzione semantica inedita ,un valore aggiunto a un dato normale e insignificante della realtà,che in tal modo diveniva strumento di accesso a una DIVERSA CONOSCENZA DEL MONDO,a un possibile svelamento intuitivo dei suoi misteri.
Ha immaginato paesaggi lontananti,distese marine osservate come a volo d'uccello,e cieli di confacente infinitudine:un luogo ideale,insomma,una dimensione dell'immaginario ove posizionare in sospensione i propri "stecchi",le proprie minimali intenzioni di pittura,e nell'immensità intuitiva dello spazio essi assumono l'aspetto di filiformi astronavi che provengono da un'oltremondo della rivelazione poetica ....
...la vera collocazione di questi luoghi non è tuttavia fisica ,sibbene interiore e memoriale:essi appartengono alla dimensione dell'animo perchè sono stati visitati dallo sguardo immaginativo dell'incisore. E vorrei dire che Pacini imprime loro un respiro delicato e sognante ,da poeta che sa rappresentare l'ineffabile della natura.
Ha esposto un po dovunque in Italia e all'estero e chi si è voluto interessare alla sua opera lo ha fatto come:Micieli,Paloscia ,Kraczyna,Carlesi De Angelis Gierut,Riccarelli,Luperini Marcone,Levi,Donzello ,Chetta ,e altri
Nasce a Guamo di Lucca,frequenta per un breve periodo l'istituto d'arte A.passaglia,sotto la guida dello scultore e incisore fiorentino Vitaliano De Angelis si accosta alle discipline plastiche e studia progettazione. Momento importante e alimento per la formazione dell'artista sono le sue esperienze con gli "ultimi",i campesinos dell'America Latina ,alternando il lavoro della terra con la ricerca artistica.
In Italia ritrovato il maestro De Angelis e Kraczyna si dedica all'incisione ,i suoi soggetti sono gli stecchi,pezzi di legnaccio "usati anche da Giotto per rumare i colori"dice l'artista,si però Giotto per nostra fortuna,dopo l'uso li buttava via " gli risponde il critico d'arte Nicola Micieli,per altro suo estimatore visto che lo ha inserito nel volume "incisione Pisana del 900" da cui :Gianfranco Pacini pone un concetto semplice e a un tempo radicale ,e dunque ricco di portato: che lo "stecco" -il bastoncino con cui si mescolano i colori nei barattoli-per i depositi casuali delle tinte assume un aspetto nuovo,si permuta in segno. Lo stecco immerso nel colore è già pittura.
Con questa affermazione minimalista,in apparenza estemporanea ,Pacini formulava il principio di alterità su cui si fonda il linguaggio.Nel senso che riconosceva una funzione semantica inedita ,un valore aggiunto a un dato normale e insignificante della realtà,che in tal modo diveniva strumento di accesso a una DIVERSA CONOSCENZA DEL MONDO,a un possibile svelamento intuitivo dei suoi misteri.
Ha immaginato paesaggi lontananti,distese marine osservate come a volo d'uccello,e cieli di confacente infinitudine:un luogo ideale,insomma,una dimensione dell'immaginario ove posizionare in sospensione i propri "stecchi",le proprie minimali intenzioni di pittura,e nell'immensità intuitiva dello spazio essi assumono l'aspetto di filiformi astronavi che provengono da un'oltremondo della rivelazione poetica ....
...la vera collocazione di questi luoghi non è tuttavia fisica ,sibbene interiore e memoriale:essi appartengono alla dimensione dell'animo perchè sono stati visitati dallo sguardo immaginativo dell'incisore. E vorrei dire che Pacini imprime loro un respiro delicato e sognante ,da poeta che sa rappresentare l'ineffabile della natura.
Ha esposto un po dovunque in Italia e all'estero e chi si è voluto interessare alla sua opera lo ha fatto come:Micieli,Paloscia ,Kraczyna,Carlesi De Angelis Gierut,Riccarelli,Luperini Marcone,Levi,Donzello ,Chetta ,e altri