Osservare la realtà e quello che suscita, frammenti che si ricompongono prima in flussi di pensieri e poi in immagini e parole. Il mio lavoro inizia da questo, con una composizione di sensazioni e oggetti. Prima il collage poi l’analisi e l’installazione; associazioni visive ed emozionali che guidano la mia ricerca.
Partendo da spunti visivi, il tentativo è quello di rendere tangibile qualcosa che è più di un solo ricordo, qualcosa che ha a che fare con il flusso della nostra percezione. Credo che le associazioni così istintive siano reali e che queste abbiano un legame con una visione comune di racconto e memoria.
L’assemblaggio è riformulazione, costruzione di analogie che si sviluppa di continuo, come un collage infinito che ti dà la possibilità di aggiungere o levare un elemento senza mutarne il significato originario ma, cercando invece di cambiare punti di vista.
Ricerca della forma come espressione di una sensazione immediata ma anche ragionata, come la freddezza del ferro, il bagliore di un elemento di carta o di una luce a neon.
Collaborazione tra immagini e materiali, un rovesciamento dal pensiero alla materialità; piccoli dettagli che spesso sottovalutiamo, vanno invece affrontati e scoperti. Cercare un modo per ricostruire una frammentazione contemporanea ormai troppo evidente, un dislocamento che cerca posto, non per trovare risposte ma per trovare sempre altre domande da porsi senza essere mai soddisfatto, concretizzando la necessità che ha l’uomo nel sentirsi spesso ingabbiato, vincolato nelle sue stesse scelte, come tentativo di liberazione.
Partendo da spunti visivi, il tentativo è quello di rendere tangibile qualcosa che è più di un solo ricordo, qualcosa che ha a che fare con il flusso della nostra percezione. Credo che le associazioni così istintive siano reali e che queste abbiano un legame con una visione comune di racconto e memoria.
L’assemblaggio è riformulazione, costruzione di analogie che si sviluppa di continuo, come un collage infinito che ti dà la possibilità di aggiungere o levare un elemento senza mutarne il significato originario ma, cercando invece di cambiare punti di vista.
Ricerca della forma come espressione di una sensazione immediata ma anche ragionata, come la freddezza del ferro, il bagliore di un elemento di carta o di una luce a neon.
Collaborazione tra immagini e materiali, un rovesciamento dal pensiero alla materialità; piccoli dettagli che spesso sottovalutiamo, vanno invece affrontati e scoperti. Cercare un modo per ricostruire una frammentazione contemporanea ormai troppo evidente, un dislocamento che cerca posto, non per trovare risposte ma per trovare sempre altre domande da porsi senza essere mai soddisfatto, concretizzando la necessità che ha l’uomo nel sentirsi spesso ingabbiato, vincolato nelle sue stesse scelte, come tentativo di liberazione.