Per anni, dopo un inizio a 20/30 anni con il cinema sperimentale e la videoarte, ho avuto il bisogno di immergermi in una ricerca che, nel mio modo di vedere, doveva ancora restare privata. Lavoravo con una pratica di riequilibro energetico chiamata Bodytalk che mi ha guidato a risvegliare certe capacità cognitive e una consapevolezza anomala, per i criteri vigenti, verso l’intelligenza corporea e l’aspetto intelligente sensibile di molti elementi naturali.
Ne colgo il richiamo e li sento come se ci fosse un ponte attraverso cui posso accedere alla loro prospettiva. Una prospettiva plurale, declinata nel Noi invece che nell’Io.
La terra, la luna, il vento hanno una coscienza che non è identificata come negli umani in un’identità, che, proprio nel concetto stesso di identità, trova la sua necessità di equilibrio. Si tratta invece di una coscienza dinamica che ama il cambiamento e la sincronizzazione con il momento presente e quello che vi si esprime.
Anche il corpo è in perenne ascolto del flusso di coscienza dell’universo e della vita, in tutte le sue miriadi di accezioni. Sono emanazioni, incroci, intrecci, contaminazioni, riflessi, influenze, riverberi e infiniti incontri di ciò che in ogni istante è semplicemente. Una rete di relazioni, compenetrazioni, sintesi e unioni che ha fatto da matrice al nostro web. Il corpo quindi capta le informazioni in circolo e risponde. Sorgono idee, intuizioni, desideri, voglie, ma anche acciacchi, se a sua volta si sente ignorato e poco in sintonia con ciò che quel momento sta offrendo.
Sono figlia di un medico e di un giornalista e mio malgrado nel corso della mia vita ho fatto i conti con una enorme necessità di raccontare e dare espressione a ciò che provavo e al contempo ho sempre avuto l’urgenza di offrire cura, attenzione e medicina alle ferite del mondo.
Per quanto io abbia tentato di sfuggirle la vena creativa mi abita e vuole cambiare il mondo.
BIO
Si laurea con lode nel 1995 in filosofia estetica alla statale di Milano con la tesi Aprire il concetto senza distruggerlo, basata su manoscritti inediti di Maurice Merleau-Ponty depositati proprio allora alla Bibliothèque National di Parigi. Appunti privati, mai consultati prima, da decifrare, che illuminano molti temi del Visibile e l’Invisibile, oltre agli intrecci della carne del mondo che trascende la dicotomia del soggetto e dell’oggetto e ben si esemplifica nel gesto del pittore.
Dopo un’esperienza di un anno come video-giornalista per 6 Milano, gira il documentario sull’Albania Ska Problem (1996/1997) che vince diversi premi: Award Eye on the Chamelion al Williamsburg Film Festival, una mozione al Premio Libero Bizzarri e il Kodak prize al festival del cortometraggio di Pescara. Trasferitasi a New York gira Apocalypse Show (90”, 1999) un film sulla fine del mondo girato in molti paesi tra cui Grecia, Israele, le Azzorre, Roma e New York, in una commistione di fiction e documentario. Subito dopo è la volta di Rok / Destino (90”, 2001) un viaggio in Siberia concepito come viaggio nel tempo tra l’anno 1880 e il 2000, prima e dopo l’epoca sovietica, un modo comunque per raccontarla. Parallelamente grazie alla residenza d’artista al castello Schloss Solitude di Stoccarda presenta Lost my wings e Stream, installazioni multimediali site-specific a più canali, che eccedono il perimetro dello schermo, generando narrative anamorfiche e mondi da esplorare per togliere lo spettatore dalla sua fissità.
Di quegli anni la collaborazione con Jan-Peter E.R. Sonntag e l’integrazione della sua ricerca acustica con Dystopia, alla galleria Metronom di Barcellona e l’anno seguente alla K&L Gallery di Berlino. Seguono Beyond the evidence, Bridge, Derive, Tu m’as volte de souffles (2001) e altri loops site-specific presentati a Le Fresnoy di Tourcoing, Lille. Sono anni di riprese e di viaggi tra India, Centro America, Tunisia e Egitto, dove gira con una minuscola crew Alchimia (2003/4) in uno stile ormai collaudato che usa time exposure, stop motion e passi diversi per alterare il flusso del tempo, pellicola e video, 16 mm e super8, colore e b/n. Il film si modula in una doppia narrazione tra anima e personalità, ma anche tra maschile / femminile, mondo interiore / realtà, oriente / occidente ed è incentrato sull’idea di trasformare il piombo in oro. Tornata a New York, in fase di montaggio, sentendo che mancavano le premesse fondamentali per comprendere davvero le dinamiche di anima e corpo, decide di dedicarsi a una pratica di medicina energetica. Studia BodyTalk (2008-2019) e ne farà la sua professione principale dal 2011 al 2023.
Complice una grave tubercolosi nel 2009 ritorna a Milano, dove continua a dedicarsi alla ricerca interiore e alla meditazione che, in una sorta di eremitaggio volontario, richiedono di tagliare fuori il mondo. Il disegno e la pittura sono il filo conduttore di questo periodo. Nel febbraio 2022 inizia a lavorare nel minuscolo studio di via Canonica a Milano che offre una sorta di fucina creativa grazie anche alla sua piccolezza. Soddisfacendo questa sua necessità di limitarsi tra 4 mura, la creatività può sentirsi libera e protetta di esplorare nuovi temi. Nascono i primi Healing Paintings, i quadri medicina, e una dedizione più cospicua. Si susseguono varie ricerche, contatti cui dare voce e forma, dallo spirito degli animali, ai lavori con la Terra, le lune, il tempo, l’anima delle tempeste, l’acqua, il vuoto, il micro mondo cellulare, il suono, il momento presente, il mondo di sogno, la genesi della percezione etc. Nel dicembre 2023 il primo open studio, in giugno 2024 la prima mostra come pittrice: Saggezza, cellule e fotoni, la danza della materia, alla Fabbrica dell’Animazione di Milano.
Ne colgo il richiamo e li sento come se ci fosse un ponte attraverso cui posso accedere alla loro prospettiva. Una prospettiva plurale, declinata nel Noi invece che nell’Io.
La terra, la luna, il vento hanno una coscienza che non è identificata come negli umani in un’identità, che, proprio nel concetto stesso di identità, trova la sua necessità di equilibrio. Si tratta invece di una coscienza dinamica che ama il cambiamento e la sincronizzazione con il momento presente e quello che vi si esprime.
Anche il corpo è in perenne ascolto del flusso di coscienza dell’universo e della vita, in tutte le sue miriadi di accezioni. Sono emanazioni, incroci, intrecci, contaminazioni, riflessi, influenze, riverberi e infiniti incontri di ciò che in ogni istante è semplicemente. Una rete di relazioni, compenetrazioni, sintesi e unioni che ha fatto da matrice al nostro web. Il corpo quindi capta le informazioni in circolo e risponde. Sorgono idee, intuizioni, desideri, voglie, ma anche acciacchi, se a sua volta si sente ignorato e poco in sintonia con ciò che quel momento sta offrendo.
Sono figlia di un medico e di un giornalista e mio malgrado nel corso della mia vita ho fatto i conti con una enorme necessità di raccontare e dare espressione a ciò che provavo e al contempo ho sempre avuto l’urgenza di offrire cura, attenzione e medicina alle ferite del mondo.
Per quanto io abbia tentato di sfuggirle la vena creativa mi abita e vuole cambiare il mondo.
BIO
Si laurea con lode nel 1995 in filosofia estetica alla statale di Milano con la tesi Aprire il concetto senza distruggerlo, basata su manoscritti inediti di Maurice Merleau-Ponty depositati proprio allora alla Bibliothèque National di Parigi. Appunti privati, mai consultati prima, da decifrare, che illuminano molti temi del Visibile e l’Invisibile, oltre agli intrecci della carne del mondo che trascende la dicotomia del soggetto e dell’oggetto e ben si esemplifica nel gesto del pittore.
Dopo un’esperienza di un anno come video-giornalista per 6 Milano, gira il documentario sull’Albania Ska Problem (1996/1997) che vince diversi premi: Award Eye on the Chamelion al Williamsburg Film Festival, una mozione al Premio Libero Bizzarri e il Kodak prize al festival del cortometraggio di Pescara. Trasferitasi a New York gira Apocalypse Show (90”, 1999) un film sulla fine del mondo girato in molti paesi tra cui Grecia, Israele, le Azzorre, Roma e New York, in una commistione di fiction e documentario. Subito dopo è la volta di Rok / Destino (90”, 2001) un viaggio in Siberia concepito come viaggio nel tempo tra l’anno 1880 e il 2000, prima e dopo l’epoca sovietica, un modo comunque per raccontarla. Parallelamente grazie alla residenza d’artista al castello Schloss Solitude di Stoccarda presenta Lost my wings e Stream, installazioni multimediali site-specific a più canali, che eccedono il perimetro dello schermo, generando narrative anamorfiche e mondi da esplorare per togliere lo spettatore dalla sua fissità.
Di quegli anni la collaborazione con Jan-Peter E.R. Sonntag e l’integrazione della sua ricerca acustica con Dystopia, alla galleria Metronom di Barcellona e l’anno seguente alla K&L Gallery di Berlino. Seguono Beyond the evidence, Bridge, Derive, Tu m’as volte de souffles (2001) e altri loops site-specific presentati a Le Fresnoy di Tourcoing, Lille. Sono anni di riprese e di viaggi tra India, Centro America, Tunisia e Egitto, dove gira con una minuscola crew Alchimia (2003/4) in uno stile ormai collaudato che usa time exposure, stop motion e passi diversi per alterare il flusso del tempo, pellicola e video, 16 mm e super8, colore e b/n. Il film si modula in una doppia narrazione tra anima e personalità, ma anche tra maschile / femminile, mondo interiore / realtà, oriente / occidente ed è incentrato sull’idea di trasformare il piombo in oro. Tornata a New York, in fase di montaggio, sentendo che mancavano le premesse fondamentali per comprendere davvero le dinamiche di anima e corpo, decide di dedicarsi a una pratica di medicina energetica. Studia BodyTalk (2008-2019) e ne farà la sua professione principale dal 2011 al 2023.
Complice una grave tubercolosi nel 2009 ritorna a Milano, dove continua a dedicarsi alla ricerca interiore e alla meditazione che, in una sorta di eremitaggio volontario, richiedono di tagliare fuori il mondo. Il disegno e la pittura sono il filo conduttore di questo periodo. Nel febbraio 2022 inizia a lavorare nel minuscolo studio di via Canonica a Milano che offre una sorta di fucina creativa grazie anche alla sua piccolezza. Soddisfacendo questa sua necessità di limitarsi tra 4 mura, la creatività può sentirsi libera e protetta di esplorare nuovi temi. Nascono i primi Healing Paintings, i quadri medicina, e una dedizione più cospicua. Si susseguono varie ricerche, contatti cui dare voce e forma, dallo spirito degli animali, ai lavori con la Terra, le lune, il tempo, l’anima delle tempeste, l’acqua, il vuoto, il micro mondo cellulare, il suono, il momento presente, il mondo di sogno, la genesi della percezione etc. Nel dicembre 2023 il primo open studio, in giugno 2024 la prima mostra come pittrice: Saggezza, cellule e fotoni, la danza della materia, alla Fabbrica dell’Animazione di Milano.