Laura Triscritti

Nel mio percorso artistico il gioco è un riferimento intimo e simbolico per fare anima. Credo che l'arte sia uno strumento evolutivo per  tutti i campi dell'essere umano: fisico, emotivo, mentale, spirituale. Nelle mie opere metto in atto un processo di cura, parto dalla mia storia personale per sciogliere le tensioni tragicomiche del mio eroico psico-soma, questo mi porta inevitabilmente allo svelamento di archetipi e miti collettivi. Nel cuore ho un desiderio incorruttibile d'incontro con l'altro nella costante ricerca della consapevolezza del chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo. L'atto del giocare si esprime con un linguaggio simbolico che mette in scena il mondo. Un gesto primitivo che rivela la natura ancestrale e animista dell'essere umano. Un umano innocente che tuttavia può essere al contempo guardiano e assassino di se stesso come del pianeta in cui vive. In questo senso evoco uno sguardo infantile e magico sulle cose per dare spazio a rivelazioni e connessioni inattese. Osservando gli elementi paradossali di un sogno lucido mi muovo come un avatar in un videogioco esistenziale indugiando sui suoi stessi confini. La materia della realtà è una forma cangiante e totalmente plasmabile dall'immaginario. La mia pittura, in sintesi, è un luogo multi dimensionale fatto di scatole cinesi mentali in cui mescolo reale e immaginario. Un esercizio di pensiero talvolta Magrittiano con domande aperte e risposte da condividere. La pittura stessa è un gioco, un piacere fisico che crea forme più o meno concrete per abbandonarle nel segno fino a se stesso o incompiuto perché in definitiva dipingere, come vivere, è un tentativo di andare oltre la  rappresentazione. Mi ispirano i giochi e i giocattoli, sono pretesti per dare spazio alla necessità espressiva, spesso parto da dettagli di plastica che raccontano se stessi nella dialettica tra plastica e umano in senso politico e sociale come le dinamiche della fiction e non fiction che il gioco evocato mette in luce. Nelle opere che presento qui il tema di fondo riguarda il divario tra vita quotidiana e natura umana; la disconnessione tra natura autentica e natura addomesticata. Specchio dei macro-temi esistenziali contemporanei  che si ripercuotono sulla nostra pelle nel tentativo di metabolizzare i conflitti del mondo tra un sistema capitalista che ha nutrito e cresciuto la personalità individualista dell'uomo moderno e la grande paura di non meritare il proprio posto nel mondo in quanto coautori del rischio di estinzione.