Mostra16 Mar 2025
Mostra antologica che narra di un artista trevigiano e della sua terra, a cura di Claudio Strinati e Darko Pandakovic
Il metodo di Mancuso potrebbe apparire quello della costruzione-decostruzione , tipico dell'architettura di oggi. Ma si capisce subito che non c'è alcuna programmazione esplicita, nessun disegno precostituito. Sotto la pittura preme l'istinto. Le forme nascono e crescono "capricciose", spontaneamente per continue aggregazioni; si frantumano e si dissolvono, scattano con forza e si smorzano negli straordinari effetti del cangiantismo cromatico. Il "caso" resta principe nella creazione delle forme, ma sotto cova una volontà feroce di strutturazione: illogica all'apparenza, eppure plausibile. Siamo in una fase di introspezione dei recessi più profondi della fantasia: ricercare disperatamente l'ordine nascosto nel mondo, per condurci alla quiete dello spirito. Lasciarci contaminare dal continuo dubbio: illusione e disillusione, luogo senza luogo. Varcare le colonne d'Ercole della comprensione, perdersi per ritrovarsi abbandonandoci al flusso di fantomatiche immagini pur reali nella loro apparente irrealtà.