Nata in Francia, vive e lavora a Termoli, ha frequentato il liceo artistico di Pescara e l’Accademia di Belle Arti di Macerata con corsi di specializzazione in Tecniche dell’Affresco, Tecnologia del Marmo, Tecniche dell’Animazione e Psicologia della Forma. Ha condiviso le esperienze di molti artisti come Andrea Pazienza, Pierluigi Buglioni, luigi Di Sarro e tanti altri. Mariangela Regoglioso, artista attiva nel proprio territorio, ha esposto in mostre personali e in numerose rassegne di Arte Contemporanea. Sulle sue opere hanno scritto critici come Giuseppe Siani Antonio Picariello, Alessandra Signorile, Tommaso Evangelista, Antonietta Caruso. La sua arte prende corpo con una serie di opere su plexiglass e tecniche artistiche sperimentali basate su una ricerca di forme, di tracce, segni e superfici precari e non, su cui imprimere “l’elettrocardiogramma” del proprio cuore, ricerca di luce e colore, frammenti di azzurri, di rossi e filamenti di oro fulgente su superfici levigate e trasparenti come l’anima. Una ricerca capace di captare le continue sollecitazioni dell’ambiente che muta e si trasforma, un modo per darsi spiegazioni, una proiezione di se stessi in un mondo contemporaneo dove l’uomo ha bisogno di riconoscersi ed esprimere lo spirito immaginario del nostro tempo. È un’arte che si apre alle possibilità umane e sorge il fantasticare, la logica come costrutto e l’onirico come ambiente per le proprie storie emozionali. Ecco perché la fonte d’ispirazione maggiore è un “esigenza”, un dialogo con se stessi e con gli altri, con i mezzi che si ritengono i più congeniali. Da citare l’ultima mostra personale, Agosto 2022, con le 9 opere inserite, una storia d’amore con il mare dove una medusa dai colori cangianti oscilla tra trasparenza e matericità, a seconda del momento rappresentativo, che di volta in volta cambia forma, colore, movimento, come a dirci che sta cambiando, sta evolvendo superando gli ostacoli fino all’evento finale che inaugura il titolo della mostra: l’incontro con un pianoforte tra i rifiuti nei fondali marini, il pianoforte tra i relitti è arte tra i “rifiuti”, certo perché dove potrà mai trovarsi la creatività se non tra i rifiuti? Non si tratta di una banale illustrazione, sono le parole che contornano le immagini con una valenza simbolica fruibile a prescindere dalla narrazione concettuale.