Massimo Mannu

Pittore
Sassari
Foto del profilo di Massimo Mannu
Fin dall'infanzia ho nutrito una grande passione per il disegno e la pittura. Nel corso degli anni ho accompagnato l'interesse per l'arte con lo studio della musica classica e della letteratura. Pur essendo un autodidatta, ho maturato delle esperienze professionali nel campo dell'illustrazione, collaborando con alcune agenzie di grafica pubblicitaria e con aziende editoriali della mia città.
Dopo aver conseguito una Laurea in Lettere moderne presso l'Università di Sassari, nel 2013 ho pubblicato una estesa monografia sulla pittrice Liliana Cano, dal titolo: Liliana Cano. Itinerari d'arte e di vita di una viaggiatrice. (Edes Edizioni). La pratica e la conoscenza di diverse discipline artistiche hanno acuito la mia sensibilità e sviluppato in me l'idea dell'arte come forma dialogante e luogo di formazione del pensiero e di scrittura dell'esistenza. Sotto l'aspetto immaginifico e stilistico, ho manifestato, fin dal principio, l'attitudine all'amplificazione degli organi di senso, in modo particolare delle orecchie. I miei personaggi sentono la vita in maniera viscerale, potenziata. La rappresentazione abnorme dell'orecchio introduce uno squilibrio nell'armonia compositiva del disegno: è uno squilibrio che allude alla frattura che intercorre tra l'uomo e l'ambiente in cui è immerso. È come se quell'armonia fosse sempre disattesa, destinata a non compiersi, Sono figure che avvertono un suono, un rumore di fondo che rende impossibile l'abbandono fiducioso alla vita, ad una possibile salvezza. Anche gli occhi rappresentano un elemento molto importante nella mia figurazione. In generale, sono interessato alla mimica delle espressioni: le smorfie, i ghigni, gli sguardi hanno la facoltà di rendere manifesti gli incubi, le paure, i traumi dell'infanzia. Per esprimere questo mondo ho sempre trovato spontaneo ricorrere ad un linguaggio grottesco, ossimorico. Il mio intento non è tanto quello di suscitare un moto di ilarità nell'osservatore, come ad un primo approccio si potrebbe credere. Io cerco di restituire un sentimento tragico dell'esistenza mediante uno stile nel quale l'elemento tragico si risolve nel suo contrario. Ciò mi permette di conservare all'immagine una certa ambiguità e di problematizzare l'interrogazione di fondo circa il senso dell'esistenza, assumendo, nell'interrogazione stessa, quella contraddizione che essa vorrebbe fugare e risolvere attraverso la ragione.
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