Mikaya Petros

Pittore, Artista
Milano
Foto del profilo di Mikaya Petros
Figlia d’Arte, il padre Petros pittore surrealista astratto, e’ figura determinante nella sua formazione artistica. Fin da bambina  conosce gli artisti dell’epoca quali Andy Warhol, de Chirico, Fassianos e collabora nell’atelier paterno realizzando dipinti e opere materiche.La Fotografia e l’Arte Digitale sono strumenti privilegiati del suo percorso di ricerca estetico ed artistico. Mikaya racconta la sua contemporaneita’ attraverso opere virtuali che sono anche bozzetti di sculture o installazioni da trasporre nel reale, in un gioco di riflessi che prende forma tra il Vero, la sua rappresentazione e  realizzazione. L’opera assume le sembianze di un seme in germoglio e mutante, traente linfa vitale dalla contemporaneita’, dalla Natura o dal contesto urbano che sia e dalla parallela realta’ virtuale, che caratterizzano la nostra epoca. In questa prospettiva l’elemento ambientale, lo spazio ed il tempo, partecipano in modo determinante nel processo di divenire artistico. Sono lavori i suoi interattivi in quanto, lo spettatore che ad essi si avvicina, ne diventa parte integrante modificandone, attraverso la loro fruizione, la intrinseca valenza significante  e partecipando del loro intero processo di metamorfosi.    “Sono cresciuta ad Arte e Pane. Osservavo il paesaggio con mio padre dipingendolo insieme col pensiero, le masse, le note cromatiche, le luci. Le tante ore nello studio, la liberta’ di lavorare con i materiali piu’ inconsueti hanno plasmato il mio senso estetico delle cose e di conseguenza il discorso creativo. L’idea dell’individuo che con le sue peculiarita’ irriplecabili, di caratteristiche somatiche ma anche di carisma personale, si muovesse in uno spazio urbano, mi ha sempre affascinata. Mi piace quando l’opera d’Arte muta con la presenza umana, che grava in qualche modo sull’opera con la sua presenza scenica, mentre la  luce o  il tempo che passa completa il miracolo dando vera vita all’opera d’Arte stessa. E’ il panta rei, dalla parola greca di quel tutto scorre che interviene su ogni cosa, in questo caso sul lavoro artistico, e’ un processo naturale che mi affascina e che pongo al centro delle mie creazioni. La mia matrice italiana per nascita e ellenica per dna, ma anche l’eredita’ Rinascimentale e la Classicita’ greca impressionano, come pellicola fotografica cio’ che sono ed il mio lavoro artistico.”Sue opere multimediali sono in permanenza al Museo Ca‘ Pesaro di Venezia, al Museo Archivio di Mantova, al Arte Laguna dell‘Arsenale di Venezia , al Museo del Paesaggio di Como, alla Fondazione Serpone, al Museo Del Mare di Bordeaux in Francia, al Museo di Denver NH Usa, alla Biennale BID di Trieste, al Premio Dante Palazzo Borghese Firenze e Dante Academy di Londra e al Premio Michelangelo a Piazza di Spagna Roma, alla Biennale di Skopje in Macedonia e di Amburgo. Forse superfluo dire che per me l'Arte non è solo un bisogno primario è sempre stato il mio modo di vivere, respirare, guardare alle cose. Mio padre pittore surrealista è sicuramente stato il mio Maestro d'Arte e di Vita. Ricordo quando appena a 4 anni mi sollevava tra le sue braccia per leggere pittoricamente insieme a me il paesaggio. “Lì metti i bianchi, in quelle ombre metti i colori tutti insieme, perchè il nero non esiste essendo il mix delle cromìe che abitano il tuo pennello.” Premessa necessaria questa per capire la mia pittura la mia propensione a fermare sulla carta tutte le cose che ho un'esigenza impellente ed inarrestabile di dire, quasi sotto dettatura, quasi non avessi il tempo necessario per comunicare Tutto. Il mio rapporto col supporto cartaceo ha anch'esso radici profonde poiché Petros aveva una tipografia dove sono stati stampati alcuni dei cataloghi e manifesti che hanno fatto la storia di parte della nostra arte contemporanea. Magritte, de Chirico, Andy Warhol, ma la lista potrebbe essere lunga. Coi residui della stampa, carte colorate, strisce lunghissime di scarti di stampa, ho costruito le basi del mio mondo artistico, fatto non solo di forme idee, progetti, ma anche e soprattutto di spazi, luci e odori. Il profumo della carta grezza, la consistenza della carta giapponese controluce o tra le mani, sono ispirazioni per me difficili da decifrare allora, ma certamente molto chiari oggi.
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