opera
2016-2021 SEMI DI LOTO serie fotografica per libro
categoria | Fotografia |
soggetto | Figura umana |
tags | digital art, mobile art |
base | 21 cm |
altezza | 21 cm |
profondità | 0 cm |
anno | 2021 |
2016-2021 SEMI DI LOTO serie fotografica per libro
44 immagini in piccolo formato bianco e nero, scattate nella realtà contemporanea con uno smartphone, ricostruiscono una storia passata e presente, ai confini dell’invenzione ma possibile, addirittura verosimile. Per ogni foto tre brevi storie, sghembe e in contraddizione tra loro, ma probabili. Non è l’incoerenza tre le immagini e le loro didascalie a creare un corto circuito logico, prima ancora che storico, ma il paradosso che tali annotazioni siano credibili. In fotografia ogni fantasia narrativa è consentita e plausibile poiché le foto mostrano, ma non dimostrano.
DALLA POSTFAZIONE DI NICOLETTA VALLORANI
“Semi di Loto è un viaggio senza indizi. Come lettrice, ci sono entrata equipaggiata di strumenti insufficienti e con aspettative confuse. Coltivavo l’idea che una fotografia è una fotografia: pur accantonando la presunzione di mimesi che per tanto tempo ha rappresentato un’ipoteca dell’obbiettività su questa difficile arte, credo di aver continuato a pensare che nell’immagine fotografica andasse ricercata la sagoma dell’oggetto, che è uno e non plurimo.
In questa narrazione che non ha precedenti, però, accade per costrutto consapevole qualcosa di diverso. L’immagine è un innesco di storie, che non importa se siano vere o no. Conta solo che siano affascinanti, travolgenti, a tratti nonsensical, e comunque collocate in registri testuali molto differenti.”
“(Privitera) Scardina il passato trasformandolo nel presente assoluto dell’arte, nel quale tutto accade, ora e per sempre, in una rappresentazione in sé stessa perfetta.
Le foto come oggetti d’arte raccontano storie, che possono essere molto diverse a seconda dello sguardo che su di esse si deposita. La grammatica del visuale ne esce trasformata. La mimesi originaria è un imbroglio. Tuttavia la mistificazione visiva che potrebbe essere vissuta come tradimento del reale, in Semi di loto si trans-figura in una risorsa estetica che racconta il mondo interpretandola secondo percorsi di decodifica che possono andare in direzioni molteplici, come molteplici sono gli sguardi di chi guarda.”
44 immagini in piccolo formato bianco e nero, scattate nella realtà contemporanea con uno smartphone, ricostruiscono una storia passata e presente, ai confini dell’invenzione ma possibile, addirittura verosimile. Per ogni foto tre brevi storie, sghembe e in contraddizione tra loro, ma probabili. Non è l’incoerenza tre le immagini e le loro didascalie a creare un corto circuito logico, prima ancora che storico, ma il paradosso che tali annotazioni siano credibili. In fotografia ogni fantasia narrativa è consentita e plausibile poiché le foto mostrano, ma non dimostrano.
DALLA POSTFAZIONE DI NICOLETTA VALLORANI
“Semi di Loto è un viaggio senza indizi. Come lettrice, ci sono entrata equipaggiata di strumenti insufficienti e con aspettative confuse. Coltivavo l’idea che una fotografia è una fotografia: pur accantonando la presunzione di mimesi che per tanto tempo ha rappresentato un’ipoteca dell’obbiettività su questa difficile arte, credo di aver continuato a pensare che nell’immagine fotografica andasse ricercata la sagoma dell’oggetto, che è uno e non plurimo.
In questa narrazione che non ha precedenti, però, accade per costrutto consapevole qualcosa di diverso. L’immagine è un innesco di storie, che non importa se siano vere o no. Conta solo che siano affascinanti, travolgenti, a tratti nonsensical, e comunque collocate in registri testuali molto differenti.”
“(Privitera) Scardina il passato trasformandolo nel presente assoluto dell’arte, nel quale tutto accade, ora e per sempre, in una rappresentazione in sé stessa perfetta.
Le foto come oggetti d’arte raccontano storie, che possono essere molto diverse a seconda dello sguardo che su di esse si deposita. La grammatica del visuale ne esce trasformata. La mimesi originaria è un imbroglio. Tuttavia la mistificazione visiva che potrebbe essere vissuta come tradimento del reale, in Semi di loto si trans-figura in una risorsa estetica che racconta il mondo interpretandola secondo percorsi di decodifica che possono andare in direzioni molteplici, come molteplici sono gli sguardi di chi guarda.”