opera
#9CFFCE (RICOGNIZIONE)
categoria | Installazione |
soggetto | Viaggi, Paesaggio, Natura, Astratto |
tags | |
base | 222 cm |
altezza | 222 cm |
profondità | 222 cm |
anno | 2022 |
LIVELLA LASER, STATIVO, VERNICE, PRESA DA ARRAMPICATA, SABBIA, GESSO, GRAFITE, SHUNGITE, VERNICE MAGNETICA, LIBRI, TAPPETI
DIMENSIONI AMBIENTALI
#9CFFCE è il codice esadecimale della tinta nota come Cosmic Turquoise. All’interno di uno studio sullo spettro della luce proveniente da più di 200.000 galassie, due studiosi della Johns Hopkins University identificarono in questa tinta il colore medio dell’Universo. Qualche mese dopo si accorsero però, che questa colorazione era errata, in quanto un bug nel software aveva alterato i risultati. Un errore percettivo aveva creato un colore inesistente, che appare come una tonalità di verde-azzurro molto tenue che può anche trovare una connessione con il Pale Blue Dot di C. Sagan.
Nella ricostruzione artistica questo colore assume la forma di ellisse a richiamo del moto orbitale dei corpi celesti. In questo spazio monocromo, le coordinate di una livella laser si infrangono su un piccolo meteorite: una presa da arrampicata giocattolo (tributo al mio primogenito in quanto appiglio nel senso ampio del termine) rivestita di particolato e vernice magnetica. I nove miliardi di nomi di Dio, racconto fantascientifico di Arthur C. Clarke richiamato dalla presenza di alcuni libri di epoche ed edizioni differenti posizionate all’interno dell’installazione, rimanda alla spiritualità universale.
DIMENSIONI AMBIENTALI
#9CFFCE è il codice esadecimale della tinta nota come Cosmic Turquoise. All’interno di uno studio sullo spettro della luce proveniente da più di 200.000 galassie, due studiosi della Johns Hopkins University identificarono in questa tinta il colore medio dell’Universo. Qualche mese dopo si accorsero però, che questa colorazione era errata, in quanto un bug nel software aveva alterato i risultati. Un errore percettivo aveva creato un colore inesistente, che appare come una tonalità di verde-azzurro molto tenue che può anche trovare una connessione con il Pale Blue Dot di C. Sagan.
Nella ricostruzione artistica questo colore assume la forma di ellisse a richiamo del moto orbitale dei corpi celesti. In questo spazio monocromo, le coordinate di una livella laser si infrangono su un piccolo meteorite: una presa da arrampicata giocattolo (tributo al mio primogenito in quanto appiglio nel senso ampio del termine) rivestita di particolato e vernice magnetica. I nove miliardi di nomi di Dio, racconto fantascientifico di Arthur C. Clarke richiamato dalla presenza di alcuni libri di epoche ed edizioni differenti posizionate all’interno dell’installazione, rimanda alla spiritualità universale.