A & E (Adamo e Eva)

opera
A & E (Adamo e Eva)
A & E (Adamo e Eva)
categoria Installazione
soggetto Figura umana, Bellezza, Astratto
tags scultura in ferro, scultura in cemento, arte concettuale
base 150 cm
altezza 250 cm
profondità 280 cm
anno 2005
L'installazione è formata da due sculture una testa maschile in cemento Portland e una figura astratta in tondino di ferro che si fronteggiano. Sono entrambe poste su una traversina ferroviaria in legno a sua volta su una base in lastra di ferro. Sulla sua genesi ho scritto questo breve articolo su l blog "La Poesia e lo Spirito":


Come Eva nacque dalla testa di Adamo (e viceversa) di Kika Bohr

Quando decisi finalmente di iscrivermi all’Accademia di Brera non ero più una giovanetta, dipingevo e modellavo già da una quindicina di anni, avevo già fatto tre piccole mostre, avevo una laurea e, nonostante il mio modesto lavoro part-time nella Biblioteca dell’Università, mi davo un po’ di arie.
Quindi non fu sempre facile ascoltare e seguire le indicazioni del mio professore di scultura nell’aula 45.
Il primo anno si studiava la testa umana e le sue proporzioni. Si modellavano ritratti degli altri studenti al naturale con l’argilla recuperata da un’enorme vasca posta sotto le finestre dell’aula.
Fin qui tutto bene: ero soddisfatta delle tre teste eseguite – un ragazzo bresciano e di due bellezze orientali – e avrei voluto continuare a ritrarre tutti i miei compagni di classe. Fare una sorta di Ultima Cena con i dodici ragazzi che frequentavano il corso. Ma il prof. era di un altro avviso: lui pensava che l’arte figurativa era una cosa del passato, la “transavanguardia” una moda passeggera e al secondo anno si doveva passare all’astrazione. L’astrazione sì che era veramente arte!
Infatti lui, dopo una prima fase di ispirazione realistica, si era evoluto in quella direzione. E ogni studente avrebbe dovuto trovare il proprio stile. Stile riconoscibile. Certamente non continuare a fare cose già fatte, cioè figurative.
Non ero affatto d’accordo!
Gli chiesi di poter continuare il busto di un compagno appena arrivato e che trovavo particolarmente interessante. In cambio mi sarei anche adoperata a pensare a due figure astratte in ferro. Mi attirava, come materiale, il tondino di ferro: nero, lineare, può formare nello spazio come un disegno. Pur essendo pesante in sé dà un’impressione di leggerezza.
Ho fatto alcuni modellini in scala cercando un modulo soddisfacente da cui partire. In letteratura mi piaceva l’OULIPO, l’ouvroir de littérature potentielle, che a volte autoimponeva delle costrizioni come stimolo alla creatività. La prima scultura astratta chiamata “conversazione” era principalmente basata su delle misure multiple di tre. Per la seconda, “Eva” sono ricorsa alle misure indicate da Dürer nei sui scritti teorici per rappresentare una donna slanciata. (Tra l’altro mi piacciono veramente molto le sue varie versioni di Adamo ed Eva). Ma la mia intenzione ed esperimento era di utilizzare solo le misure e svilupparle casualmente nello spazio, con un tondino sottile, come uno scarabocchio pieno di energia. Un misto di costrizione e di libertà.
Nel frattempo il ritratto del ragazzo franco-algerino avanzava e il professore -contento per le opere astratte – mi consigliò di farne il calco in cemento bianco. Era la testa perfetta per un Adamo!
Ma come mettere insieme due figure così diverse? Una testa senza corpo e un “corpo” senza sostanza? Un sindacalista del sindacato dei ferrovieri mi regalò provvidenzialmente proprio in quel periodo una traversina del treno, dismessa e tagliata a metà. Il fabbro Parisi che poi è diventato un amico, tagliò a misura delle basi in ferro su cui poggiare verticalmente queste due vecchie mezze-traversine in durissimo legno di rovere, poi incerato. Ecco le basi fondamentali che stabiliscono il rapporto tra la mia Eva svaporata e l’Adamo che la poteva naturalmente contemplare da un’altezza quasi umana, per cui può capitare di identificarsi ora in uno ora nell’altro personaggio.
Questa installazione è stata esposta in due mostre: alla mostra “Morbo” auto-organizzata da studenti di Brera in una fabbrica dismessa (2005) e alla mostra “Il Giardino Segreto” a cura di Daniela Sacco e assieme alle amiche artiste Mercedes Cuman e Rossella Roli presso la galleria Manifiesto Blanco di Milano (2018)
Nel 2005 per accompagnarla avevo scritto questo testo:
”A&E(Adamo ed Eva).
Da una parte una testa piuttosto classica dai lineamenti mediterranei, di cemento ma gli manca un orecchio, ed ha qualche acciacco, dall’altra un corpo astratto filiforme in tondino di ferro con interventi color del sangue (7 tonalità diverse di rosso) (Segni di femminilità, sensualità alla Schiele, vernice per le unghie o sofferenza?) Le misure sono quelle della donna slanciata di Dürer ma sono sviluppate random nello spazio. Entrambi stanno su vecchie traversine ferroviarie di legno che sembrano formare i loro corpi, di grandezza quasi umana. I due personaggi sono collocati vicini ma voltati ciascuno da un lato, come due erme che non si guardano. La testa di cemento (Terra e Acqua) come un immobile Monsieur Teste di Paul Valéry pensa allo scarabocchio fatto di Aria e rosso Fuoco. O viceversa. E’ un esperimento metalinguistico: si prova ad analizzare ma anche superare il dualismo tra scultura figurativa e astratta come se si trattasse di due lingue diverse, certamente, ma con possibilità di comunicare come, mettiamo, l’italiano e lo spagnolo. Oppure la possibilità di comunicare che c’è tra sogno e realtà (ma qual è poi la realtà? come diceva Queneau nei Fiori blu è Cidrolin che sogna di essere il Duca di Auge o è il duca che sogna di essere Cidrolin? E’ Chuang-seu che sogna di essere la farfalla o è la farfalla che sogna di essere Chuang-seu?)”

Questo articolo è stato pubblicato in Arte, Scritture e taggato come Adamo ed Eva, figurazione e astrazione, Kika Bohr il 30/01/2020 [https://lapoesiaelospirito.wordpress.com/2020/01/30/come-eva-nacque-dalla-testa-di-adamo-e-viceversa/] da kikabohr
artista
Kika Bohr
Artista, Milano
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