opera
Al-di-là della carne
categoria | Altro |
soggetto | Figura umana |
tags | |
base | 24 cm |
altezza | 30 cm |
profondità | 0 cm |
anno | 2018 |
Un polittico laico composto da sei ritratti post mortem di mummificazione visiva. Nell’opera impiego materiali di recupero utilizzati nelle sartorie per realizzare i capi prova: cartamodelli, carta velina e bisso di cotone; su questi pratico una commistione di antiche immagini e disegni con carboncino e fusaggine. Questa stratificazione del tempo conserva l’intenzione di rielaborare il lutto facendo perdere al volto il valore di icona (copia) e acquistare quello di simulacro (idolo).
L’opera è un canto alla durata, essenza che fornisce contorno a quanto ha la tendenza a dissolversi. Dunque sei ritratti post mortem, “dopo la morte”.
In epoca vittoriana i dagherrotipi post mortem erano l’unica immagine che i famigliari conservavano dell’estinto; proprio per questo molte fotografie ritraevano i soggetti come se fossero ancora in vita. Prima dell’invenzione della dagherrotipia l’immagine del defunto era tramandata con un ritratto dipinto, privilegio per pochi visti i costi elevati; dopo l’avvento della fotografia la gente iniziò a farsi fotografare in compagnia dei defunti con pose realistiche; il risultato erano soggetti ritratti come se ancora fossero in vita intrisi d’inquietudine nell’accezione originale del termine: l’assenza di certezza che cerchiamo nei volti.
Tecnica: carta, fusaggine, bisso di cotone, scotch, fotografie
L’opera è un canto alla durata, essenza che fornisce contorno a quanto ha la tendenza a dissolversi. Dunque sei ritratti post mortem, “dopo la morte”.
In epoca vittoriana i dagherrotipi post mortem erano l’unica immagine che i famigliari conservavano dell’estinto; proprio per questo molte fotografie ritraevano i soggetti come se fossero ancora in vita. Prima dell’invenzione della dagherrotipia l’immagine del defunto era tramandata con un ritratto dipinto, privilegio per pochi visti i costi elevati; dopo l’avvento della fotografia la gente iniziò a farsi fotografare in compagnia dei defunti con pose realistiche; il risultato erano soggetti ritratti come se ancora fossero in vita intrisi d’inquietudine nell’accezione originale del termine: l’assenza di certezza che cerchiamo nei volti.
Tecnica: carta, fusaggine, bisso di cotone, scotch, fotografie