opera
Assenza ingombrante
categoria | Fotografia |
soggetto | Politico/Sociale |
tags | MANCANZA, MORTE, GUERRA |
base | 70 cm |
altezza | 100 cm |
profondità | 5 cm |
anno | 2023 |
foto di Luisa Valeriani su plexiglass e dibond in sovrapposizione, postprodotta e lavorata con colori a rilievo per vetro, opera unica
“E il vuoto… quanto spazio può riempire? Quanto pesa l’assenza? “
A volte la mancanza ha un peso maggiore della presenza. Questa foto è stata scattata all’interno di un sommergibile. È il tubo lanciasiluri dove venivano inseriti i missili da guerra. Non c’è il missile, ma ci racconta le conseguenze che quel lancio potrebbe aver avuto. Da sempre ci facciamo la guerra, per ogni genere di motivo, ma il principio è sempre lo stesso, la supremazia.
E il risultato? Gente che muore. Vite appesa ad un filo. Solo puntini nell’universo, ma per chi li ha amati un’enorme assenza ingombrante. Non c’è giustizia nella guerra. E allora in cosa c’è giustizia? Chi ci giudicherà in suo nome?
Anche qui altri puntini, anzi stelle o per meglio dire una costellazione, quella della bilancia. Gli egiziani la usavano come giudice finale delle loro azioni per capire chi fosse degno di entrare nei Campi dei Giunchi, o chi invece avesse il cuore più pesante di una piuma. Stessa bilancia tenuta in mano da Themis, dea della giustizia che soppesava il bene e il male al di sopra degli uomini. Purtroppo oggi guardando in giro vedo solo un’assenza ingombrante.
“E il vuoto… quanto spazio può riempire? Quanto pesa l’assenza? “
A volte la mancanza ha un peso maggiore della presenza. Questa foto è stata scattata all’interno di un sommergibile. È il tubo lanciasiluri dove venivano inseriti i missili da guerra. Non c’è il missile, ma ci racconta le conseguenze che quel lancio potrebbe aver avuto. Da sempre ci facciamo la guerra, per ogni genere di motivo, ma il principio è sempre lo stesso, la supremazia.
E il risultato? Gente che muore. Vite appesa ad un filo. Solo puntini nell’universo, ma per chi li ha amati un’enorme assenza ingombrante. Non c’è giustizia nella guerra. E allora in cosa c’è giustizia? Chi ci giudicherà in suo nome?
Anche qui altri puntini, anzi stelle o per meglio dire una costellazione, quella della bilancia. Gli egiziani la usavano come giudice finale delle loro azioni per capire chi fosse degno di entrare nei Campi dei Giunchi, o chi invece avesse il cuore più pesante di una piuma. Stessa bilancia tenuta in mano da Themis, dea della giustizia che soppesava il bene e il male al di sopra degli uomini. Purtroppo oggi guardando in giro vedo solo un’assenza ingombrante.