opera
Baccanti
| categoria | Video |
| soggetto | Figura umana, Animale |
| tags | |
| minuti | 27 |
| secondi | 0 |
| anno | 2025 |
Baccanti è un film d’arte e danza che affronta i temi della violenza contro le donne, della discriminazione di genere e degli immaginari multispecie.
Al centro dell’opera vi è un’esplorazione coreografica del corpo, concepito come spazio politico in continua trasformazione. Il film indaga la nozione di un “nuovo femminile” capace di superare gli stereotipi di genere e attraversare un processo di metamorfosi: i corpi si fondono con presenze animali attraverso gesti di resistenza e ridefinizione, sovvertendo i meccanismi di controllo e oppressione patriarcale.
Il corpo diventa così un agente di trasformazione e transizione — un luogo di incontro con l’alterità, dove il movimento si afferma come linguaggio di cura, contaminazione e resistenza. Le performer abbandonano una dimensione esclusivamente umana per unirsi ai loro simbionti animali, come risposta al trauma.
La struttura del film segue le tre fasi della tragedia greca — prologo, conflitto e catarsi — permettendo all’opera di esistere sia come narrazione unitaria, sia come trilogia.
Ispirato alle teorie ecofemministe e postumaniste, in particolare agli scritti di Donna Haraway e Federica Timeto, il film immagina un futuro simpoietico fondato sulla solidarietà interspecie e su forme condivise di conoscenza. In questo orizzonte, il femminile non è più soltanto luogo di vulnerabilità, ma diventa simbolo di resilienza e rigenerazione.
In questo modo, Baccanti si apre a possibili nuovi mondi, in cui i corpi si liberano dalle narrazioni imposte e iniziano a plasmare futuri oltre l’antropocentrismo. Baccanti, video art film , anamorphic film, 2.39:1, 2025. 1/5 edition
Al centro dell’opera vi è un’esplorazione coreografica del corpo, concepito come spazio politico in continua trasformazione. Il film indaga la nozione di un “nuovo femminile” capace di superare gli stereotipi di genere e attraversare un processo di metamorfosi: i corpi si fondono con presenze animali attraverso gesti di resistenza e ridefinizione, sovvertendo i meccanismi di controllo e oppressione patriarcale.
Il corpo diventa così un agente di trasformazione e transizione — un luogo di incontro con l’alterità, dove il movimento si afferma come linguaggio di cura, contaminazione e resistenza. Le performer abbandonano una dimensione esclusivamente umana per unirsi ai loro simbionti animali, come risposta al trauma.
La struttura del film segue le tre fasi della tragedia greca — prologo, conflitto e catarsi — permettendo all’opera di esistere sia come narrazione unitaria, sia come trilogia.
Ispirato alle teorie ecofemministe e postumaniste, in particolare agli scritti di Donna Haraway e Federica Timeto, il film immagina un futuro simpoietico fondato sulla solidarietà interspecie e su forme condivise di conoscenza. In questo orizzonte, il femminile non è più soltanto luogo di vulnerabilità, ma diventa simbolo di resilienza e rigenerazione.
In questo modo, Baccanti si apre a possibili nuovi mondi, in cui i corpi si liberano dalle narrazioni imposte e iniziano a plasmare futuri oltre l’antropocentrismo. Baccanti, video art film , anamorphic film, 2.39:1, 2025. 1/5 edition
