opera
Bus Stop
categoria | Installazione |
soggetto | Politico/Sociale, Paesaggio, Figura umana |
tags | people, loneliness, society, cultura, persone, solitudine, società, culture |
base | 60 cm |
altezza | 15 cm |
profondità | 41 cm |
anno | 2021 |
Imparare a godere del tempo che pare perso, godere di essere vivi e di avere intorno una comunità multiforme, multietnica e multi culturale da cui può germogliare ogni sentimento e ogni pensiero.
Un gruppo di persone che attende obbligatoriamente di essere trasportato in chissà quale luogo, un assembramento di sconosciuti che negli ultimi tempi non siamo più abituati a riconoscere al bordo di una qualsiasi strada della nostra città, forse di qualsiasi città. Sembra che il tempo dell’attesa obbligata sia tempo perso, tempo buttato via, che scorre inesorabile, tempo rubato agli impegni che riempiono le giornate.
Quello a cui tende il lavoro BUS STOP mira a una rivalutazione di quel tempo che sembra perso, lo stop obbligato, la fermata, un’attesa di qualcosa che non pare esistere ma che può e deve dare vita a quella curiosità di conoscere, di comprendere, di vivere la conoscenza o soltanto un piccolo passo sulla strada della vita di qualcun altro che può accrescere noi stessi o semplicemente il nostro bagaglio culturale.
Una socialità che sembra perduta ma che torna a vivere e può essere patrimonio personale in una società che potrebbe perdere il piacere della conoscenza nel mondo reale.
Non parlare con uno sconosciuto lo rende tale per sempre.
In quest'opera sono presenti tutti gli elementi che caratterizzano il nostro percorso artistico: la stilizzazione delle forme, la ricerca di una verità intrinseca, espressa attraverso le cose, in cui identificarsi; la scelta cromatica di rimanere sui toni del grigio, una zona neutra in cui riconoscersi; un punto bianco, a suggerire la luce e il piano nero, che riflette in una continuità di spazio, che è uno spazio intimo e riflessivo, le ombre.
- Realizzato in terra refrattaria con finitura in stagno nero, il supporto è in plexiglas nero
Un gruppo di persone che attende obbligatoriamente di essere trasportato in chissà quale luogo, un assembramento di sconosciuti che negli ultimi tempi non siamo più abituati a riconoscere al bordo di una qualsiasi strada della nostra città, forse di qualsiasi città. Sembra che il tempo dell’attesa obbligata sia tempo perso, tempo buttato via, che scorre inesorabile, tempo rubato agli impegni che riempiono le giornate.
Quello a cui tende il lavoro BUS STOP mira a una rivalutazione di quel tempo che sembra perso, lo stop obbligato, la fermata, un’attesa di qualcosa che non pare esistere ma che può e deve dare vita a quella curiosità di conoscere, di comprendere, di vivere la conoscenza o soltanto un piccolo passo sulla strada della vita di qualcun altro che può accrescere noi stessi o semplicemente il nostro bagaglio culturale.
Una socialità che sembra perduta ma che torna a vivere e può essere patrimonio personale in una società che potrebbe perdere il piacere della conoscenza nel mondo reale.
Non parlare con uno sconosciuto lo rende tale per sempre.
In quest'opera sono presenti tutti gli elementi che caratterizzano il nostro percorso artistico: la stilizzazione delle forme, la ricerca di una verità intrinseca, espressa attraverso le cose, in cui identificarsi; la scelta cromatica di rimanere sui toni del grigio, una zona neutra in cui riconoscersi; un punto bianco, a suggerire la luce e il piano nero, che riflette in una continuità di spazio, che è uno spazio intimo e riflessivo, le ombre.
- Realizzato in terra refrattaria con finitura in stagno nero, il supporto è in plexiglas nero